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L'Unita' 2005





  20 luglio 2005
9 giugno 2005 11 maggio 2005
10 maggio 2005 26 aprile 2005




20 luglio 2005


CALDERARA DI RENO


Parte "Dalla via Emilia all'Est": incontri tra culture



"Dalla via Emilia ...all'Est": una festa per favorire l'integrazione tra culture diverse che convivono nello stesso territorio è quella in programma per sabato 23 nella piazza Marconi di Calderara, organizzata dall'Associazione per la rinascita dell'area di via Garibaldi 2.
E' lì, infatti, che sorge il condominio Garibaldi 2: l'ex Bologna 2, ribattezzato con nuovo nome alla vigilia dei lavori di ristrutturazione che lo interesseranno.
E' il condominio, il Garibaldi 2, di cui si sente spesso parlare per situazioni di degrado ed emergenze sociali: lo stesso posto in cui convivono culture molto diverse (prevalentemente pakistani e magrebini).
Da lì nasce l'iniziativa che vuole favorire la comunicazione e l'integrazione.
Musica dal vivo e degustazione di specialità pakistane e cingalesi gli ingredienti della serata di sabato:
Un'oocasione per stare insieme e far conoscere ai calderaresi, e non solo, la nostra cultura, spiega Syed Qasim Abbas, un giovane pakistano che vive al Garibaldi 2 con la famiglia da 4-5 anni, e da 11 in Italia, dove lavora come elettricista.
E' bene che la gente cominci a giudicare gli stranieri come singole persone, e non sulla base di azioni negative compiute da uno e da pochi, spiega Qasim.
Che aggiunge: una festa può essere un'importante occasione per conoscersi. A maggior ragione quando dobbiamo fare i conti con una legge, la Bossi-Fini, che non aiuta gli stranieri ad integrarsi, ma anzi, li mette nella condizione di vivere in clandestinità.
Sabato, in piazza Marconi, nell'ambito della rassegna estiva del Comune che appoggia e aiuta gli stranieri suonerà un gruppo cingalese: i Lankans. Dalle 21.


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9 giugno 2005


Le vite, le paure e i sogni di tre donne migranti diventano teatro



Lingua, cultura, tradizioni, migrazione.
Il teatro dà voce e corpo alle esistenze di quelle donne che lasciano il loro paese di origine, decise a smettere di sognare e desiderose di iniziare a realizzare.
Io ...donna ... immigrata è lo spettacolo in scena questa sera (ore 21,30, ingresso libero, info 051 6155657), e lo spazio in cui si concretizza questa esperienza teatrale e di vita è un luogo particolare: una tenda berbera, la Tenda Kaidale, che il Teatro Reon ha allestito in questi giorni accanto al condominio di Calderara, il "Garibaldi 2" (ex Bologna 2), noto per la sua condizione di marginalità.
Sotto la tenda in questi giorni si svolgono laboratori per bambini, feste musicali, balli, degustazioni.
Questa sera è la volta dello spettacolo ispirato al testo omonimo di Valentina Mmaka (edito da Emi), diretto da Fulvio Ianneo, che mette in scena le vite di tre donne migranti, il loro senso di sradicamento, i loro sogni, le paure, la difficoltà di comunicazione, ostacolata dalla lingua di approdo, sconosciuta e ostile, con il suo patrimonio oscuro di significati culturali.
La nostra più grande sconfitta sarà quella di non vedere tra gli spettatori nessuna delle tante donne immigrate che vivono al Garibaldi 2, dice Anna Amadori del Reon.
Non ci saranno: difficile sapere perché. Sottomissione ai mariti, imbarazzo, retaggio culturale.
Forse ci sarà qualche ucraina, comunità che si è recentemente aggiunta a quelle corpose di pakistani, rumeni e magrebini (gli italiani sono pochissimi).
Gli operatori dei servizi sociali che operano all'interno del condominio non sono riusciti a convincerle.
Amadori pensa che sarebbe necessaria la figura di un mediatore culturale che il Comune non ha.
Fatto sta che loro, le donne, le protagoniste di questo spettacolo, spesso madri transanazionali come le chiama Barbara Pinelli (antropologia esperta di migrazione femminile), non ci saranno.
Chi non ha mai provato l'essere migrante non conosce quella parte di sé che crede essergli propria, ma non lo è davvero, perché coincide piuttosto con il suo "sé" culturale.
E Gabriella Ghermandi, giovane donna, mezza italiana mezza eritrea, (membro del comitato della rivista di letteratura della migrazione "El Ghibli") a fotografare con queste parole la condizione di chi, lasciata la terra di origine, si trova a doversi ambientare in un posto nuovo, sconosciuto, di cui la lingua è sintesi oscura, perché sintesi di un fitto groviglio di tradizioni e cultura.
Che genera fraintendimento, scatenando la quotidiana lotta per la costruzione della comprensione.
Le attrici sono tre donne africane francofone, che vivono in Congo e in Francia:
E' stato molto difficile trovare delle attrici africane, in Italia praticamente impossibile., spiega Amadori.
Reciteranno in italiano: Le parole sono come ciotoli che si sdruciolano sotto i denti, dice una di loro.
Sono i ciotoli dell'incomprensione, significati difficili da comunicare.
Le donne si raccontano sul palco, e il pubblico, forse, potrà conoscere meglio quella donna di servizio silenziosa che si aggira per la casa di una signora bianca.


