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la Repubblica 1999: da luglio a dicembre

12 dicembre 1999 9 dicembre 1999
8 dicembre 1999 23 novembre 1999
21 novembre 1999 10 novembre 1999
3 novembre 1999 24 agosto 1999
14 agosto 1999 23 luglio 1999
22 luglio 1999 16 luglio 1999
15 luglio 1999 14 luglio 1999
9 luglio 1999 4 luglio 1999
2 luglio 1999 1 luglio 1999




12 dicembre 1999


Bologna 2 appoggia don Benzi



Nella provincia di Bologna e forse nell'intera Regione Emilia-Romagna, il più alto concentrato di prostitute e papponi si trova nel residence Bologna 2 di via Garibaldi 2 a Calderara di Reno.
Nello stabile (194 monolocali, di cui circa un terzo sono in mano a prostitute e papponi) vivono in uno stato di continuo pericolo famiglie di lavoratori, studenti e pensionati.
Ad affittare, quasi sempre in nero, al racket della prostituzione sono società immobiliari e piccoli proprietari senza scrupoli.
È visibile a tutti il viavai diurno e notturno di prostitute che accompagnano i clienti negli appartamenti del 'racket'.
In questi appartamenti spesso accadono episodi di violenza e vi trovano rifugio immigrati clandestini.
Spesso prostitute e spacciatori sono alleati in una vera e propria Internazionale del crimine.
Questa situazione dura da anni, senza che sia stato trovato un rimedio definitivo.
Abbiamo calcolato che il fatturato annuo del racket di via Garibaldi 2 si aggira sui 15-20 miliardi annui.
È una cifra pari al bilancio annuale del Comune di Calderara.
È una cifra che fa riflettere.
Appoggiamo l'intervento di Don Benzi e della sua Associazione con cui siamo pronti a collaborare.


Associazione per la rinascita di via Garibaldi 2



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9 dicembre 1999


Manifestazione in centro organizzata da don Benzi per battere lo schiavismo della prostituzione

In corteo contro il racket


Voi potete liberarci era scritto sul manifesto che apriva la sfilata. Hanno partecipato alla marcia un centinaio di persone
Non ci sono più scuse, le leggi le hanno fatte. Ci vuole solo la volontà di farlo, la voglia di metterle in pratica quelle leggi


Rieccolo l'instancabile don Oreste Benzi, di nuovo alla testa di un corteo contro il moderno schiavismo della prostituzione.
Questa volta a Bologna, epicentro emiliano di un fenomeno sempre drammaticamente fiorente.
Raduno e partenza in quella piazza Venti settembre tristemente famosa per un'altra schiavitù: quella droga che vi si spaccia a fiumi.
Voi potete liberarci è scritto sul manifesto che apre il corteo di un centinaio di volenterosi in viaggio da via Indipendenza a piazza del Nettuno.
E anche secondo il prete anti-prostituzione, la liberazione può avvenire, basta volerlo.
Prova ne è che nella sua Rimini, fra un mese, nel corso di una grande festa, cento ragazze celebreranno l'abbandono dei marciapiedi.
Il fenomeno deve essere estirpato - ripete don Benzi davanti a microfoni e taccuini - adesso non ci sono più scuse, le leggi le hanno fatte. Ci vuole solo la volontà di applicarle, la voglia di metterle in pratica.
Ma su questo punto il prete riminese non è tanto sicuro.
Intravede debolezze e connivenze, vischiosità nel meccanismo repressivo del fenomeno che ormai è diventato un colossale affare e per questo ancora più temibile.
È vero o non è vero - riprende - che la prostituzione schiavizzata è quella dei marciapiedi? Non è stata definita così? E allora, se lo Stato condanna la schiavitù, non può tollerare questa. Si diano agli schiavisti le pene che loro competono.
Ma don Benzi non è tenero nemmeno verso i clienti di queste ragazze sottoposte a maltrattamenti penosi dai loro sfruttamento.
I clienti - riprende - sono da trattare come i criminali che schiavizzano queste creature. Loro sanno che andare con queste ragazze è andare con delle schiave. Per questo non c'è differenza tra loro e gli schiavisti. E poi, se non ci fosse tutta questa domanda di prostitute, non ci sarebbero questi fenomeni di sfruttamento.
Parole durissime che spezzano il freddo e riscaldano tutti coloro che sono usciti in questa serata di festa per partecipare al corteo.
Fra la folla anche la capogruppo di "La tua Bologna" Maria Cristina Marri, il cossuttiano Bruno Carlo Sabbi e il portavoce del circolo "Chico Mendes" Vito Totire.
La ricetta di don Benzi contro le organizzazioni malavitose che controllano la prostituzione è spiegata nel cammino da piazza Venti settembre al Nettuno.
Bisogna spezzare il racket, basta volerlo spiega. Le forze dell'ordine sanno dove abitano e chi sono gli sfruttatori, basta andarli a cercare senza più chiudere gli occhi.
E su questo argomento il pensiero corre al famigerato residence "Bologna 2" di Calderara di Reno, dove una parte degli abitanti vivono nel terrore perché una buona fetta degli appartamenti è in mano agli sfruttatori che vi tengono le ragazze.



