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Stemma Comune di Calderara

COMUNE DI CALDERARA DI RENO
PROVINCIA DI BOLOGNA


RELAZIONE DI VERIFICA DI METÀ MANDATO



All'indomani delle elezioni del 14 giugno 1999, la coalizione ulivista, uscita vincente dalla consultazione elettorale, si accingeva a governare il territorio di Calderara di Reno, dando avvio a quel programma di mandato amministrativo su cui aveva avuto largo consenso dai cittadini: nasceva una Giunta, espressione delle forze politiche di maggioranza rappresentate in Consiglio comunale, col compito gravoso di tradurre in fatti quanto postulato nel programma e di dar corpo alle progettualità in esso espresse.
Quando "anime" politiche diverse devono collaborare per il bene comune, possono presentarsi differenziazioni di impostazione ma, nel nostro caso, superate alcune difficoltà naturali dovute alla nuova, e per certi aspetti insolita per Calderara, esperienza politica, l'azione amministrativa si è andata sempre più rodando pervenendo a quelli che, oggi, possiamo definire i primi risultati di metà mandato, a due anni e mezzo dall'insediamento.

Temi importanti quali ambiente, assetto e gestione del territorio ed integrazione socio-sanitaria hanno avuto un'attenzione politica e amministrativa così particolare da produrre, in alcuni casi, risultati non programmati.

E lo si è dovuto soprattutto alla capacità di iniziativa manifestata dal Consiglio comunale e dai giovani consiglieri attenti e capaci di stimolare continuamente l'organo di governo del territorio.

È a ciò che si deve il raggiungimento di determinati obiettivi soprattutto sul versante ambientalistico e sul controllo costante dei parametri di "vivibilità" del nostro Comune.

Quello appena citato è il primo degli elementi che hanno e contraddistinguono l'azione amministrativa.
Il secondo è rappresentato dalla capacità di mettersi al servizio dei cittadini, creando una sorta di "circolo virtuoso dell'ascolto" in grado di far fronte anche alle esigenze più disparate provenienti dal territorio.
L'assioma del buon amministratore direttamente proporzionale al grado di attenzione che pone nei riguardi dei problemi della gente, ha trovato un'applicazione compiuta nelle assemblee pubbliche effettuate, nel ricevimento dei cittadini anche nelle frazioni, nell'ampliamento dei servizi erogati dall'URP e nella nascita dello Sportello Unico per le Attività Produttive.

Il terzo elemento è dato dal quadro nazionale politico mutato nel corso dell'ultimo anno.
Il governo di centro sinistra aveva lavorato per attuare un pieno federalismo che ponesse gli Enti Locali, i Comuni, nelle condizioni di poter assolvere autonomamente ai compiti di governo dei territori.
Le modifiche costituzionali al titolo V, confermate dal referendum del 7 ottobre scorso, hanno segnato un passo di avvicinamento e di corrispondenza logica dei poteri locali ai principi fondamentali dell'art. 5 della Costituzione.
Si sarebbe aperta, quindi, per i Comuni una fase nuova di protagonismo sancita da una volontà popolare legittimamente espressa.
Autonomia finanziaria e impositiva degli Enti Territoriali, dove l'autonomia di prelievo e di spesa sia accompagnata da efficaci interventi di crescita per i territori.
E poiché gli Enti Locali sono un pezzo di Stato, si sarebbero dovuti mettere nelle condizioni di contribuire alla crescita del Paese, rimodulando il sistema delle entrate per renderlo più strutturale.
La Legge Finanziaria del nuovo Governo, per l'anno 2002, di fatto però ha bloccato il percorso di crescita ritornando ad un neocentrismo deleterio per i Comuni, non prevedendo una compartecipazione al gettito IRPEF e ancorando i bilanci comunali per il 2002 alle uscite dell'anno 2000.
Scatta, quindi, un controllo diretto, un controllo centrale che contraddice la riforma costituzionale e lo spirito degli elettori al referendum del 7 ottobre.
È un vincolo molto grave che porrà grossi problemi ai Comuni, anche al nostro, che intendono espandere i servizi e col quale ci siamo e ci dovremo misurare.
Pur tuttavia, e con le difficoltà via via emerse, il quadro dei risultati ottenuti può essere letto con soddisfatto orgoglio.