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8 giugno 2005


Teatro


Il dramma delle immigrate



"Io ... donna ... immigrata" è lo spettacolo di Fulvio Ianneo con attrici africane che intepretano lo sradicamento delle immigrate.
Tenda Kaidale, Calderara 21,30


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11 maggio 2005


Punito per un'estorsione
il rumeno picchiato a Calderara



E' stata una vendetta, per farsi giustizia dopo un'estorsione, il pestaggio avvenuto domenica notte all'ex residence "Bologna Due" di Calderara di Reno, nel bolognese.
A scoprire il retroscena, già poche ore dopo il fatto, sono stati i carabinieri di Borgo Panigale, che hanno arrestato i quattro aggressori e anche la vittima, tutti romeni.
I primi, accusati di lesioni personali gravi e sequestro di persona, sono Marian Miulescu, 31 anni, impreditore edile residente a Bologna con la famiglia, unico dei cinque in regola con le norme di soggiorno, il fratello Mihail, 24 anni, e i cugini Tuiu Mondoiu Costica, 24, e Matei Nicolare, 25.
Degli stessi reati, oltre che di avere estorto 2000 euro all'imprenditore, deve rispondere anche il giovane aggredito, Costantin Gabi Badea, 25 anni.
Domenica sera, era stato raggiunto nell'alloggio dove abita, al secondo piano del residence, picchiato a sangue e caricato a forza su un fuoristrada, infine abbandonato in strada a San Lazzaro di Savena, dalla parte opposta della città.
Grazie alle descrizioni del fuoristrada utilizzato dagli aggressori, i carabinieri sono rapidamente risaliti al proprietario del mezzo, Marian Miulescu, che vive con la moglie e i figli in via Zanardi.
L'uomo, che i militari hanno atteso sotto casa, è rientrato all'alba di lunedì con il fuoristrada.


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10 maggio 2005


Raid al residence "Bologna due"
Giovane picchiato e sequestrato



Un raid punitivo, per vendicare un torto subito.
Sarebbe questo, secondo le prime indagini dei carabinieri, il probabile movente del pestaggio di un cittadino romeno di 26 anni, letteralmente massacrato di botte da alcuni connazionali all'interno dell'ex residence "Bologna Due" di Calderara di Reno, nel bolognese.
Il giovane, irregolare in Italia, si trovava in uno degli alloggi della struttura, dove poco dopo le 23 dell'altra sera ha fatto irruzione un gruppo di connazionali, entrati forzando la porta.
Il romeno, sempre secondo la ricostruzione dei carabinieri, è stato picchiato a sangue e trascinato a forza fuori dall'appartamento, poi caricato su un mezzo, forse un furgone o un fuoristrada.
Poco più tardi, gli aggressori lo hanno scaricato in strada nei pressi di San Lazzaro di Savena, dalla parte opposta della città.
Il giovane è poi riuscito a chiedere aiuto e a farsi portare all'ospedale Sant'Orsola, dove è tuttora ricoverato in gravi condizioni.


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26 aprile 2005


Per "Bologna 2", teatro di spaccio,
al via il risanamento da 15 anni


Il residence del degrado



Il momento della svolta è forse arrivato: parte la ristrutturazione del residence "Bologna 2" di Calderara di Reno, al centro di moltissimi episodi di cronaca nera degli ultimi anni.
Regione e Comune di Calderara investiranno quasi 15 milioni di euro.
Obiettivo, "risanare" il complesso, da decenni considerato teatro di spaccio e prostituzione.
Il progetto firmato nel 2003 prevede la suddivisione degli attuali tre corpi in 6 condomini autonomi con altrettanti vani scala a fronte dell'unico di oggi che collega i tre grandi blocchi.
Due di questi edifici saranno composti da 35 alloggi di edilizia residenziale pubblica, ricavati dall'acquisto da parte del Comune di 74 miniappartamenti.