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8 dicembre 1999


Stasera fiaccolata anti-prostituzione guidata dal prete

Il 'Bologna 2' con Don Benzi



L'Associazione per la rinascita del residence Calderara 2 appoggia l'intervento di Don Benzi e della sua associazione con cui siamo pronti a collaborare.
Lo scrive la stessa associazione alla vigilia della fiaccolata anti-prostituzione organizzata per stasera dal prete riminese (partenza alle 19.30 dal piazzale dell'autostazione).
I residenti calcolano in 15-20 miliardi il fatturato annuo del racket della prostituzione nel palazzone di via Garibaldi a Calderara, noto da anni alle cronache come "Bologna 2".
Una cifra, viene fatto notare pari al bilancio annuale del Comune di Calderara.
Nella provincia di Bologna e forse nell'intera regione Emilia-Romagna - afferma l'Associazione per la rinascita del residence Calderara 2 - il più alto concentrato di prostitute e papponi si trova nel nostro stabile. Dei 194 monolocali, circa un terzo sono in mano al racket. Famiglie di lavoratori, studenti e pensionati vivono in uno stato di continuo pericolo. Ad affittare, quasi sempre in nero, sono società immobiliari e piccoli proprietari senza scrupoli.


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23 novembre 1999


Gli alloggi andavano sequestrati



Dalla stampa del 21 novembre 1999 impariamo con stupore che, secondo il Gip e il Tribunale del Riesame di Bologna, nello stabile in cui viviamo le prostitute vi abitano ma non vi portano i clienti.
Chiunque abita in via Garibaldi 2 a Calderara è testimone di un viavai diurno e notturno di prostitute che accompagnano i loro clienti.
Le prostitute non abitano ma esercitano solo nei 33 appartamenti 'assolti' da Gip e Tribunale del Riesame.
A questi vanno aggiunti altri appartamenti di piccoli proprietari senza scrupoli.
Alcuni di questi sono parenti tra loro.
Vi sono 21 appartamenti all'asta, con ordine di sgombero da parte della Pretura da più di un anno e mezzo, in cui le prostitute abitano abusivamente e vi esercitano anche all'interno la loro professione.
Pił volte in questi alloggi sono state trovate prostitute clandestine in schiavitù.
Non vi sono abbastanza motivi per considerare gli alloggi corpi di reato?


Ass. per la rinascita dell'area di via Garibaldi 2



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21 novembre 1999


Considerati 'corpo di reato' 33 alloggi del 'Bologna Due'

'Sequestrate il residence del sesso'
ma il gip respinge la richiesta del pm



Il sequestro di 33 appartamenti del residence "Bologna 2" di Calderara, considerati corpo di reato per l'esercizio del favoreggiamento della prostituzione: lo ha chiesto la Procura al Gip e al tribunale del riesame.
Ma in entrambi i casi l'istanza è stata respinta.
Ad opporsi al sequestro è stato l'amministratore del residence, assistito dall'avvocato Savino Lupo.
La Procura aveva chiesto il sequestro degli appartamenti affittati a donne straniere: in pratica, secondo l'accusa, l'amministratore, che è indagato, li avrebbe affittati sapendo che poi sarebbero serviti per l'esercizio della prostituzione.
Secondo il legale, invece, sono stati affittati a persone che svolgono la loro attività altrove e che nel residence fanno la normale vita di inqulini.
Questo, seppure in un contesto di degrado.
Alla fine il Gip e il riesame hanno respinto l'istanza.



