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La Repubblica 2005





1 settembre 2005 23 luglio 2005
8 giugno 2005 11 maggio 2005
10 maggio 2005 10 febbraio 2005




1 settembre 2005


Un altro incendio a Bologna 2



Un incendio in un appartamento del residence Bologna Due fa tornare la paura fra i 'dimenticati' di Calderara e ripropone l'emergenza in un palazzo dove vivono 160 famiglie in condizioni degrado assoluto.

Servizio all'interno


Le fiamme nel palazzo degradato in cui vivono 160 famiglie immigrate

Un altro incendio a Bologna 2
"Ma qui va tutto in malora"


Il residence, abitato da stranieri, versa in condizioni drammatiche. "Affitti alti ma nessuno fa nulla"


Esiste un progetto di riqualificazione da 24 milioni già finanziato che ancora deve partire


Un incendio in un appartamento del residence Bologna Due fa tornare la paura tra i 'dimenticati' di Calderara e ripropone l'emergenza in un palazzo dove vivono 160 famiglie in condizioni di degrado assoluto.
Le fiamme, l'altro pomeriggio, si sono sviluppate in un appartamento al terzo piano affittato a un pakistano.
Rogo accidentale, hanno sentenziato i vigili del fuoco.
Ma l'affittuario e i condòmini di altri due appartamenti danneggiati dal fuoco ora sono senza casa.
Un incendio. L'ennesimo.
Denuncia la situazione fuori controllo Angelo Rizzi, del comitato per la rinascita del Bologna Due, che parla anche di spaccio di droga in grande stile dentro e fuori dal palazzo. Serve un presidio di forze dell'ordine
Basta fare due passi nell'alveare di cemento in via Garibaldi per avere l'impressione di trovarsi in un altro paese.
Non è l'acqua usata dai vigili per spegnere l'incendio, per esempio, quella che scroscia dal soffitto del portico.
E' così almeno da un anno - racconta un marocchino che abita qui, 300 euro al mese per un appartamento di 40 metri quadrati - Nessuno fa niente e qui si rovina tutto.
Verissimo. Il fiume che dilaga dal soffitto forma una pozza piena di muschio sul pavimento, attraversa il solaio e finisce nel sotterraneo.
Vedi? ci sono le stalattiti sul tetto - mostra un altro pakistano indicando il soffitto - Nessuno fa niente.
Slogan ossessivo, ripetuto all'infinito.
Non si può dare torto a chi parla così.
Le aiuole sono una discarica a cielo aperto, c'è persino un water buttato giù dalle finestre e uno scooter.
Vetri rotti dappertutto. Altra sporcizia nei gabinetti sul retro.
Topi che banchettano nel pattume.
L'unico bar del palazzo è chiuso: Buon Natale 2002, c'è scritto sulla vetrina.
Eppure, per il Bologna Due c'è un progetto di riqualificazione già finanziato.
Un'operazione da 24 milioni di euro (6 messi a disposizione dalla Regione, 9 dal Comune di Calderara che possiede circa un terzo degli appartamenti, gli altri a cura di privati).
Quel progetto, che ha avuto il via libera del Viminale e il gradimento del 94 per cento dei residenti, prevede, oltre alla ristrutturazione, la creazione di 6 condomini: quattro di edilizia pubblica (Erp) gli altri privati.
Ma il progetto ha subito una battuta di arresto.
Non si farà, come invece i pubblici amministratori avrebbero voluto, la caserma dei carabinieri interna al palazzo.
La collocazione è giudicata inadatta dal Comando Generale dell'Arma.
Come dire: i militari restano lì dove sono adesso, nella stazione in paese, più vicini ai cittadini.