Segue a pagina IV


URBANISTICA


Parte la riqualificazione di una struttura al centro di moltissimi episodi di cronaca nera.
Regione e Comune di Calderara investiranno quasi 15 milioni di euro
In 25 anni il palazzone si è fatto una "fama" pessima come luogo di spaccio e prostituzione.
Ma nei suoi mini alloggi hanno investito anche tante oneste persone


"Bologna 2", residence-mostro da umanizzare



L'imponente complesso verrà scorporato in 6 condomini.
In uno entreranno (forse) i carabinieri


"Svolta" anche nel nome: si chiamerà "Garibaldi 2" per abbandonare una definizione diventata ingombrante


Per la sicurezza siglata un'intesa con il ministero dell'Interno. Ma manca ancora l'ok alla caserma


Non serve un occhio attento per capire che il "Bologna 2" di Calderara di Reno, o meglio il "Garibaldi 2", come è stato ribattezzato alla vigilia dei lavori, abbia bisogno di importanti interventi di ristrutturazione.
Si comincia dal nome, per lasciare alle spalle le connotazioni negative di cronaca nera che "Bologna 2" porta con sé e per dare una nuova immagine positiva.
"Garibaldi 2", appunto, dal nome e il civico della via.
Un'eredità pesante che il piano di riqualificazione urbana dell'intero complesso voluto da Comune, Regione e proprietà, cercherà di cancellare con una spesa di 14.568.742 euro.
La struttura è imponente e fatiscente, il progetto firmato nel 2003 prevede pesanti lavori di recupero strutturale fra cui la suddivisione degli attuali tre corpi in 6 condomini autonomi con altrettanti vani-scala a fronte dell'unico di oggi che collega i tre grandi blocchi.
Due di questi edifici saranno composti da 35 alloggi di edilizia residenziale pubblica, ricavati dall'acquisto da parte del comune di 74 mini appartamenti.
Ora il Comune di Calderara è proprietario del 40% dell'immobile, proprietà fino a qualche tempo fa estremamente frammentata fra 150 privati e la società immobiliare "Gheo".
Durante i lavori il Comune trasferirà temporaneamente una trentina di nuclei familiari in altrettante "case parcheggio" sorte in una zona di espansione urbana.
Sono previsti interventi sugli impianti, lo smaltimento delle acque, le aree verdi, cortilive e della sosta.
Vicino al "Garibaldi 2" è stata realizzata una parte della pista ciclabile che lo collegherà con il centro del paese.
La messa a regime dell'intero complesso è prevista per il 2008.
L'obiettivo della bonifica è cambiare faccia al complesso operando su tutti i fronti del degrado: urbano, edilizio, demografico, sociale.
I cantieri sono al nastro di partenza, il progetto prevede l'inizio dei lavori nel primo semestre 2005, ma negli ultimi mesi qualcosa rischia di bloccare tutto.
Nel 2003 è stato siglato un accordo fra Ministero degli Interni, Prefettura, Regione e Provincia, per un progetto sulla sicurezza che prevede una delegazione di polizia municipale e la realizzazione di una caserma dei Carabinieri in alcuni locali al piano terra del complesso.
L'avvio dei lavori è fermo perché si aspetta il via libera definitivo alla realizzazione della caserma che tarda ad arrivare.
Le istituzioni locali sono in attesa di una posizione ufficiale in merito da parte del comando generale dell'Arma.
Nei primi mesi del 2005 ci sarebbero state anticipazioni ufficiose di un possibile diniego del comando provinciale.
Questo ora il nodo irrisolto che rischia di mettere in seria discussione il progetto, nel caso venisse meno la disponibilità del comando dei Carabinieri al progetto sicurezza verrebbe a mancare una condizione importante, perderebbe così credibilità, la presenza della caserma infatti ha una valenza qualificante per la vivibilità e per disincentivare attività illegali, garantendo più sicurezza agli inquilini.
Un mese fa il Comune di Calderara ha inviato una lettera ai Carabinieri per sollecitare una risposta, così come ha fatto rispettivamente l'assessore regionale alla Riqualificazione urbana Pier Antonio Rivola con il Prefetto e il Presidente della Regione Vasco Errani con il ministero degli Interni.
In attese di risposte le istituzioni faranno nel giro dei prossimi mesi il punto della situazione e prenderanno in considerazione eventuali ipotesi alternative.
Il timore di questa fase di stanca è che la gente abbia più paura e che sia un'occasione per far riemergere e riacutizzare fenomeni di piccola criminalità e attività illecite non nuovi alla struttura.
Il Comune ha in programma anche l'apertura di uno sportello sociale nel cortile del complesso per creare un contatto fra il paese e questa popolosa e variegata comunità, facendo usufruire i cittadini di servizi all'interno di questo contesto.