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10 novembre 1999


Si mobilitano 550 cittadini e artigiani

Il Bargellino contro il racket delle 'lucciole'

Petizione per denunciare una situazione esplosiva tra risse e malavita in strada


Servizio all'interno


Petizione di 550 tra imprenditori Cna e cittadini al sindaco di Calderara per denunciare il degrado

'Aiuto, qui impero
il racket-lucciole'

Il Bargellino contro la malavita
Nella zona si è insediato uno dei più grandi mercati della prostituzione della provincia. E ha invaso le strade anche di giorno.
La scintilla che ha fatto scattare l'allarme è stato uno scontro tra bande che ha reso le strade impercorribili con inseguimenti e assedi


Qui non se ne può più urlano 550 tra imprenditori e cittadini del Bargellino tra i Comuni di Bologna e Calderara di Reno.
Come se non bastassero gli aeroplani che sorvolano le loro case, da qualche tempo si è insediato in zona anche uno dei più grandi mercati della prostituzione della provincia.
E gradatamente ha invaso le strade anche di giorno con tutti i suoi annessi, vale a dire risse, scontri fra bande di protettori, sporcizia, caos e fastidio.
Giovedì l'ultimo episodio che ha fatto perdere la pazienza ai cittadini del Bargellino: uno scontro tra bande ha reso la zona impercorribile con scene da poliziesco, inseguimenti e assedi.
Una situazione che ha indotto i cittadini e gli imprenditori della zona, riuniti dalla Cna, a stilare una petizione inviata poi al sindaco di Calderara Matteo Prencipe, al comandante dei vigili del Comune della periferia bolognese, al prefetto e al questore di Bologna.
E una prima risposta, dal Comune di Calderara è arrivata.
Quattro mosse per dare scacco matto al più presto al degrado.
La prima consisterà nell'attuare le misure di deterrenza previste dal codice della strada.
In pratica, l'estensione del divieto di sosta e di fermata nelle strade interessate dalla prostituzione, il che renderà possibile multare i clienti che bloccheranno l'auto per contrattare con le prostitute.
La seconda mossa prevede il rafforzamento delle pattuglie notturne dei vigili urbani in attesa che la prefettura destini maggiori forze nella zona del Bargellino e del tristemente famoso "Residence Bologna due" .
La terza misura riguarderà un maggior coordinamento tra i Comuni dell'area persicetana in modo da rendere più efficace il controllo delle zone a rischio di questa fetta di provincia.
Da ultimo, verranno rafforzati i servizi di pulizia e l'illuminazione delle strade.
Così si tenterà di invertire la tendenza pericolosamente avviata verso la perdita di controllo e la completa insicurezza.
A parte gli episodi accaduti giovedì scorso, la vita quotidiana al Bargellino è costantemente minacciata dalla malavita legata alla prostituzione.
E quando non si tratta di rischi per la sicurezza dei cittadini, è la qualità della vita che si degrada fino a scendere sotto il livello di guardia.
Di notte, e ora anche di giorno, le strade si riempiono di prostitute con contorno di sfruttatori e clienti, schiamazzi e sporcizia.
La quiete di chi vorrebbe riposare è messa in discussione da suoni di clacson e trattative urlate dai finestrini.
Al mattino le strade sono piene di preservativi e di cartacce con resti di bivacchi e ceneri di fuochi.
Via Bastia è impraticabile perché votata al commercio del sesso con auto e camion in sosta, la via Persicetana è nelle stesse condizioni, mentre ogni angolo appartato è ridotto a un immondezzaio.
La situazione è divenuta ormai intollerabile e pericolosa per i residenti, mentre appare incompatibile con le attività produttive.



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Spazio Reno di Calderara allestisce una stagione di spettacoli per ragazzi

Un palcoscenico per le famiglie



'Piccoli pianeti', rassegna teatrale dedicata ai ragazzi e alle famiglie, apre la stagione dello Spazio Reno di Calderara di Reno.
Il via domenica 14 novembre con la prima nazionale di 'Notizie straordinarie da un altro pianeta', spettacolo-installazione di Antonio Panzuto, che vede per la prima volta Spazio Reno e l'Assessorato alla Cultura del Comune di Calderara nel ruolo di coproduttori insieme al Teatro Stabile delle Marche.
Si tratta di un'azione teatrale ispirata al tema della guerra in cui i protagonisti sono le macchine antropomorfe guidate sulla scena dalla mano dell'artista come 'deus ex machina'.
Il particolare spettacolo prosegue fino al 5 dicembre, tutte le mattine per le scuole, tutti i venerdì sera per gli spettatori e tutte le domeniche come visite all'allestimento (prenotazione sempre obbligatoria: 051722700).
'Piccoli pianeti' continua poi nel 2000 con una serie di ospitalità: il 16 gennaio tocca a Teatro Gioco Vita con 'Gli amici di Loulou', il 30 gennaio con la compagnia Stilema in 'Ninnananna', il 6 febbraio con Drammatico Vegetale in 'Davide e Unghie d'Orso', il 20 febbraio con Nauatai Teatro in 'Lupusinfabula'.
'Piccoli pianeti' ospita inoltre a partire da marzo, 'Teatri dell'Adolescenza, sezione teatrale dedicata ai ragazzi dai 15 ai 18 anni: il primo appuntamento è con la 'La mattanza' della compagnia Crest (10 marzo), a cui seguono 'Periferico Otto' della compagnia Corona Ghezzi Mattioli (24 marzo) e 'Ali' del Teatro La Ribalta (6-7 aprile).
La stagione dello Spazio Reno si completa con i progetti di Teatro Reon (che lo gestisce dall'anno scorso), tra cui 'Risvegli di confini' che comprende nuovi spettacoli al condominio Garibaldi 2, luogo di degrado e di malavita che già l'anno scorso è stato teatro di eventi spettacolari come quelli della compagnia di bambini rumeni Parada.