La riqualificazione dello stabile denominato "Bologna 2" rientrava tra gli obiettivi posti per la riqualificazione di alcune aree fortemente degradate.
Le direttrici su cui abbiamo impostato i nostri interventi hanno previsto percorsi tesi a garantire, per ogni cittadino, normali condizioni di vivibilità e di aggregazione locale, opportunità di socializzazione per evitare un ineluttabile processo di marginalizzazione devastante per l'intera comunità, consapevoli che la riqualificazione deUo stabile passi anche attraverso la creazione di progettualità culturali, sportive, del tempo libero.
Avevamo bisogno, d'altro canto, di sviluppare anche azioni miranti a consolidare un senso di sicurezza urbana assolutamente necessaria per la comunità.
E produrre sicurezza significa non soltanto pattugliare il territorio e perseguire il reato.
Da un lato abbiamo potenziato i servizi sociali, abbiamo istituito progetti di educazione alla legalità, di sostegno alle vittime dei reati, di promozione dell'interculturalità, corsi per i nostri operatori per aiutare le prostitute a liberarsi dai trafficanti e dagli sfruttatori; dall'altro, siamo intervenuti sugli assetti urbanistici.
Nel dicembre del 1999, a seguito della Legge Regionale 19/98, si è proceduto all'individuazione dell'ambito sovracomunale per poter aderire al bando regionale sui PRU (Programmi di Riqualificazione Urbana), ambito denominato "Persicetana est" con soggetti proponenti 3 Comuni - Calderara di Reno, Anzola dell'Emilia e Sala Bolognese - che, in consorzio, individuavano ed affrontavano problematiche omogenee condivise sui rispettivi territori: prioritario veniva considerato l'intervento di riqualificazione del complesso di cui parliamo.
Nel febbraio del 2000 la Regione ha ammesso l'ambito e contemporaneamente ha predisposto una direttiva con la finanziamenti per interventi volti al miglioramento della sicurezza negli spazi pubblici nelle città.
Finanziamenti sempre organizzati nell'ambito dei PRU.
Convinti che il problema della riqualificazione vada inquadrato in un contesto più ampio di sicurezza sociale, nel giugno del 2000 il Comune di Calderara ha presentato il progetto che è diventato parte integrante ed essenziale del PRU.
L'intervento di riqualificazione urbana dovrà agire, in maniera decisa ed in forma organica ad altri interventi, sul fronte del miglioramento del capitolo sicurezza con l'obiettivo di eliminare la concentrazione di azioni e attori dell'illegalità per riportare la situazione del complesso a livelli medi di vivibilità.
La nuova caserma dei carabinieri ed il comando della Polizia Municipale, pensati all'interno dello stabile, costituiranno un indispensabile deterrente per chi potrà nutrire ancora progetti criminosi in loco.


Il versante socio sanitario è stato un altro banco di prova impegnativo su cui abbiamo sviluppato iniziative tese al miglioramento dei servizi per una politica di forte rilancio nella gestione interna di alcune specificità di intervento.
Va letto in questo modo il ritiro all'Azienda USL Bologna Sud delle deleghe per la gestione dei servizi diretti alle famiglie ed ai minori con conseguente gestione diretta e Associata con i Comuni di Anzola dell'Emilia e di Zola Predosa.
Un investimento di risorse umane e finanziarie che, nel panorama della Regione Emilia Romagna, costituisce un'esperienza unica che altri territori hanno individuato già come modello da seguire.
Va in questa direzione, quello della razionalizzazione, il processo di accorpamento delle varie Aziende USL, prevedendo per Bologna e Provincia (ad eccezione di Imola e circondario) una unica Azienda in grado di soddisfare i bisogni dei cittadini.
E nell'ambito della definizione dei distretti sanitari diventa consequenziale un distretto di area persicetana che preveda l'ingresso dei Comuni di Calderara di Reno e di Anzola.

Politiche scolastiche e politiche per l'infanzia hanno trovato un amalgama nel cercare di soddisfare richieste sempre più pressanti sui nidi e sulle scuole materne.
Le due sezioni in più e le tre in via di costruzione vanno nella direzione di una crescita di servizi equilibrata rispetto ad un incremento demografico lento ma inesorabile.
Sono da considerare, inoltre, le grandi ristrutturazioni dei due plessi delle Scuole Elementari di Via Roma e San Vitale, terminate le quali (con una spesa di circa 5 miliardi) avremo completato il quadro generale dell'assetto di edilizia scolastica sul territorio con 3 plessi per le scuole elementari ed uno totalmente da riconsegnare alla Scuola Media.
Gli interventi, quindi, su tutto il polo scolastico consentiranno di gestire l'offerta, per un congruo lasso di tempo, in modo razionale e soddisfacente rispetto alla richiesta.
Alcune forme di partecipazione democratica hanno trovato una sintesi pregnante nell'istituzione del Consiglio comunale dei bambini e delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze.
L'esperienza ha arricchito amministratori e piccoli cittadini poiché l'ottica diversa da cui i giovani guardano le cose è particolare e tante volte non coincide con quella dei grandi.
I temi urbanistici, della sicurezza e del tempo libero sono stati emblematici per aiutarci a riflettere sugli assetti urbani attuali e per decidere di ripetere l'esperienza con un loro coinvolgimento pił diretto e partecipato.