L'INTERVISTA

Il sindaco di Calderara Prencipe


"Facciamo tanto ma qui servono maggiori controlli"



Lo so, i giardini sono sporchi, ci sono montagne di pattume e l'acqua cola giù dai soffitti. So tutto. Come amministrazione, abbiamo fatto tanto. Segnalazioni ai CC, alla Prefettura, al condominio. Pulizie straordinarie anche nelle zone condominiali, ma tempo due mesi e tutto ritorna come prima.
Allarga le braccia Matteo Prencipe, sindaco di Calderara.
Il Bologna Due è come un buco nero e quando si parla di Calderara, viene in mente solo quello.
Il degrado, la criminalità, la sporcizia. E non è giusto - replica il sindaco - sembra che noi non facciamo nulla, ma non è così. Se ci fossero le condizioni per far partire il progetto di riqualificazione, saremmo pronti in quattro mesi. Abbiamo costituito una società patrimoniale ad hoc per la gestione economica e tecnica. La caserma dei CC al Bologna Due è una condizione necessaria perchè il progetto venga portato a compimento. Da parte nostra siamo pronti a mettere i nostri vigili accanto ai carabinieri. Di più non possiamo fare.
Viena da chiedersi cosa accadrebbe se i tecnici dell'Ausl venissero a ficcare il naso nelle cantine allagate o nelle aiuole piene d'immondizia. Minimo minimo, la richiesta di un'ordinanza urgente di bonifica.
Il nostro servizio di raccolta rifiuti, curata dalla Geovest, non può spingersi fin dentro il palazzo - dice Prencipe - Ma quello che mi preoccupa, anche, è la probabile presenza di clandestini. E queste verifiche spettano alle forze dell'ordine.


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23 luglio 2005


Festa etnica



Dalle 20 in piazza Marconi a Calderara di Reno festa etnica "Dalla via Emilia all'Est" con degustazione di piatti tipici di India, Pakistan e Srilanka e dalle 21 concerto dei Lankans con musica cingalese.


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8 giugno 2005


Tre immigrate africane tra marginalità e nostaglia



Scrittrice, prostituta e cameriera raccontano la loro esperienza sul palco di Calderara


Tre donne immigrate da paesi africani intrecciano sulla scena i loro destini.
Si mostrano, cantano, danzano e raccontano il senso di spaesamento, la marginalità, la nostaglia dei luoghi d'origine per dimostrare la loro presenza al mondo.
E' lo spettacolo Io donna immigrata. Volere, dire, scrivere, una produzione di Teatro Reon, Centro Culturale d'Egitto a Parigi e Compagnia Utafika Teatro della Repubblica del Congo, che debutta in anteprima nazionale oggi e domani alle 21,30 nel Teatro Tenda Kaidale che Teatro Reon ha allestito vicino al condominio via Garibaldi 2 a Calderara di Reno dove ha organizzato la rassegna "Micro M'Hondes".
Lo spettacolo, col patrocinio Unesco, è basato sull'omonimo testo di Valentina Mmaka, scrittrice italo-sudafricana, che il regista Fulvio Ianneo porta in scena.
Protagoniste sono tre donne immigrate, la scrittrice Farida, la prostituta Drasla e la cameriera Alina che raccontano le loro esistenze in una terra straniera, nel cantare e nell'affermare che la differenza è la vera ricchezza del mondo.
Quando ho pensato di mettere in scena il testo - spiega Ianneo - volevo trovare attrici professioniste provenienti dai paesi d'origine proprio per mettere in luce la difficoltà di parlare l'italiano e di adattarsi a una cultura e a una società nuove. Questo è diventato il nucleo drammaturgico e le interpreti sono diventate due attrici della compagnia Utafika, ovvero Joujou Dipesa Mbamba e Astrid Mamina Kayembe per i ruoli di Alina e Drasla, e Imane Khalil Combes, egiziana che abita in Francia, contattata attraverso il Centro d'Egitto a Parigi.
Per affrontare i temi dello spettacolo oggi alle 11 è previsto un incontro nel complesso di Santa Cristina (piazzetta Morandi-via Fondazza) a cui partecipano le attrici, l'autrice del testo ed esperte di migrazione.