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3 novembre 1999


Bologna 2, gli onesti dimenticati



Frutto di un'errata pianificazione urbanistica pubblica e di speculazioni private, il residence Bologna Due giace tra gli ubertosi frutteti di Calderara di Reno a soli 10 chilometri da Piazza Maggiore.
Il degrado strutturale dello stabile va di pari passo con il degrado sociale e una forte concentrazione malavitosa.
Nello stabile, fianco a fianco con la malavita, convivono in continuo pericolo studenti, famiglie di lavoratori e pensionati onesti.
In questa difficile situazione un gruppo di abitanti ha dato vita all'Associazione per la Rinascita di via Garibaldi 2.
E le acque siamo riusciti a muoverle: il Comune di Calderara ha approvato un piano di recupero dello stabile, abbiamo organizzato iniziative culturali, alcuni servizi condominiali sono stati riattivati.
Purtroppo non tutti hanno fatto la loro parte: la Regione ha bloccato in modo vergognoso il piano di recupero presentato dal Comune di Calderara per partecipare nel '98 al bando dei Contratti di quartiere; un ordine del giorno, votato all'unanimità dal Consiglio Comunale di Bologna nell'ottobre 1998 sull'istituzione di un tavolo metropolitano per i problemi del nostro stabile, è rimasto lettera morta.
Quanti anni dobbiamo aspettare ancora prima che venga realizzato il piano di recupero?


Ass. per la rinascita di Via Garibaldi 2



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24 agosto 1999


Recupero urgente per il Calderara 2



I cassonetti dell'immondizia in via Garibaldi 2 a Calderara prendono fuoco in una serata apparentemente tranquilla.
Questo ennesimo atto teppistico è una grave offesa non solo agli abitanti del residence Bologna 2, ma a tutti i cittadini di Calderara di Reno.
Il gesto è grave in quanto si inquadra in un sistematico sabotaggio del lavoro di chi, incaricati dal condominio e volontari, si stanno impegnando a fondo per mantenere pulita l'area dello stabile.
Questo atto teppistico non va assolutamente sottovalutato perchè dimostra che la sicurezza in via Garibaldi 2 è un optional.
Rinnoviamo l'invito a tutte le istituzioni a riavviare con forza il progetto di ristrutturazione del nostro stabile.
In particolare, invitiamo a venirci a trovare il nuovo presidente della Regione Vasco Errani e l'assessore Sandri.
Così avranno modo di verificare personalmente se il recupero di via Garibaldi 2 sia di rilevanza sociale o no.


Ass. per la rinascita di Via Garibaldi 2



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14 agosto 1999


Due arresti della Mobile

Una centrale dello spaccio in Mazzini



Nella casa dove alloggiava, al quartiere Mazzini, gli agenti della Mobile hanno trovato 230 grammi di cocaina, un bilancino di precisione, l'occorrente per confezionare e "tagliare" la droga (anche una discreta quantità di lidocaina), e in più circa tre milioni in contante:le manette sono quindi scattate per Antonio Camon trentanovenne di Brindisi domiciliato a Bologna.
L'uomo era da qualche giorno sotto la lente di ingrandimento degli investigatori perchè sospettato di essere attivo nello spaccio di stupefacenti in città.
Camon è stato bloccato a bordo della sua auto; dopo un primo controllo sul veicolo, è seguita la perquisizione nella casa in cui abita, ospite di un amico, dove era nascosta la droga.
In un'altra operazione della Squadra mobile è stato arrestato, in via Boldrini, Hajri Mohammed Hedi Ben Sallo, trentracinquenne tunisino, domiciliato al residence Athena a Calderara di Reno: aveva con sè circa 94 grammi di cocaina e un coltello a serramanico.



