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Mongolfiera 1991




Secondo numero Primo numero




Secondo numero settembre 1991


DOPO IL SERVIZIO DEL NUMERO SCORSO,
CONTINUIAMO A PUBBLICARE DOCUMENTI E NOTIZIE

"Bologna 2"
cosa intendono fare le autorità?



Ci è voluta la tragica fine di un bambino di 7 anni, Tommaso Fontana, (precipitato con la sua piccola bicicletta dal parapetto troppo basso del terrazzo) per alzare il velo di silenzio sulle condizioni di vita degli inquilini del residence "Bologna 2" di Calderara di Reno

I giornali, finalmente, se ne sono "accorti" e le cronache locali dei quotidiani hanno dato spazio alle disperate denunce degli abitanti dello squallido stabile di via Garibaldi 2, alle porte di Calderara di Reno.
E sono denunce di speculazione e strozzinaggio fatte su persone già costrette ad abbandonare il loro paese di origine per cercare una possibilità di lavoro.
La situazione che si è determinata all'interno del residence è alquanto dinamica.
Diversi inquilini hanno deciso di reagire, autoriducendo gli "affitti-rapina" (superiori al milione al mese per monolocali da 30 metri quadri).
Una petizione (con più di 50 firme), con allegato un dossier, è stata fatta arrivare sulla scrivania del Prefetto Sica.
Un Consigliere Comunale di Calderara, Michele Ruffo (PSI), ha rivolto una interpellanza al Sindaco Valerio Armaroli (PDS) il quale si "ostina" a ribadire che gli strumenti per sanare guasti che vengono da lontano sono scarsi:
L'unica chance è il cambio di destinazione d'uso, con variante al PRG, ma occorreranno almeno due anni.
Intanto, nei documenti che continuano a pervenirci e che di seguito pubblichiamo, si potrà notare come l'attività delle diverse proprietà degli appartamenti non sia proprio delle più limpide.
Il documento 1) è una ricevuta di deposito cauzionale;
il documento 2) un sollecito di pagamento da parte dell'Acoser al condominio di via Garibaldi per bollette insolute di 104.673.000 per utenza gas.
È di certo singolare che queste immobiliari, come GE.AL e SIGMA, così premurose a richiedere i crediti per i canoni di affitto agli inquilini (vedi documento 3), siano così tardivamente insolventi a pagare bollette del gas che pure si fanno "rimborsare" dagli affittuari.
Per ultimo, vogliamo rispondere alla "cortese" missiva (su carta ecologica riciclata al 100%) del Geom.Giorgio Garavaglia. amministratore del condominio di via Garibaldi 2, che così ci scrive:
Spett. Mongolfiera, un partecipante del condominio intestato mi ha usato la cortesia di farmi copia del vostro numero attuale; analoga cortesia chiedo a voi, di volermi precisare come debba essere intesa l'ultima riga della pagina 13 che misi riferisce.
In attesa, grazie e distinti saluti.

L'ultima riga di pag.13 del n°152 di Mongolfiera così riportava:
Decisamente un buon business.
Per rispondere con altrettanta "cortesia", che il Geom.Garavaglia senz'altro merita, abbiamo consultato il dizionario Mondadori di inglese-italiano, italiano-inglese e al sostantivo "business" corrisponde quello italiano di "affare".

Gli abitanti del "Bologna 2" di Calderara di Reno hanno deciso di onorare Tommaso Fontana. il bambino di 7 anni precipitato dal terzo piano e morto, alla fine di una sfortunata corsa in bicicletta sul lungo pianerottolo.
Versando in una cassa comune mille lire ognuno hanno accumulato la somma necessaria a pagare la realizzazione di una "lapide" con foto incastonata che è stata murata nel punto in cui Tommaso è morto, perché a futura memoria sia letta e meditata l'epigrafe che la illustra con queste parole: "Qui cadde cadde e morì Tommaso Fontana di anni 7 il 13 settembre 1991 GIOCANDO".
Nel prato antistante sarà interrato un albero (un tasso) che una volta cresciuto raggiungerà l'altezza di dieci metri, dono della Azienda Agricola Bergonzoni.
Il Sindaco di Calderara ha assicurato che sarà presente in compagnia di una qualificata rappresentanza del Consiglio Comunale, al momento della cerimonia di inaugurazione prevista per domenica 29 alle 10.


