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L'Unità 2003





  27 novembre 2003
27 agosto 2003 8 febbraio 2003




27 novembre 2003


Al via la riqualificazione del residence "Bologna 2"



Parte il programma di riqualificazione urbana del residence "Bologna 2" a Calderara di Reno, teatro di innumerevoli episodi di criminalità che hanno avuto luogo fra le sue mura, divenute ricettacolo di violenza, spaccio, prostituzione.
Regione, Provincia di Bologna e Comune di Calderara hanno infatti firmato il secondo e ultimo accordo di programma che permetterà l'avvio dei lavori nella primavera del 2004.
Un intervento che la Regione ha considerato prioritario perchè non esiste in Emilia-Romagna un caso analogo di degrado - ha spiegato l'assessore regionale alle politiche abitative Pier Antonio Rivola un caso analogo di degrado - e per il quale ha investito ingenti risorse.
Rivola ha anche rivolto un invito esplicito alle forze di polizia affinchè ci sia un controllo attento che al momento non vedo a sufficienza, in modo di dissuadere chi viene qui con cattive intenzioni e tutelare le tante persone oneste che vi vivono.
Il programma di riqualificazione che vede uniti oltre agli enti, ancbe la maggioranza dei residenti e la società immobiliare Gheo proprietaria di alcuni monolocali, prevede una spesa di oltre 18 milioni di euro e porterà ad una trasformazione radicale dell'intero complesso.
Verranno infatti ricavati sei distinti condomini (due pubblici e quattro privati), realizzare 70 "case parcheggio" in cui potranno soggiornare a rotazione alcune famiglie per permettere la realizzazione dei lavori, 35 alloggi di Edilizia residenziale pubblica, una caserma dei carabinieri e una stazione di polizia municipale, impianti sportivi, nuovi parcheggi, spazi verdi e piste ciclabili, oltre alla ristrutturazione complessiva delle parti condominiali.
I primi cantieri per la realizzazione della pista ciclabile e quindi della caserma dei carabinieri si apriranno nella primavera prossima, per terminare entro il 2007.
Il residence è attualmente costituito da 194 monolocali, con tre blocchi di scale, serviti da lunghissimi corridoi, privi di qualsiasi sistema di sicurezza.
Realizzato nel 1976 come residence per lavoratori e professionisti di passaggio, si è nel tempo trasformato di fatto in un gigantesco condominio.


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27 agosto 2003


Regione, i 4 "Bronx" da riqualificare



L'area "Compagnoni" di Reggio Emilia, il residence "Bologna Due" di Calderara di Reno (Bologna), la zona della stazione di Imola e alcune porzioni delle aree attorno alla strada ferrata di Modena.
Sono i quattro "Bronx" dell'Emilia-Romagna, messi in fila dall'assessore regionale alla programmazione territoriale, Pier Antonio Rivola.
Che subito, però, precisa: Non abbiamo gli stessi gravi problemi delle grandi aree urbane, come Milano o Napoli, da noi si tratta più di degrado delle strutture, di palazzi e edifici, ma anche parchi e aree verdi dimenticate.
Dopo la strage di Rozzano, si è aperto il dibattito sugli spazi urbani ormai invivibili: cancellarli? demolire tutto quanto? Noi puntiamo alla ristrutturazione delle zone degradate per migliorare la qualità della vita sociale, la giunta regionale dell'Emilia-Romagna, una delle prime in Italia, in giugno ha emesso un bando di circa 80 milioni di euro per il recupero urbanistico dei quartieri con problemi.
Il 40% del totale - spiega Rivola - va per le opere di nuova costruzione, ma il 60% è per la riqualificazione delle strutture.
Inoltre, ci sono 20 milioni di euro che vanno alle città per i programmi per la sicurezza.
Con un occhio alla microcriminalità: a Calderara, dove è già stato approvato un piano di risanamento dell'area - prosegue Rivola - verrà costruita anche la nuova caserma della Polizia municipale.
Gli imperativi per Modena, spiega il sindaco Giuliano Barbolini, che è anche il responsabile Anci per la sicurezza urbana, sono la videosorveglianza, la riqualificazione dei parchi e degli edifici, per la socialità. Per un totale di 10 milioni di euro.
C'è poi anche un progetto in avanzata fase di definizione - spiega il primo cittadino - che riguarda le zone attorno alla ferrovia nell'asse nord-sud, circa 100 ettari di territorio che verrà riqualificato a livello strutturale.
Ma il problema della sicurezza non può essere scaricato solo sugli enti locali: Servono maggiori investimenti da parte dello Stato. Intanto, i piani che sono partiti in Emilia-Romagna e in altre regioni sono un passo avanti assolutamente condivisibile.