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23 luglio 1999


Chi va colpito nel Bologna 2



All'alba del 21 luglio 1999, vi è stato un ennesimo intervento dei carabinieri contro la malavita che da anni spadroneggia nel nostro stabile, in via Garibaldi 2 a Calderara di Reno.
Non conosciamo ancora i risultati di questa operazione, ma ribadiamo quanto segue: come avviene in ogni parte d'Italia, devono essere sequestrati gli appartamenti in cui vivono e "lavorano" da anni decine di prostitute; nello stabile vi sono una ventina di appartamenti all'asta e da più di un anno la Pretura ha ordinato che siano lasciati vuoti.
Invece buona parte continuano ad essere usati dalle prostitute.
Vorremmo che fossero accertate le responsabilità di questa paradossale situazione; vanno multati e denunciati i proprietari che consentono che nei loro appartamenti si installino prostitute, papponi e spacciatori clandestini; vanno accertate e punite eventuali gravi connivenze tra le proprietà e le bande di sfruttatori della prostituzione; i nuovi responsabili delle istituzioni metropolitane, usciti dalle elezioni di giugno, devono al più presto attivarsi per riavviare il progetto di ristrutturazione dello stabile; il Comune di Calderara può già nel frattempo studiare alcune forme di intervento; noi continueremo a muoverci per rendere lo stabile più vivibile e a realizzare iniziative culturali che ne rompano l'isolamento dal territorio circostante.


Associazione per la rinascita dell'area di via Garibaldi 2



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22 luglio 1999


Nuovo blitz al Bologna 2
e 40 finiscono in questura



I controlli sono scattati alle sei del mattino: a quell'ora decine di carabinieri e poliziotti hanno fatto irruzione al residence Bologna Due di Calderara, in cerca di stranieri clandestini e prostitute.
E i risultati non si sono fatti attendere: a metà mattina sono state portate in Questura, una quarantina di persone, quasi tutte prive di permesso di soggiorno.
Secondo le forze dell'ordine, i ripetuti blitz al Bologna Due cominciano a produrre i primi effetti: sono molti, infatti, gli appartamenti ritrovati vuoti ieri mattina, un tempo affittati a numerose prostitute, in particolare dell'Est.
Poche ore prima, fra l'altro, la polizia aveva controllato altre 122 persone, durante un'operazione per prevenire la microcriminalità in centro storico, nei cascinali abbandonati e nei parchi pubblici.
Sei nordafricani sono stati espulsi: uno di loro aveva presentato istanza di sanatoria alla Questura di Napoli, senza però essere in possesso dei requisiti.
Settanta gli stranieri identificati e accompagnati in Questura per le verifiche, quattro i fogli di via consegnati a due coppie di giovani italiani.



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16 luglio 1999


A Corticella due arrestati su tre erano ricercati per spaccio

Blitz antidroga nel casolare



Blitz antidroga dell'Ufficio Stranieri della Questura in un casolare abbandonato, fuori Corticella, utilizzato come bivacco da extracomunitari senza fissa dimora.
Nel fuggi-fuggi generale, i poliziotti hanno bloccato tre tunisini, di età compresa fra i 22 e i 28 anni, trovati complessivamente in possesso di circa 40 grammi di cocaina, 8 ovuli di eroina e un flacone di metadone.
Ai tre stranieri è stato sequestrato anche denaro contante, quasi mezzo milione, ritenuto provento dell'attività di spaccio.
Uno dei tre arrestati, Brahim Zaide, di Sfax, era ricercato: deve scontare cinque anni di carcere a Verona.
Un secondo, Hassayn Lafi, un anno.
Nell'ambito dello stesso servizio, nella zona di Piazza XX Settembre gli agenti dell'Ufficio Stranieri hanno controllato una quindicina di immigrati: due tunisini sono stati espulsi ieri mattina e rimpatriati dall'aeroporto di Genova.
A Calderara di Reno, nel residence Bologna Due, sono state identificate cinque prostitute moldave.