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Primo numero settembre 1991


POSSIBILE CHE ALLE PORTE DI BOLOGNA, A CALDERARA DI RENO, ESISTA UN'AREA DIVENTATA ZONA FRANCA PER LA CRIMINALITÀ; E OGGETTO DI SPECULAZIONI LOCATIVE ILLECITE?
LA DENUNCIA È CONTENUTA IN UNA LETTERA APERTA-IL CUI PRIMO DESTINATARIO È IL PREFETTO DOMENICO SICA-GIUNTA NELLA NOSTRA REDAZIONE COME IN QUELLE DEGLI ALTRI ORGANI DI STAMPA CITTADINI.
I FIRMATARI SONO PERSONE CHE VIVONO PRESSO IL "RESIDENCE ATHENA".
UN GROSSO COMPLESSO ABITATIVO NEL COMUNE DI CALDERARA, PIÙ NOTO-CON CATTIVA FAMA-COME "BOLOGNA 2".
PER VERIFICARE LE ACCUSE CHIEDEVANO L'INVIO DI UN REDATTORE. SONO STATI ACCONTENTATI


"BOLOGNA 2"

La fatica di vivere



Sicuramente è un reato estetico.
Sarà dubbio se sia una zona franca rispetto alla leggi penali e civili, ma indiscutibilmente il "Residence Athena" non ha un bell'aspetto.
Battezzato alle origini "Bologna 2", fronteggia la fabbrica della Stiassi lungo via Garibaldi, la strada che da Bologna porta a Calderara.
Color gigio-cemento, facciata spiovente completamente formata-come un'alveare-da balconi continui divisi solo da una sottile parete, l'edificio è costituito da tre corpi abitativi-nomenclatura condominiale-di sei piani ciascuno.
Il tutto a forma di T, con l'asta che si inoltra nella campagna retrostante.
Completamente isolato, è sprovvisto di qualsiasi servizio, per usufruire del quale bisogna raggiugere Calderara (il 91, unico bus utile passa ogni mezz'ora fino alle 19,30, la domenica non va).
Unico punto di socializzazione è il bar al piano-terra, con i suoi tavolini e biliardini.
La lettera di denuncia, sottoscritta da 16 persone ma condivisa-affermano i firmatari-da almeno altre 70, parla di un complesso sovraffollato, dove si è costretti a sborsare affitti mensili superiori al milione per appartamenti da 30 mq.
In più riferisce di come sia frequente essere spettatori e/o vittime di furti e atti di violenza.
Tutto ciò garantito da dubbi contratti a foresteria stipulati con proprietari che non esitano a tagliare acqua, luce, gas e riscaldamento agli inquilini morosi.
E condito dall'impotenza dell'amministrazione comunale e dei locali carabinieri.
In effetti ora, ma un pò da sempre, "Bologna 2" è una piccola Torre di Babele.
La struttura comprende 236 miniappartamenti tutti uguali (un paio di metri di corridoio di ingresso, soggiorno con angolo-cottura, camera da letto senza finestre, balcone, bagno) di variegata appartenenza.
Abbiamo persone che abitano il vano di loro proprietà, altre che ne possiedono un numero esiguo, affittandoli in proprio.
Ma vi sono anche delle concentrazioni proprietarie e di gestione, facenti capo a delle immobiliari.
Questi trust si impersonificano nel geometra Antonioli, amministratore della società "Sigma" ed Ernestino Lunghini, amministratore della Ge.Al. (Gestione alberghi).
Due personaggi molto chiacchierati.