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8 febbraio 2003
(Pagina nazionale)


Un volto noto nel centro di Bologna, barba folta e una mano tesa. Meno nota la sua laurea con lode e il suo generoso impegno per riscattare dal degrado la periferia in cui vive

Angelo, lottare per aiutare gli altri dopo una giornata di spiccioli



È quasi un pezzo della città, come il Nettuno del Giambologna in Piazza Maggiore o il San Petronio benedicente, proprio sotto le Due Torri.
Angelo Rizzi, k-way azzurro e berretto di lana, barba più che folta e mano tesa per chiedere qualche spicciolo ai passanti con una cantilena ormai divenuta familiare: Aiutami per favore. Sono messo male.
Lo si può incontrare di pomeriggio tra via D'Azeglio e i portici del Pavaglione, concentrato dei negozi in della città.
Più tardi, invece, migra davanti al Mercato delle Erbe di via Ugo Bassi, per poi tornare a Calderara di Reno, nella periferia bolognese.
Sono in molti probabilmente a pensare che Angelo, classe 1959, diplomato al liceo e laureato con lode al Dams, sia senza casa.
Sbagliano: vive in quella che più comunemente è nota come Bologna Due, un palazzone anni '70 a sei piani con 194 monolocali in via Garibaldi, inferno di degrado e abbandono.
Bologna Due, Casa della malavita, cattedrale dell'emarginazione, palazzone della vergogna, blocco di cemento dalla facciata obliqua; non è un ritmo rap, è la presentazione dello stabile presa pari pari dal sito Internet bolognadue.it.
Alveare di stanze, cimitero verticale, transatlantico immobile, qualcuno, però, ha pensato che per il blocco grigio, degradato e guardato con sospetto, si doveva fare qualcosa.
Tra loro c'è Angelo e così è nata l'Associazione per la rinascita dell'area di via Garibaldi 2 a Calderara di Reno, di cui Angelo è portavoce.
Non un comitato spontaneo, ma un'associazione regolarmente iscritta all'albo del volontariato.
Fa freddo a Bologna, e questa non è certo una novità: Angelo si siede sui gradini di fronte alla facciata di Santa Maria della Vita, a due passi da Piazza Maggiore, e comincia a raccontare.
Perché è andato a vivere a Bologna Due?
Perché era il posto più economico.
Il palazzone di via Garibaldi nasce come residence casa-albergo a fine Settanta, gestito da una società con sede a Palermo.
Quasi da subito diventa luogo di spaccio e prostituzione, e sale alla cronaca nera per la prima volta per un omicidio, nel 1985, per poi finire alla ribalta della giudiziaria all'interno di un maxi processo ricorda Angelo.
Nel 1986 la gestione fallisce, il Bologna Due rimane senza servizi, al secco, al buio, e viene tolto il gas.
Angelo si accarezza la barba nera, apre la borsa a tracolla che porta sempre con sé e tira fuori dei fogli: Ecco, qui c'è del materiale su Bologna Due che è un concentrato di problemi urbanistici, sociali e di ordine pubblico. Però adesso la situazione sta lentamente migliorando.
E gran parte dei progressi fatti portano la firma di Angelo.
Per gli abitanti del Bologna Due lui non è solo l'uomo del Aiutami sono messo male.
Angelo è soprattutto colui che da anni lotta per il riscatto del palazzone, colui che ha scritto a tutte le autorità, colui che ha personalmente stilato una interrogazione alla Commissione europea di Bruxelles, colui che cura il dettagliatissimo sito internet, colui che ha organizzato un piccolo festival estivo, portando teatro e musica tra le spoglie mura del Garibaldi.
L'azione di recupero dopo tanti sforzi è partita.
Coinvolge anche la Provincia di Bologna e la Regione Emilia-Romagna che nell'ambito dei piani di riqualificazione urbana, ha stanziato una cifra consistente per un progetto destinato a risanare il mega palazzone, trasformandolo in sei condomini più piccoli e gestibili, con tanto di percorso ciclo-pedonale per collegare il tutto con Calderara centro, che dista circa un chilometro.
C'è forte speranza, grande attesa, dice Angelo.
Bologna Due è un microcosmo: vi abitano circa 700 persone, di cui 80 bambini.
Ma è anche campione di melting pot, con una decina di etnie presenti.
È un esempio di laboratorio sociale, non c'è attrito etnico. Tutti insieme siamo uniti contro i malavitosi, che sono trasversalmente presenti.
Ed è anche un ghetto, Bologna Due, i cui abitanti sono sempre considerati con diffidenza.
E per sconfiggere - o tentare - paure e discriminazione, l'associazione, insieme al Comune di Calderara, ha messo in campo decine di iniziative culturali, tra concerti, feste, corsi.
Una campana batte le sei di sera, Angelo si alza, è ora di spostarsi al Mercato delle Erbe: I luoghi come Bologna Due - conclude - sono un po' la cattiva coscienza dell'intera comunità. Che dire? Continueremo a impegnarci per migliorarlo. È tutto.


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