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11 maggio 2005


CALDERARA

L'Arma: il Bologna 2 non avrà la stazione



Una caserma dei Cc al residence Bologna 2 sarebbe penalizzante per la stessa popolazione di Calderara, vista la posizione decentrata del fabbricato.
Il comando generale dell'Arma, con una nota del comandante provinciale dei Cc Agostino Papa, risponde così al sindaco di Calderara che non era ancora stato informato ufficialmente sugli effettivi motivi del diniego.
La lettera per il sindaco - dice un alto ufficiale - è stata spedita il 22 marzo.
Ma la missiva non è mai giunta a destinazione.


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10 maggio 2005


Un commando di connazionali ha fatto irruzione in un appartamento

Bologna2, torna il sangue
accoltellato un romeno



I residenti: "Subito la caserma dei Cc"


Una "punizione feroce" sulla quale stanno indagando i carabinieri
L'uomo è stato abbandonato in un campo. Ora è grave in ospedale


Ristagna il progetto di riqualificazione del Bologna2.
La Regione ha già reso disponibile parte dei 13 miliardi di vecchie lire necessari per l'operazione, il Viminale ha dato l'ok per la costruzione dentro il "palazzo della mala" a Calderara di Reno di una caserma dei Cc, ma il cantiere resta ai blocchi di partenza.
E' un problema interno all'arma - dice il sindaco Matteo Prencipe - Abbiamo chiesto spiegazioni: da due mesi siamo in attesa di una risposta.
E intanto in via Garibaldi 2 torna a scorrere il sangue.
L'altra notte un commando di rumeni - quattro persone - ha fatto irruzione in un appartamento al secondo piano e ha pestato ferocemente un connazionale.
Un ragazzo di 26 anni, clandestino.
Pestato, accoltellato e sequestrato - racconta un testimone - Un'aggressione orchestrata. C'erano due "vedette" all'ingresso che impedivano a tutti di entrare. Uno del commando aveva un coltellaccio. Hanno continuato a pestare quel poveretto mentre lo trascinavano giù per le scale. Poi lo hanno caricato su un auto 4X4 scura e sono fuggiti.
L'uomo è stato abbandonato dalla parte opposta della città.
E lì è rimasto a lungo, a quanto sembra, fintantoché qualcuno se n'è accorto e ha chiamato il 118.
Il giovane è ricoverato al Sant'Orsola, in condizioni molto gravi.
I carabinieri parlano di feroce punizione.
Sono scattate le indagini e in serata i Cc d'intesa col pm Giuseppe di Giorgio, hanno fermato i quattro presunti aggressori: per loro l'accusa è lesioni gravi.
Sono tre clandestini - alla Dozza - e un altro in regola col soggiorno, ai domiciliari.
Questi avrebbe ammesso alcune responsabilità.
Angelo Rizzi, portavoce dell'associazione per la rinascita del Bologna 2, anche lui testimone della lite, dice di aver visto addirittura un machete nella mani di uno dei picchiatori.
Punizione e vendetta feroce. Per una questione di soldi: alcune migliaia di euro vantate dalla vittima, pare punita per la sua "arroganza". Nulla di certo, però.
Concreto, invece, il disappunto del sindaco per un progetto nel quale tutta la comunità del Bologna 2 ha creduto e che, incredibilmente è ancora fermo.
Un'operazione di cui la caserma dei Cc è parte integrante, e anche per questo passata positivamente al vaglio del Ministero dell'Interno.
Potremmo aprire i cantieri in 4/5 mesi - dice il sindaco - Due mesi fa il comandante provinciale dell'Arma, il colonnello Agostino Papa, ci ha fatto sapere che ci sono problemi per l'allestimento della caserma nell'edificio. Abbiamo chiesto che le ragioni di questo intoppo venissero comunicate formalmente all'amministrazione. Aspettiamo ancora una risposta. Non vorremmo che l'attesa pregiudicasse l'intero progetto. Anche perché abbiamo già approntato una cinquantina di case parcheggio per ospitare gli inquilini durante la ristutturazione. A tutt'oggi, sono vuote.