Antonioli, oltre ai tre appartamenti della "Sigma", nei fatti controlla anche quelli di un cartello societario-per un totale oscillante tra 70 e 90-il cui trait d'union sembra essere la cultura e la geografia ellenica: "Athena", "Smirne", "Poseidon", "Eta".
Il comune di Calderara gli aveva rilasciato la licenza alberghiera per gestire questi vani.
Ma dalla metà di agosto gli è stata revocata.
Ora Antonioli sarebbe tenuto a consentire la permanenza solo ai presenti prima del provvedimento, non accettando nuovi arrivi e tantomeno riscuotendo affitti.
Cosa che invece ha fatto dando "ospitalità", in data 30 agosto, ad Abderrahim Reffa, un giovane operaio marocchino.
Il "favore" costa il solito milione e passa al mese che Abderrahim riesce a sostenere vivendo con altre tre persone.
Lunghini controlla invece una ventina circa di appartamenti mediante contratti di affitto in cui i proprietari lo autorizzano a sub-affittarli.
Non a gestirli come un albergo, con relative tariffe, ma senza i servizi corrispondenti, come fa ora.
E per questo nei suoi confronti pende una denuncia dell#039;amministrazione comunale.
Inoltre Lunghini si distingue nel comminare sanzioni agli affittuari inadempienti.
Parte con il taglio delle utenze di consumo per arrivare allo sfratto.

"BOLOGNA 2" VOCI DA DENTRO

Le storie di vita a "Bologna 2" confermano il mix poco piacevole: sfruttamento su quel bisogno primario che è la casa, unito a episodi di criminalità.
Questi ultimi fortunatamente in calo rispetto al passato, ma sufficienti a rendere la vita insicura, a rinfocolare la cattiva fama acquisita nonché pregiudizi e discriminazioni.
Chi parla è un microcosmo umano costretto ad abitare a "Bologna 2" per mancanza di alternative, negate da un mercato immobiliare bloccato.
Ufficialmente 330 persone: 272 adulti e 58 minori.
Immigrati meridionali, extracomunitari, casi di disagio e debolezza sociale come ragazze madri, beneficiari di assistenza pubblica, handicappati.
Per lo più gente che nel bolognese ha trovato lavoro, quasi sempre quelle occupazioni di manovalanza ormai rifiutate dagli "indigeni".
Accanto a questa maggioranza di lavoratori convive una minoranza che ha avuto problemi con la legge: prostitute, "pappa", spacciatori di droga, persone che a vario titolo sono soggette a restrizioni della libertà personale.
Ma la colpa non è di quella maggioranza.
Antonio Russo, 32 anni, viene da Afragola in Campania e fa il muratore.
Fu il suo primo datore di lavoro a fargli conoscere "Bologna 2": abitava con quattro colleghi, nei soliti 30 mq., nella foresteria della ditta.
Ho dormito dei mesi col materasso per terra-racconta Antonio-ma dividendo l'affitto era sopportabile.
Ora ho con me mia moglie e il mio bambino.
Così ho preso un appartamento solo per noi.

E tirare avanti è diventato durissimo.
Guadagno a seconda di quanto mi fanno lavorare-spiega-e mia moglie è disoccupata.
A giugno, per esempio, ho preso 690.000 lire, ma ho dovuto ugualmente pagare l'affitto di 800.000 più spese varie di cui non vedo mai le bollette.

Ma i problemi non finiscono qui.
L'altro giorno mio figlio è tornato a casa giocherellando con una siringa: era di quelle per bucarsi, tutta piena di sangue.
L'aveva trovata giocando nel prato qui dietro.