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15 luglio 1999


Denunciato dai Cc, si difende: 'Sedili abbassati per nascondermi mentre chiedevo informazioni'

Un'indagine a luci troppo rosse

Agente scoperto con una lucciola sull'auto di servizio


Un agente della Squadra mobile sorpreso mentre era avvinghiato ad una prostituta dell'Est vicino al residence Bologna Due di Calderara di Reno.
Sorpreso all'una di notte, "in servizio straordinario", dai carabinieri anti-prostituzione, anch'essi in servizio straordinario e pronti a sostenere che il collega "dell'altro Ente" era inequivocabilmente impegnato in un'azione sessuale con una ragazza russa.
Neanche per sogno - ribatte lui - l'auto aveva i sedili abbassati, ma era per non farmi vedere. Le stavo chiedendo informazioni, stavo indagando.
Ribattono i carabinieri: Ah sì? E allora perchè non siamo stati avvertiti che una macchina di servizio della Questura si era portata nel nostro territorio per indagini?
Lui ribatte anche che i carabinieri hanno lasciato andare la prostituta senza nemmeno identificarla, ma è stata proprio lei - convocata il giorno dopo in caserma - a firmare le dichiarazioni contro l'agente di polizia e a dire che solo di sesso si era trattato.
Vero o falso, imbarazzo per l'agente di polizia in borghese, indagato soprattutto per peculato, seppure "d'uso": l'auto con i seggiolini abbassati trovata in zona di Calderara di Reno con dentro l'agente e la bella di notte è una Hyundai civetta assegnata alla sezione Buoncostume
della Questura.
Dopo la scoperta fatta da una pattuglia dei carabinieri della Compagnia di Borgo Panigale, la Procura ha dovuto aprire un'inchiesta, affidata poi dal pm Antonello Gustapane al Nucleo di polizia giudiziaria della Polizia.
È presto per dire come finirà, se alla fine i giudici crederanno ai carabinieri o al poliziotto.
Resta che non è la prima volta che agenti o ispettori della Questura finiscono sotto inchiesta per rapporti troppo ravvicinati con prostitute: negli anni scorsi si sono registrati almeno quattro casi di uomini della Questura costretti a difendersi di fronte ad accuse di prostitute e di colleghi.
E nel presente, l'agente della Mobile identificato a Calderara non è l'unico sotto inchiesta per peculato: anche un ispettore della sezione automezzi deve difendersi dalla stessa accusa, formulata ormai da più di un anno.



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14 luglio 1999


Abbandona l'auto per 7 anni, poi torna da Roma, non la trova e denuncia il furto

Lo smemorato della 126 beige



Dopo quanto tempo si può legittimamente pensare di ritrovare un oggetto dimenticato, lasciato in balìa del prossimo?
Bisognerebbe fare la prova e dipende evidentemente dal tipo di oggetto.
Prendete una macchina, per esempio.
Quanti anni si può credere che un'automobile possa rimanere parcheggiata in strada o in un cortile e rimanere lì dov'era e nelle stesse condizioni in cui è stata lasciata?
Un anno? Due? Tre?
Certo dipende anche dal luogo e dal tipo di macchina, però pensare di ritrovare una macchina esattamente nel posto dove era stata parcheggiata sette anni prima sembra davvero eccessivo.
Ma è sembrato del tutto normale al proprietario di una Fiat color beige, tipo di auto scomparsa ormai da tempo dalla circolazione, che è andato in Questura a fare una regolare denuncia di furto della sua vecchia 126 lasciata in parcheggio all'interno del residence Bologna 2 di Calderara nel 1992.
L'uomo ha dichiarato all'agente un po' perplesso ritrovatosi a raccogliere la denuncia che in quell'anno si era trasferito da Bologna a Roma e che, tornato dopo sette anni dalla capitale, si aspettava di ritrovare l'auto al suo posto.
La denuncia è stata firmata e l'automobilista rimasto a piedi forse spera che la polizia ritrovi davvero la sua vecchia utilitaria color beige.
Oltretutto, il residence di Calderara dove fino a sette anni fa il redivivo aveva la residenza, non è proprio un posto che passi sotto silenzio.
In sette anni ci saranno state centinaia di perquisizioni e blitz di polizia e carabinieri e se la 126 non è stata rubata, è stata sicuramente portata via per rottamazione forzata.
Capita spesso, dicono gli abitanti del residence più difficile di Bologna.
Ora, in un piazzale lì davanti c'è un camion abbandonato.
Sarà lì da un paio d'anni, ma nonostante le segnalazioni non l'hanno ancora rimosso.
Tempo ne rimane.
Curiosamente è targato Roma, ma chissà se l'automobilista rimasto a piedi dopo sette anni ha colto la coincidenza.