Anche la Protezione Civile e la Protezione Animali, novità assoluta per il nostro territorio, hanno ricevuto un forte impulso con l'azione amministrativa.
Sono state acquistate nuove attrezzature e si sta predisponendo un piano di protezione civile intercomunale che porrà il territorio nelle condizioni di gestire l'emergenza.
La progettazione di un nuovo gattile, inoltre, accentua una sensibilità ampia verso il rispetto e la tutela degli animali.

L'aspetto organizzativo dell'Ente ha rappresentato un altro capitolo importante di intervento.
La 1. n. 127 del 1997 consentiva agli enti locali di dotarsi della figura del direttore generale le cui attribuzioni ruotano proprio nell'ambito dell'attuazione degli indirizzi e degli obiettivi fissati dagli organi di governo, e nel controllo della gestione dell'Ente.
La separazione tra compiti di indirizzo e controllo da un lato, e compiti di gestione dall'altro, nel nostro ente, dove vi è una classe dirigente storicamente molto radicata, ha determinato l'esigenza dell'istituzione della figura del direttore generale, per creare il necessario anello di congiunzione affinché le due competenze, gestionali e programmatiche, si integrassero tra di loro, nel processo decisionale.
Il P.O.G. (Piano Operativo di Gestione), con il quale abbiamo imparato a convivere, è nato proprio per comporre le relazioni tra attività politica e attività di gestione, ed è attraverso di esso che si dà contenuto all'attività di indirizzo che ci compete.
In questo modo in tutti i processi decisionali si è venuta a creare una corretta dialettica tra gli organi politici e quelli di gestione.
L'istituzione della figura del direttore generale ci ha consentito di indirizzare l'attività di gestione dei dirigenti entro i piani approvati e ci consente un controllo costante della realizzazione dei piani di governo.
Sotto quest'ultimo profilo i dirigenti del comune, nell'esercizio delle loro funzioni, rispondono direttamente al direttore generale.
Il nuovo statuto comunale, coerentemente, ha concentrato nelle mani del direttore generale un controllo significativo su tutti i settori di attività dell'ente, riconducendo quindi i rapporti tra dirigenza ed organo esecutivo nell'ambito di un corretto contraddittorio piuttosto che di continua conflittualità.
Attraverso la figura della direzione generale, sono stati resi trasparenti i rapporti, evitando le reciproche strumentalizzazioni relative alla gestione del personale, offrendoci la possibilità di dedicare tempo all'attività programmatica e più propriamente politica, nell'interesse del benessere della collettività amministrata.
Tappa fondamentale e successiva, per la gestione del personale, è stata l'approvazione del Regolamento sull'Ordinamento degli Uffici e dei Servizi, con la preziosa collaborazione di un esperto incaricato, che ha dotato la macchina comunale di quei moderni strumenti gestionali che il legislatore ha approntato a cominciare dalla legge n. 127/1997 in poi (riforme Bassanini).
Il percorso ed il risultato finali sono stati condivisi da tutto l'apparato tecnico-amministrativo del Comune, avviandosi così quel cambio culturale che costituisce uno dei punti di forza del programma di mandato sui temi dell'organizzazione.