Hamid Hssine, marocchino ventiquattrenne, è un Gullit in versione nordafricana.
Vive a "Bologna 2" da un anno e mezzo insieme a Samira, che è sua moglie, e suo fratello.
Dopo due anni di legge alla Sorbona di Parigi, è, in Italia è stato clandestino per qualche mese; si è regolarizzato con la legge Martelli, ha trovato lavoro presso la Fochi-una grossa ditta nel settore delle grandi infrastrutture-come magazziniere.
Lavoro duro, senza problemi-si sfoga-ma mi sento derubato.
Hamid, in media, guadagna poco più di 1.200.000 lire al mese che servono quasi tutte a pagare la sua casa.
Ogni mese la mia busta paga è dimezzata-continua-sono costretto a prendere continuamente degli anticipi per vivere.
È stato paziente:
Ho parlato al sindaco della mia situazione tante volte che ormai si ricorda di me.
Mi dice che sono in un ambito privato, in un albergo, dove non può intervenire.
E non cambia parere neanche quando ribatto che lì ho la residenza, quindi sono un suo cittadino.

La sfiducia ha un pò contagiato Hamid, perché questa situazione mi sta svuotando dentro, ma adesso è stanco e deciso.
Questo mese mi autoriduco l'affitto-promette-non posso pagarlo.
E mi cita L'altra sera alla radio dicevano che è un diritto per chi lavora nella CEE non spendere più di un quarto del reddito per l'alloggio.
Ma l'Italia, Calderara, dove si trovano?

Alberto Mancinelli, 37 anni, ha un handicap fisico che lo fa sembrare un ragazzino.
Mentalmente è lucidissimo.
Vive della sua pensione di invalido civile, poco più di 1.100.000 lire mensili che sono quasi integralmente travasate nell'affitto.
È solo, dopo la morte dei genitori e i matrimoni di fratelli e sorelle.
È finito qui nel 1982, scontratosi con un mercato immobiliare che, già allora, offriva poco.
Ogni mese della pensione non mi resta nulla-dice-e così devo lasciare dei pagamenti in sospeso.
Il 3 settembre Alberto ha ricevuto una ingiunzione di pagamento per circa tre milioni: poco più di due milioni di arretrati e circa 800.000 di canone per settembre.
Se non adempirà entro la fine del mese, gli saranno prima tagliate le utenze e poi sarà sfrattato.
Sono terrorizzato-si confida-dove andrò a finire? I miei parenti hanno i loro problemi, non sono in grado di ospitarmi.
E c'è già stato un precedente: dopo lo sfratto, una inquilina morosa ha dormito per giorni nella sua 127 parcheggiata sotto il complesso.
Solo una telefonata del sindaco ha costretto la gestione a reintegrarla.
I firmatari della lettera di denuncia chiedono di essere ascoltati e difesi, affinché la rabbia non ci porti ad azioni che finora abbiamo evitato.
E purtroppo un'occasione potrebbe essere vicina: l'Acoser ha minacciato di tagliare il gas all'intero condominio.
Ci sono bollette non pagate per quasi 105 milioni.

"BOLOGNA 2" VOCI DA FUORI

A Calderara tutti ammettono, dal gestore del "Bar 2.000" nella centrale via Roma al parroco Francesco Cupini, che la brutta fama di "Bologna 2", rimane.
Una brutta faccia è ancora associata a quel posto-riconosce il barista-ma io conosco tanta gente che frequenta il mio esercizio, abita lì, e si è sempre comportata bene.
Anche Don Francesco è dello stesso parere, ricordando come diversi residenti nel complesso frequentano la parrocchia.
Anche se la Chiesa non ha fatto nulla-ammette-in quel luogo.
Valerio Armaroli è dall'81 il sindaco del monocolore PDS al governo cittadino (14 consiglieri su 20).
Respinge le accuse di trascuratezza e inerzia spiegando come è nato il pasticcio, quali inizaitive ha preso e perché sono fallite.
Tutto nasce da un peccato originale.
Se nella licenza edilizia avessimo vietato la vendita del complesso a lotti, consentendola solo in percentuale e lasciando la proprietà indivisa, probabilmente non saremmo a questo punto.
Così avremmo impedito
-continua Armaroli-a privati e società immobiliari di comprare i singoli vani, utilizzandoli come gli pareva e non nell'ambito di una unitaria gestione alberghiera.
E questo tipo di conduzione è sempre stato l'obiettivo del comune.
Sia per conformità al piano regolatore e al progetto iniziale-puntualizza il sindaco-sia perché è il modo migliore per garantire l'ordine pubblico.
In un albergo le forze dell'ordine entrano quando vogliono, in una residenza ci vuole un mandato di perquisizione.