Dovevano essere 194 alloggi per uomini d'affari



Impossibile non notarlo, si vede da lontano questo imponente mostro di cemento armato prefabbricato.
Nato alla fine degli anni '70, il residence doveva servire per ospitare uomini di affari, funzione che non ha mai svolto.
Costruito in un'area extraurbana lontano da tutti i servizi, fin dall'inizio con prerogative è stato destinato al degrado e ad accogliere famiglie non tradizionali.
Il taglio dei 194 minialloggi, usati impropriamente come abitazioni, ha permesso ai proprietari di sfruttare una domanda intensiva.
Alcune immobiliari senza scrupoli in passato hanno affittato a malavitosi facendo diventare il complesso un luogo caldo per attività illecite di spaccio e microcriminalità.
A fasi alterne si sono vissuti periodi difficili e violenti, fatti di risse, retate, traffici di droga e prostituzione, incendi di auto con fiamme che lambivano gli appartamenti.
Le tante famiglie di inquilini onesti si sono sentite sole, indifese e impotenti di fronte a questi episodi.
L'ultimo grosso intervento per arginare questa situazione risale al 2001 quando la magistratura e le forze dell'ordine hanno allontanato circa 300 persone, fra lucciole e sfruttatori, in sole 24 ore, murando una settantina di appartamenti di malavitosi.
Da anni l'associazione per la rinascita dell'area denuncia e fa conoscere la realtà del Bologna 2 con le sue tante ombre, battendosi perché cambino le cose.
La situazione legale dello stabile è sempre stata anomala, il suo frazionamento è adatto solo all'accoglienza e non all'abitazione.
E' stata fatta una divisione abusiva dei locali.
Un'ala del Bologna 2 è collegata ad un albergo della catena Best Western, ma è difficile non notare il limite fra l'uno e l'altro, allo squallore e all'incuria del residence fra muri scrostati e finestre rotte si distinguono le pareti pulite e ordinate dell'albergo.
Unico segno di non essere in una landa sperduta la presenza davanti all'ingresso dello stabile della fermata dell'autobus.
Dsetinazione San Giovanni in Persiceto e stazione centrale.




Il mio investimento obbligato in questo 'hotel Inferno'



A traghettarci all'"Hotel Inferno", così l'hanno chiamato in occasione di uno spettacolo teatrale di qualche anno fa, è Ugo, 36 anni, laureato in ingegneria, un master di matematica applicata alla finanza appena concluso, impiegato in un call center.
Abita qui dal '98 quando ha deciso di comprare per 80 milioni un mini appartamento di 59 metri.
Ci viene incontro e ci fa strada, c'è spazzatura un po' ovunque, entriamo in una specie di androne, qualche anno fa hanno montato i citofononi, ma non servono perché qui le porte sono sempre aperte.
I nomi sulle cassette della posta già annunciano che gli italiani si contano su una mano.
La maggior parte sono nordafricani, pachistani, est europei.
Nel porticato ci sono perdite d'acqua, sporcizia e desolazione.
Sembra un luogo fantasma, ma in realtà è sovraffollato, qui vivono quasi 700 persone.
Il nostro cicerone ci mostra subito le parti peggiori, unica nota di colore uno spazio verde attrezzato alla meno peggio a campo di calcio.
Un grande locale al pian terreno nato per diventare un asilo condominiale ora è utilizzato come moschea.
Saliamo. Ugo vive al quinto piano, ma non usa mai l'ascensore.
Le scale però hanno pericolose finestre senza vetri.
Il primo e il secondo piano sono i più disastrati, man mano che si sale la situazione migliora e forse anche noi siamo più abituati a quello che ci circonda.
Ugo ci mostra casa sua che si affaccia su un ballatoio pulitissimo.
Le pareti sono tappezzate di articoli sul Bologna 2.
Ugo è convinto che le cose miglioreranno con l'aiuto di tutte le famiglie oneste.
E' un ottimista, non vuole andar via, è venuto ad abitare qui perché economicamente non aveva alternative, anche se ora questa scelta gli sta costando parecchio: ha perso molti amici, hanno tutti paura di venirlo a trovare, persino i suoi genitori.
Quanto a quel che ne sarà del Garibaldi 2 con il progetto di riqualificazione Ugo ha poche informazioni ufficiali, quel che vede però è che i lavori sembrano andare a rilento.


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