Novità di rilevante contenuto politico sono le leggi n. 3 del 1999 e n. 11 del 2001, con le quali la Regione Emilia Romagna ha provveduto ad attuare la riforma del sistema regionale e locale e dell'assetto delle funzioni amministrative nel rispetto del principio della "sussidiarietà".
La "ratio" è stata quella della ricomposizione unitaria delle funzioni omogenee in capo ad un medesimo livello istituzionale ancorandolo all'esercizio associato di funzioni comunali per le quali la Regione Emilia Romagna ha previsto forme di incentivazione economica.
La nostra scelta è stata di associarci con i Comuni dell'area persicetana con i quali condividiamo, storicamente, esperienze amministrative e le problematiche connesse ad un territorio omogeneo, individuando con essi 1'A.T.O. (ambito territoriale ottimale).
L'esperienza appena avviata costituisce uno dei punti di maggiore rilievo per l'impegno dei comuni, rappresentando un passaggio obbligato per la riforma e la modernizzazione dell'attività del Comune, in considerazione anche dell'accrescimento dei compiti affidati ai Comuni stessi.
Siamo all'inizio di un processo che dovrà condurre ad una razionalizzazione dei costi attraverso la creazione di economie di scala, la riduzione delle risorse da utilizzare e l'erogazione di nuovi e più servizi a supporto di una moderna ed efficiente amministrazione pubblica e ad un miglioramento dell'efficacia e dell'efficienza dei comuni associati relativamente ai servizi erogati ed alle funzioni svolte.
Per la stesura degli atti fondamentali relativi alla costituzione dell'associazione denominata "Terre D'Acqua" - a sottolineare l'antica natura delle nostre terre un tempo invase dalle acque - ci siamo avvalsi della collaborazione di esperti della Regione Emilia Romagna facenti capo all'assessore Prof. Vandelli che ha previsto una dimensione ottimale e un progetto di associazione snello e non troppo vincolante per le singole autonomie locali.

Esperienze in concreto già avviate sono:


Le pagine che seguono offrono una lettura schematica, rapportata agli impegni programmatici, degli obiettivi raggiunti o in via di definizione.
Non si vuole dare l'impressione di un'autocelebrazione ma, leggendo attentamente, si può ricavare un'idea chiara dell' impegno che assessori e gruppo di maggioranza consiliare hanno profuso, unitamente alla capacità professionale espressa dall'apparato.
E non ci sfiora lontanamente l'idea di sentirci appagati.
Consideriamo tutto ciò soltanto l'inizio di un percorso che abbia come finalità uno sviluppo compatibile con la realtà del nostro ente locale.
E non parliamo solo di quantità ma di qualità dello sviluppo, da quello urbanistico a quello ambientale, a quello produttivo, poiché riteniamo che le misure di tutela debbano percorrere un sentiero rigido di ponderatezza e razionalità.

Vanno ed andranno in questa direzione le scelte rispetto all'allungamento della pista dell'aeroporto Marconi e la nuova viabilità collegata al superamento dei due passaggi a livello di Via Roma.
Si può ricordare, a questo proposito, come possiamo rivendicare, con legittima soddisfazione, la soluzione data ad uno dei più grandi problemi del nostro territorio, rimasto insoluto negli ultimi decenni.
La soppressione dei due passaggi a livello di Via Roma sta diventando una realtà.
La firma dell'accordo di programma fra tutti gli enti interessati è imminente sulla base di un progetto organico, concertato e condiviso e che operativamente partirà entro l'anno.
Non è stato semplice, poiché erano da affrontare esigenze che venivano allo scoperto con il passare del tempo, dovute alle differenti impostazioni che ciascun soggetto interessato cercava di proporre.
La sintesi adottata rispetta esigenze di carattere ambientale e urbanistico e pone il territorio nelle condizioni di superare definitivamente il non più tollerabile imbuto sulla viabilità calderarese.

Il nostro impegno ha portato a definire la ristrutturazione della "casona" di Via San Vitalino, con annessa piazza, il parcheggio di Piazza 2 agosto ed il completamento del vecchio PRG, tanto per citarne alcuni.

Essere riusciti a cantierizzare tutti i piani particolareggiati previsti nel programma pluriennale del vigente PRG, fermi a causa di una latente crisi del mercato edilizio che ha condizionato i soggetti attuatori negli ultimi anni, non è stato facile.
Siamo stati in grado pertanto di soddisfare una crescente richiesta di abitazione e di dare risposte positive ad una cospicua domanda di case che stava diventando preoccupante.

Altrettanto faremo per pianificare ed accelerare tutti gli interventi legati alla nuova viabilità: dall'ampliamento di Via Stelloni Ponente, alla riapertura di Via della Salute come terza direttrice da e per Bologna attualmente sospesa, dalle varie nuove rotonde previste per mettere in sicurezza pezzi di viabilità oggi problematica, al completamento della rete di piste ciclo-pedonali; dalla pressione sui privati per riqualificare il degrado urbano ancora esistente in 2 zone del territorio al completamento razionale dell'area produttiva ex Riva Calzoni; dalla prossima variante generale di PRG che dovrà ridisegnare gli assetti urbanistici per i prossimi dieci-quindici anni all'ampliamento e ricollocazione del supermercato esistente.