Invece per anni hanno coesistito un albergo e un condominio residenziale, inibendosi a vicenda.
Ciò rendeva ad esempio impossibile controllare l'andirivieni di gente, essendo le entrate in comune.
Constatato il fallimento della gestione alberghiera, compresa l'ultima della Sigma-sintetizza Armaroli-avremmo potuto chiudere la struttura.
Sa cosa sarebbe successo? Avremmo sgombrato i delinquenti, ma anche tante famiglie che sono lì per avere un tetto sopra la testa.

Ma cosa farà il sindaco a questo punto?
Credo che finiremo per cambiare la destinazione d'uso del suolo-risponde-prendendo atto che oramai "Bologna 2" è un condominio, anche se ciò comporterà dei problemi.
E richiederà tempo, almeno due anni.
Intanto per tutelarsi nelle locazioni-consiglia-devono rivolgersi alle apposite associazioni.
Io non posso fare altro.

E la raccomandazione viene confermata dal SUNIA, il sindacato degli inquilini della CGIL:
Non abbiamo mai avuto molte denunce da quella situazione, ma le poche hanno quasi sempre avuto successo, riuscendo ad ottenere l'equo canone.
Ma a "Bologna 2" lo sapranno tutti cos'è il SUNIA?
La lettera è esagerata-afferma il maresciallo Cosimo Attanasi, dal '79 comandante della stazione di Calderara-in passato era un caso preoccupante. Ora non più.
Il maresciallo conferma che nel complesso vive una persona soggetta agli arresti domiciliari e che "belle di notte", come le austriache dei viali bolognesi, vi hanno trovsto casa.
Riconosce che c'è qualche denuncia per un furto di troppo.
Ma non fa una piega.
Continueremo ad avere un'occhio di riguardo per quell'area-promette sicuro e quasi ironico-come sempre prevenendo, verbalizzando e reprimendo ogni reato.
Poi prosegue chiarendo: Oltre questo, con i miei gradi, non posso fare.
E i superiori, il prefetto, la magistratura? Sono stati informati, conclude.
Intanto le vicissitudini di "Bologna 2" si trascinano da più di un decennio.

"BOLOGNA 2" LA STORIA

Il "Residence Athena" nasce, come casa-albergo, verso la fine degli anni Settanta.
Lo scopo è quello di ospitare la manodopera attratta nel circondario dallo sviluppo produttivo che inizia prorio in quegli anni.
La prima gestione, della società "Bologna 2", fallisce quasi subito, originando un valzer di tenutari.
Verso la metà degli anni Ottanta gli ultimi della serie, con un'amministrazione alla "prendi i soldi e scappa", lasciano il complesso in balia delle onde: mancano acqua, luce, gas, riscaldamento, nessuno pulisce più scale e portoni, gli ascensori si bloccano.
Sono gli anni peggiori, durante i quali le immobiliari fanno incetta di vani
a prezzi stracciati.
Contemporaneamente cresce la presenza criminale, favorita dalla sopravvenuta difficoltà nei controlli.
Nel febbraio '85 l'episodio più grave: un tossicodipendente muore accoltellato nello stabile.

Da allora la situazione si è tranquillizzata, anche se ogni tanto qualcosa si "rianima".
Ad esempio mesi fa una donna ha ferito il suo compagno mentre entrambi venivano scortati in caserma dai carabinieri.
Ordinaria amministrazione sono furti negli appartamenti, alle auto e ad altri beni dei residenti.
Attualmente il complesso è gestito unitariamente come condominio da un professionista del settore, il geometra Giorgio Garavaglia.
Il geometra amministra annualmente un bilancio di circa 300 milioni, di cui la metà viene anticipata. Decisamente un buon business.

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