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10 febbraio 2005


Masotti, Brizzi e Cavedoni in una finestra sul web discutono di usi e costumi della città

Lo spettro dello Bolognesità



Miti, tic, conformismi della "Dotta" demoliti on line


Un ectoplasma elettronico s'aggira pcr la rete: un "fantasma", potremmo dire, considerando la sua dimensione prettamente locale.
E' lo Spettro della bolognesità, il blog nato 1'8 novembre del 2004, pcr iniziativa del grafico-musicista Danilo "Maso" Masotti (da anni colonna della band New Hyronja), dello scrittore Enrico Brizzi e dell'ex Skiantos Stefano "Sbarbo" Cavedoni.
Tutto quello che avreste voluto sapere su Bologna, i suoi abitanti, i tic e le indigeribili ovvietà che lo Spettro della bolognesità porta impietosamente a galla lo troverete sulle pagine visibili all'indirizzo on line.
Stanchi degli stereotipi? Stufi dei luoghi comuni tipo "Bologna è una città a misura d'uomo" ed altre amenità che continuano a circolare in una vulgata turistica, desueta e ormai, per i critici più impietosi, priva di fondamento?
Maso e il resto della redazione di cui fanno anche parte i misteriosi Innovari, il Cinno dei Brustulli e Luomodidietro rivoltano la città come un calzino, smantellando la bonaria immagine che Bologna (la rossa? la grassa? la dotta?) ha costruito su di sé nel corso degli anni.
Proponendo rubriche che offrono scorci sullo slang bolognese, elenchi di frasi fatte tipo Quando torno da un viaggio ed in lontananza vedo San Luca. mi sento già arrivato a casa... o Bologna avrà tutti i difetti che vuoi, ma quando piove ci sono i portici e non ci si bagna, fenomenologie dei giovani indigeni o istantanee delle strade più brutte e dei palazzi più agghiaccianti della città.
Lo Spettro salta gioiosamente di palo in frasca obbedendo all'estro dei redattori e dei visitatori del sito che, dalla sua nascita, sono stati più di ventimila.
Ogni giorno almeno quattrocento tra indigeni, fuorisede e "oriundi" si collegano al blog e dicono la loro, costruendo una guida alternativa di Bologna in cui cinismo, disincanto e nostalgia si mescolano invariabilmente, alternando le disquisizioni sul Tortino Porretta, a reportage sulla vita in città o considerazioni sulla gestione della "res publica" locale, suggerite quotidianamente dalla cronaca cittadina.
Come ogni blog, anche lo Spettro ospita: link a siti di personaggi amici o in qualche modo organici alla filosofia del sito riuniti sotto la dizione "Persone di un certo livello": c'è il collegamento alla home page di Angelo Rizzi (figura assai familiare in città: è lui che fa colletta per le strade del centro, avvicinando i passanti con il suo proverbiale "Aiutami ti prego"), webmaster e battagliero inquilino del tristemente famoso condominio "Bologna 2" di Calderara.
C'è il link al sito del chitarrista di strada Beppe Maniglia, c'è quello che porta a visitare la vetrina elettronica del Presidente del Consiglio Provinciale, il diessino Maurizio Cevenini, o il collegamento che conduce alle pagine dedicate al solitario agitatore culturale Valerio Zekkini.
Insomma, lo Spettro della Bolognesità è una vera e propria miniera di non-luoghi comuni e demitizzazioni (anche con piglio iperbolico) proposte e raccolte da chi non ne può più della paciosa e bonaria immagine che Bologna si è ritrovata cucita addosso.
Questa sera dalle 19 alle 22, al Self Service Pause, di Piazza Malpighi (incrocio via San Felice); in occasione del "680 (6 euro e 80 centesimi, il costo della cena) Blog Miting", potrete desinare con Maso, Innovari e simpatizzanti e tentare, davanti a una scodella fumante di lasagne, di risolvere l'impalpabile e sottile interrogativo sulla vera natura dello spirito della bolognesità.


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