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9 luglio 1999


Prostitute, 15 miliardi di fatturato



Nello stabile di via Garibaldi 2 a Calderara vi è il più alto concentrato di prostitute dell'Emilia Romagna.
Il continuo viavai di prostitute, clienti e papponi provoca enormi disagi alle centinaia di studenti, lavoratori e pensionati che abitano lo stabile.
Spesso la prostituzione sfocia in gravi episodi di violenza.
La vicenda prostituzione in via Garibaldi 2 ha dell'incredibile: da anni circa 60 appartamenti sono abitati e usati come "luogo di lavoro" dalle prostitute.
Mai una volta un appartamento è stato sequestrato, come accade invece in ogni parte d'Italia.
Tutto questo nonostante si ripetano violenze, sfruttamento, speculazione e irregolarità.
La cosa più incredibile è che in questo periodo 21 appartamenti di via Garibaldi 2 sono all'asta, da circa un anno la Pretura ha intimato di lasciare liberi gli appartamenti, è stato nominato un custode giudiziario, ma gli appartamenti continuano ad essere usati dalle prostitute.
Come mai nessuno interviene?
Chi continua a speculare sui guadagni delle prostitute?
A chi le prostitute versano il pizzo?
Si può stimare che il fatturato annuo delle prestazioni delle prostitute che abitano in via Garibaldi 2 si aggiri sui 15-20 miliardi.
È una cifra pari all'intero bilancio del Comune di Calderara, e che fa riflettere.


Associazione per la rinascita di via Garibaldi 2



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4 luglio 1999


Ennesima protesta degli abitanti del Bologna 2

'Perchè nessuno sequestra
gli appartamenti delle lucciole'



Tornano all'attacco i cittadini di Calderara di Reno, quelli che abitano nel residence Bologna 2, considerato tempio della droga e della prostituzione.
La novità è che 21 appartamenti del complesso di via Garibaldi 2 sono all'asta, e da circa un anno la Pretura ha intimato di lasciare gli appartamenti ma, raccontano gli aderenti all'associazione per la rinascita del luogo, malgrado sia stato anche nominato un custode giudiziario, gran parte degli alloggi continuano ad essere usati dalle prostitute.
Come mai nessuno interviene?
Le proteste per la situazione del residence Bologna due sono ormai una costante.
È universalemente noto che nello stabile di Calderara vi è il più alto concentrato di prostitute dell'Emilia-Romagna - dicono i residenti. - Il continuo via vai di prostitute, clienti e papponi provoca enormi disagi alle centinaia di studenti, lavoratori e pensionati che abitano lo stabile. Spesso, la prostituzione sfocia in gravi episodi di violenza: poche notti fa l'ennesimo episodio, un morto, una prostituta ferita, un altro uomo arrestato. Ma nessuno fa nulla, nonostante la presenza abusiva delle prostitute in questi appartamenti. Chi continua a speculare sugli enormi guadagni delle prostitute? A chi le prostitute versano il pizzo?



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2 luglio 1999


Accusato di omicidio preterintenzionale il giovane che l'aveva picchiato per vendicare la donna

È morto l'aggressore
della lucciola moldava



È omicidio.
Giuseppe Greco, l'uomo trovato in fin di vita tre notti fa in un fosso di Borgo Panigale, è morto ieri pomeriggio attorno alle 13 e trenta all'Ospedale Maggiore.
Le sue condizioni erano apparse subito gravissime ai soccorritori, che l'avevano raccolto senza sensi nel cuore della notte, tra lunedì e martedì, a lato di via Marco Emilio Lepido.
I medici avevano diagnosticato la rottura dell'arteria giugulare, con conseguente ischemia cerebrale, cioè una insufficiente irrorazione dei tessuti cerebrali.
Ricoverato nel reparto rianimazione, Giuseppe Greco, 49 anni, calabrese, residente a Bologna in via Bondi, che lascia quattro figlie, non si è mai ripreso e i medici nulla hanno potuto fare per salvarlo.
La morte dell'uomo ha cambiato la posizione giudiziaria del giovane accusato di averlo duramente malmenato: Massimo Lauria, 27 anni, di Reggio Emilia, fidanzato della prostituta moldava picchiata da Greco.
Lauria proprio ieri mattina è comparso davanti al giudice delle indagini preliminari Stefano Marinelli, che doveva convalidare il fermo per tentato omicidio.
Non l'ha fatto.
Secondo il giudice non c'erano gli estremi per la convalida dal momento che non si poteva provare il pericolo di fuga a carico di Lauria, peraltro domiciliato in un porto di mare come il residence Bologna 2 di Calderara.
IL giudice Marinelli, però, ha accettato la richiesta di custodia in carcere per la pericolosità del giovane, ma con una nuova accusa, quella di lesioni gravi.
Paradossalmente la decisione del gip di cambiare capo d'accusa, dal tentato omicidio alle lesioni gravi, è stata smentita meno di due dopo, quando dall'ospedale Maggiore è stato ufficialmente comunicato che Giuseppe Greco era morto e dunque il pubblico ministero Lucia Musti è tornata a ipotizzare l'omicidio, questa volta non tentato ma preterintenzionale (vuol dire che Lauria voleva solo picchiare, non aveva intenzione di uccidere) e ha affidato una perizia al medico legale Anna Vercelli.
La ragazza moldava, che fa la prostituta in via Marco Emilio Lepido, ricoverata in ospedale la stessa notte e già dimessa ha raccontato di essersi appartata in un camion, quello di Greco e che quest'ultimo l'aveva picchiata perché lei rifiutava un rapporto non protetto.
Fuggita alla violenza dell'uomo, aveva chiamato il fidanzato, che dormiva vicino in auto,, che l' ha vendicata a pugni e con l'aiuto di una chiave inglese.
Massimo Lauria è stato fermato in ospedale dagli agenti della Mobile e del Commissariato Santa Viola.
Era accanto alla sua donna, con le mani ancora gonfie per i pugni dati a Greco.
Si indaga ora per chiarire come mai Greco da tempo aveva fatto perdere sue notizie (si dice anche che sia stato recentemente in Russia) e se ciò possa significare un coinvolgimento nella prostituzione.



