Asian food


Il Resto del Carlino 1997

9 aprile 1997 10 aprile 1997 17 aprile 1997 18 aprile 1997
23 aprile 1997 26 aprile 1997 30 aprile 1997 9 maggio 1997
17 giugno 1997 22 giugno 1997 27 luglio 1997 27 agosto 1997
13 settembre 1997 14 settembre 1997 16 settembre 1997 20 settembre 1997
27 settembre 1997 29 settembre 1997 2 ottobre 1997 8 ottobre 1997
13 ottobre 1997 14 ottobre 1997 14 novembre 1997 21 novembre 1997
25 novembre 1997 28 novembre 1997 29 novembre 1997 2 dicembre 1997
10 dicembre 1997 24 dicembre 1997 27 dicembre 1997  


27 dicembre 1997


VANDALI E COLTELLATE. Il soffitto di un portico crollato sotto il peso dell'umidità, il raid dei vandali che ha mandato in frantumi le vetrate di una terrazza e messo fuori uso l'ascensore.
E, come se non bastasse, anche una furiosa lite a colpi di coltello fra bande di spacciatori con conseguente blitz dei carabinieri e fuggi fuggi generale.
Non c'è pace per il residence a luci rose "Bologna Due" di Calderara.

Servizio all'interno


NON C'È PACE PER IL RESIDENCE BOLOGNA 2 DI CALDERARA DI RENO

Un Natale di ordinario terrore

Crolla un portico e i vandali bloccano l'ascensore mentre i pusher si accoltellano


Il soffitto di un portico crollato sotto il peso dell'umidità , il raid dei vandali che ha mandato in frantumi le vetrate di una terrazza e messo fuori uso l'ascensore.
E, come se non bastasse, anche una furiosa lite a colpi di coltello tra bande di spacciatori con conseguente blitz dei carabinieri e fuggi fuggi generale.
Non c'è davvero pace per il residence a luci rosse "Bologna Due" di Calderara di Reno.
Il pomeriggio di Natale è stato infatti un incubo per i tanti condomini perbene.
Un giorno di ordinaria violenza che, alla fine, ha fatto scoppiare la rabbia delle decine di inquilini che si stanno impegnando per combattere degrado, prostituzione e spaccio.
Il caos è iniziato di buon mattino quando una parte del soffitto del porticato, che dà accesso al palazzone, si è di colpo sbriciolato.
Un boato e poi polvere e calcinacci ovunque.
Ma, proprio mentre i condomini stavano ripulendo la "corte degli orrori", ecco i teppisti.
Il "branco" si è scatenato: sassaiola contro le terrazze del primo piano, vetrate in frantumi, scooter selvaggi nel parcheggio e infine il colpo di grazia all'impianto dell'unico ascensore ancora in funzione.
Quindi la fuga a tutto gas prima delle sirene.
Il peggio doveva ancora arrivare.
Quando i carabinieri della Compagnia di Borgo Panigale sono piombati davanti al palazzone-alveare, al secondo piano si stava consumando l'ennesima rissa tra pusher che hanno trasformato l'immobile in zona franca dello spaccio.
E in men che non si dica è successo di tutto.
Coltellate fra i componenti delle bande rivali, colluttazione con i carabinieri e un immigrato che per sfuggire all'Arma si è lanciato dal balcone riuscendo a scappare a piedi.
Alla fine, due extracomunitari sono stati arrestati e altrettanti denunciati.
Noi abbiamo cominciato a fare la nostra parte - dicono i condomini che hanno fondato il Comitato per il recupero dell'edificio -, realizzando l'allacciamento alla fognatura comunale e sistemando l'impianto di riscaldamento, ma è bene che le autorità competente si muovano in fretta.
Altrimenti lo studio di fattibilità per la ristrutturazione dell'immobile finirà in una bolla di sapone.