Realizzare gli interventi appena accennati costituirà, come detto, impegno gravoso e meticoloso.
Ma si dovrà lavorare con tenacia per ridisegnare il cuore del nostro Comune, riqualificando la parte centrale di Via Roma e attuando il progetto Centro Vivo che prevede la valorizzazione delle nostre attività commerciali, mettendole nelle condizioni di ricevere impulso vitale per il loro esercizio e che, nel contempo, riassetta 1'esteticità e la funzionalità dell'asse centrale comunale.
Abbiamo bisogno, in poche parole, di attuare e consolidare strategie tese alla valorizzazione di una parte di territorio che diventi realmente nevralgica rispetto alle esigenze di aggregazione e socializzazione dei cittadini.

Aspetto altrettanto importante per gli assetti futuri di Calderara è quello legato al nuovo e centrale riposizionamento del poliambulatorio di Via Turati, elemento baricentrico ed essenziale per le azioni di carattere socio-sanitario rivolte soprattutto agli anziani.
Si dovranno rimodulare gli spazi ed ampliarli, prevedendoli all'interno di quel contenitore commerciale che si renderà disponibile non appena l'attività sarà trasferita.
Solo allora potranno essere potenziate ulteriormente le politiche di intervento sul centro diurno per anziani e quelle direttamente incidenti sugli spazi del centro sociale autogestito.

Rimane prioritario il tema sul volontariato e la valorizzazione dei gruppi che interagiscono con l'Amministrazione comunale.
Essere riusciti a costituire una consulta del volontariato ha rappresentato un punto di partenza ma occorre andare oltre.
Le carenze di spazi idonei rimane endemica ed occorrerà attivarsi fattivamente per reperirne affinché non si crei un processo di disgregazione e depauperamento che sarebbe nefasto ed intollerabile per la "vivacità" e la saldezza stessa del tessuto socio-culturale del territorio.
Le politiche giovanili, infine, costituiscono una pagina non meno importante del quaderno ideale degli impegni per Calderara.
Non possiamo sottacere le difficoltà strutturali su cui ci imbattiamo ogniqualvolta valutiamo la questione.
Ma non possiamo neppure fingere che il problema non ci appartenga.
Occorre predisporre una serie di iniziative che pongano al centro dell'attenzione quel mondo, finora rimasto come avvolto da una coltre di nebbia, nel quale è difficile entrare.
Coinvolgimento, partecipazione, aggregazione sono termini a cui si dovrà dare un significato, tradurli in risposte efficaci, coerenti e risolutive.
L'universo giovanile è un magma in continuo fermento da cui non possiamo pensare di non essere investiti.
Dovremo porci nelle condizioni di ascoltare i bisogni e offrire soluzioni chiare e realistiche, se non vogliamo correre il rischio di perdere credibilità sia come Amministratori della cosa pubblica che come genitori e adulti.
Non è più tempo di trincerarci dietro ad aggrovigliate pretestuosità e diventa obbligatorio intraprendere un percorso che preveda l'istituzione di un forum dei giovani, un osservatorio permanente col quale interagire e sviluppare azioni di coinvolgimento e aggregazione.

Un'ultima considerazione è per l'organo di controllo e di indirizzo istituzionale per antonomasia: il Consiglio Comunale.
Fatto salvo l'impegno propulsivo della coalizione di maggioranza, peraltro sempre attenta e sensibile alle tematiche di volta in volta affrontate, un pensiero va ai gruppi consiliari di minoranza.
Pur nelle evidenti diversità, la dialettica politica è rimasta su livelli di reciproco rispetto.
È innegabile che una maggioranza senza opposizione attenta e costruttiva, possa correre il rischio di rinchiudersi nelle proprie convinzioni e perdere la capacità di analisi e di sintesi.
È altrettanto vero che una maggioranza incapace all'ascolto e refrattaria agli stimoli provenienti dai banchi dell'opposizione, rimane sterile e poco compatibile con gli interessi superiori della comunità.
Tutto ciò, per fortuna, a Calderara non è accaduto.
Basti ricordare l'ampio consenso su alcuni ordini del giorno approvati in Consiglio comunale e, soprattutto, l'approvazione all'unanimità del nuovo Statuto, Carta costituzionale del nostro Comune.

L'auspicio è quello che si continui a lavorare, pur con le dovute e doverose differenziazioni, con spirito collaborativo per il bene della comunità, non dimenticando che il fine ultimo è quello del benessere di tutti noi cittadini calderaresi.


p. L'Amministrazione comunale
IL SINDACO
Matteo Prencipe




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