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Diario della settimana
(inserto de l'Unità)
12-18 febbraio 1997


Il nostro inviato in una città benestante



Il business della povertà.
Il capoluogo emiliano comincia a fare i conti con le contraddizioni delle metropoli, costrette a deformarsi per fronteggiare la modernità


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Stamattina sono stato a Calderara di Reno, un centro a dieci chilometri da Bologna.
Calderara è il paese col reddito pro capite più alto dell'Emilia Romagna, e questo probabilemente equivale a dire d'Italia.
Poco prima del paese, c'è un complesso residenziale, conosciuto in città come "Bologna 2", ma il cui vero nome è "Residence Athena": centonovantasei appartamenti incastrati in un obbrobrio architettonico di stile sovietico, un parallelepipedo di cemento sporco.
Vi abitano in gran parte prostitute provenienti dall'est europeo in compagnia dei loro protettori.
Alcune usano la loro casa come semplice dormitorio, altre come luogo di lavoro, trasformando il condominio in un vero e proprio bordello, causa di un comprensibile senso di vergogna per le famiglie oneste che sono costrette a viverci.
La storia del "Residence Athena" è alquanto complicata.
Composto da miniappartamenti, è stato costruito a metà degli anni Settanta dalla Società Cooperativa "Casa Insieme", dalla Piperno Case e dalla Edilsabrina.
La sua destinazione era quella, appunto, di una casa albergo, concepita per venire incontro alle esigenze di quei molti professionisti che, per motivi di lavoro, si trovavano nella necessità di fermarsi in Emilia per un periodo di tempo prolungato.
Già durante la costruzione, però, la Piperno Case e la Edilsabrina iniziarono, per mezzo della stampa locale, una campagna di vendita dei miniappartamenti a prezzi bassissimi (19 milioni), senza avvertire però che il contratto di acquisto prevedeva le condizioni alberghiere, con relative spese per i servizi goduti.
Il Comune di Calderara si preoccupò di avvertire l'utenza di questo stato di cose con un comunicato apparso sui quotidiani locali l'8 aprile 1979, ma furono molti i compratori che si ritrovarono ad essere, di fatto, ospiti nella propria casa, e a dover pagare spese condominiali maggiorate dai servizi alberghieri effettivamente assicurati dalla ditta che gestiva la parte di stabile adibita a hotel.
La società cui venne affidata la concessione per l'attività alberghiera fu la "Sigma" di Verona, che aveva come amministratore tale sig. Colombo, un ex poliziotto radiato dal Corpo, rimasto poi a curare gli interessi dei piccoli e grandi proprietari dello stabile anche dopo la revoca della concessione alla Sigma da parte del Comune, avvenuta nel 1991.
Sembra che sia stato proprio il signor Colombo ad aver inserito l'"Athena" in quello che ormai, in tutta Italia, viene a configurarsi come un vero e proprio "business della povertà": molti appartamenti del Residence sono stati infatti affittati a prostitute, che pagano il doppio e, soprattutto, pagano in nero.
Si dice in paese che questo efficiente amministratore provveda anche a ritirare i passaporti delle prostitute che entrano nel Residence.
Il risultato è che adesso questo complesso diventa sempre più spesso teatro di liti e di scontri, oltre che di prostituzione.
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