Torna su


24 dicembre 1997


MAXI-RETATA A BORGO PANIGALE

I carabinieri hanno spento una cinquantina di lucciole



L'ordine del comandante provinciale dell'Arma era stato perentorio: "spegnete" le lucciole.
Con un occhio di particolare attenzione ai clienti, da multare inesorabilmente, che alimentano il giro dorato della "Sesso spa".
Risultato: i carabinieri della Compagnia di Borgo Panigale sono scesi in strada passando al setaccio i vialia luci rosse della periferia.
Nel mirino, via Togliatti e De Gasperi, gli angoli bui di via Rigosa e i marciapiedi della via Emilia, il parcheggio-alcova dell'Ipercoop e i campi di via Tasso.
Insomma tutti i tradizionali luoghi d'appuntamento per incontri a pagamento.
Ma stavolta nemmeno le ronde degli sfruttatori, che garantiscono dai pericoli della concorrenza e dai lampeggianti delle forze dell'ordine, sono riusciti a contenere la carica dei carabinieri.
Alla fine di una notte di controlli a tappeto la caserma si è trasformata in ufficio stranieri.
In fila, per le fotosegnalazioni, c'erano 56 prostitute.
Tutte giovanissime, dieci appena maggiorenni, appena sbarcate da Ucraina, Georgia, Moldavia, Bosnia, Serbia, Nigeria e Ghana.
Un esercito multicolore di schiave del sesso che poteve contare su una base: il residence del vizio "Bologna Due" di Calderara di Reno.
Per dieci prostitute clandestine è scattato il decreto di espulsione, per le altre il foglio di via.
Nella rete sono finiti anche otto clienti.
Tutti insospettabili padri di famiglia che hanno rimediato una raffica di denunce per atti osceni.

Torna su


10 dicembre 1997


CALDERARA

Bologna 2, nuovi allarmi

Segnalate bombe al residence che vuole evitare il degrado
I condomini stanno cercando di ripristinare gli impianti elettrici e gli ascensori
Chiesti maggiori controlli


Sparatorie, regolamenti di conti tra protettori, via vai continuo di lucciole e adesso anche falsi allarmi bombe con tanto di rivendicazione del Nucleo armato rivoluzionario.
Non c'è pace per il residence "Bologna 2" di Calderara di Reno.
Ma adesso i condomini perbene, soprattutto pensionati e operai, si rimboccano le maniche per combattere in prima persona il degrado dello stabile.
Così nell'attesa che l'amministrazione comunale approvi definitivamente il progetto di ristrutturazione dell'edificio (196 monolocali di cui circa la metà affittati alle schiave del sesso e ai loro sfruttatori), i residenti onesti hanno messo mano ai portafogli per ripristinare soprattutto i servizi di pubblica utilità.
Dopo decine di assemblee condominiali-dicono i fondatori del Comitato di via Garibaldi 2-, abbiamo realizzato l'allacciamento alla rete fognaria comunale e la messa a norma dell'impianto di riscaldamento. E poi, dopo quasi cinque anni di assenza di ogni attività commerciale nelle vicinanze nelle vicinanze del nostro stabile, adesso sotto il portico d'accesso ha riaperto il bar. Un buon deterrente per tentare di tenere lontano malintenzionati e organizzazioni criminali.
Prossimamente, invece, i condomini rifaranno l'impianto elettrico e gli ascensori più volte danneggiati e poi messi fuori uso da bande di vandali e teppisti.
Invitiamo-proseguono quelli del Comitato-, però, le forze dell'ordine e in particolare la magistratura a identificare e punire l'autore della telefonata del falso allarme bomba. E, come abbiamo detto più volte, a cercare di intervenire contro le proprietà che affittano in modo fin troppo disinvolto a prostitute, spacciatori e protettori dai mille accenti stranieri.