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1 luglio 1999


In fin di vita un uomo di 49 anni a Borgo Panigale

Picchia lucciola
e viena aggredito

Lei ha chiamato in aiuto il suo 'fidanzato'


Tentato omicidio nell'ambiente della prostituzione a Borgo Panigale, una delle zone più soffocate dal racket.
Un italiano aggredisce una bella di notte moldava, anche con un coltello che estrae da una 24 ore, lei chiede aiuto al "fidanzato", un altro italiano che interviene e quasi uccide l'aggressore.
Storia oscura della periferia del vizio, con un uomo, Giuseppe G., 49 anni, calabrese trapiantato a Bologna, residente in via Bondi, zona Massarenti, in fin di vita all'ospedale Maggiore e un altro, Massimo L., 27 anni, senza precedenti, in stato do fermo nel carcere della Dozza con la pesante accusa di tentato omicidio.
La vicenda è venuta a conoscenza della Squadra Mobile, che l'ha risolta in poche ore, molto in ritardo rispetto al momento in cui è avvenuta, martedì mattina attorno alle 4 di notte, in via Marco Emilio Lepido.
All'alba un uomo, gravemente ferito, è stato trasportato al Maggiore da un'ambulanza.
Ma solo in tarda mattinata l'ufficio di Polizia del Maggiore scopre tra i degenti un caso che potrebbe essere degno di indagini e investe la mobile del dottor Renato Sansò.
Nello stesso ospedale una donna slava aveva denunciato nelle stesse ore di essere stata aggredita, guardacaso nella stessa zona.
Gli investigatori hanno cercato di vedere se tra i due feriti ricoverati (lei però ieri è stata dimessa, mentre lui lotta per sfuggire alla morte) ci fosse una relazione.
Una prima conferma è stata trovata osservando il giovane che era seduto a fianco del lettino della prostituta moldava, che aveva una mano enormemente gonfia.
Alla fine è stato ricostruito l'episodio, in base alle testimonianze della prostituta e alle mezze ammissioni del giovane reggiano.
Ma quali sono stati i motivi del litigio che si è trasformato in un dramma?
Secondo la testimonianza della donna, il 49enne l'avrebbe picchiata a sangue perchè lei si era opposta ad un rapporto non protetto.
Per vendicarsi delle botte, lei ha chiamato "il fidanzato" che dormiva al residence Athena di Calderara, arrivato in suo aiuto con una chiave inglese.
Giuseppe G. è stato duramente colpito fino a crollare a terra con la giugulare spezzata.
Il pm Lucia Musti ha avallato il fermo per la gravità del comportamento del giovane reggiano e ha già chiesto la convalida al Gip, che dovrà decidere anche se disporre la custodia cautelare in carcere.
Le indagini intanto continuano per capire se al di là dell'apparenza, sono altri i motivi dello scontro tra i due uomini e la donna.
Se cioè il gesto del "fidanzato" sia stato qualcosa di diverso di un gesto di amore e se la presenza dell'aggressore sia dovuta non tanto ad un rapporto sessuale ma a un problema di racket.



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