Torna su


2 dicembre 1997


CALDERARA

"Bomba al Bologna Due"
Scherzo del gruppo Nar



"Siamo il Nucleo armato rivoluzionario. Abbiamo messo una bomba al 'Bologna Due'. Tra un'ora salterà tutto in aria".
La telefonata nel cuore della notte alla centrale operativa della polizia, la rivendicazione e poi l'allarme.
Un attimo e una decina di pattuglie del 113 e dei carabinieri, coadiuvati dai gruppi speciali degli artificieri, hanno puntato dritto su Calderara di Reno.
Obiettivo: il residence a luci rosse di via Garibaldi 2, tristemente noto per il degrado e la presenza di prostitute e protettori dai mille accenti stranieri.
Le forze dell'ordine hanno messo sottosopra i 196 monolocali passando al setaccio ogni angolo dell'edificio e facendo evacuare i residenti degli appartamenti considerati più a rischio.
Niente, dell'ordigno nessuna traccia.
Un falso allarme quindi che, però, ha impegnato gli uomini in divisa per oltre due ore.
Ma polizia e Arma hanno aperto un'indagine congiunta.
La rivendicazione del fantomatico attentato è stata fatta da una voce maschile, senza particolari inflessioni dialettali, che ha attribuito la bomba a un gruppo eversivo già noto.
Il Nucleo armato rivoluzionario balzò in prima pagina durante gli anni di piombo, inanellando un'incredibile serie di rapine e atti terroristici.
Ma dalla fine degli anni Ottanta nessuno ne ha più sentito parlare.

Torna su


29 novembre 1997


SERBO ARRESTATO DALLA POLIZIA

La violentava per costringerla a prostituirsi lungo i viali



La solita promessa di un lavoro onesto in un risotorante, il lungo viaggio dagli Urali e dalla Serbia al residence "Bologna Due" di Calderara e poi la lunga catena di minacce e violenze per costringerle a prostituirsi.
Ma all'ennesimo ricatto, forse finito in un brutale stupro, una delle vittime ha deciso di rompere il muro di silenzio e paura raccontando tutto alla polizia.
E per Dzavit Gasi, 32 anni di Belgrado, nell'ambiente conosciuto come Galet, è scattato il fermo di polizia giudiziaria che ieri è stato convalidato.
Il serbo, indagato anche a Ravenna e a Asti per reati legati alla prostituzione, è stato richiuso alla Dozza con una lunga serie di ipotesi di accusa: reclutamento, induzione, favoreggiamnto e sfruttamento della prostituzione, violenza sessuale e attività diretta a favorire l'illecito ingresso di clandestini a fini di lucro.
Il blitz della Squadra mobile è scattato martedì notte.
Obiettivo: il residence a luci rosse.
In uno dei 196 monolocali c'era infatti il serbo, arrivato apposta per riscuotere gli incassi e controllare le sue undici ragazze.
Tra queste anche la lucciola di 25 anni che ha vuotato il sacco.
La polizia ha messo sottosopra l'immobile e alla fine Gasi è stato ammanettato.
Secondo gli inquirenti, il serbo gestiva un giro piuttosto ampio di prostitute ucraine e dell'ex Jugoslavia, in collegamento diretto con le altre branche dell'organizzazione slava.
I diversi boss, ognuno con un suo territorio, avrebbero però stretto una sorta di alleanza per tenere lontana la concorrenza albanese, "annientata" dai continui raid delle forze dell'ordine e dai provvedimenti restrittivi (rimpatrio coatto) previsti dal governo.

Torna su


28 novembre 1997


CALDERARA

Stoppato il degrado del "Bologna Due"

Fognature e riscaldamento nei 196 monolocali
Riaperto il bar


Un colpo al cuore del degrado.
Dopo oltre cinque anni di promesse mai mantenute, l'amministrazione comunale di Calderara di Reno rispolvera infatti l'affaire "Bologna Due".
E, a tempo di record, sforna una delibera per risolvere il caso del residence a luci rosse.
Risultato: i 196 monolocali (di cui circa 80 affittati a prostitute, sfruttatori e spesso anche a clandestini dai mille accenti stranieri) sono stati dotati di allacciamento alla fognatura pubblica, l'impianto di riscaldamento è stato risistemato dopo un lustro di sabotaggi, idem quello elettrico e sotto il portico dello stabile è stato riaperto il bar.
Un punto di ritrovo per i condomini perbene (soprattutto pensionati e operai) ma anche risposta al degrado e all'abbandono.
Senza contare che la giunta del sindaco Massimo Reggiani, in risposta alle sollecitazioni dell'Ascom, ha già speso venti milioni per affidare a un architetto l'incarico di progettare la ristrutturazione completa del palazzone dello scandalo.
E, entro la fine dell'anno, il piano sarà votato in sede di consiglio comunale.
Intanto c'è già la previsione di spesa.
Più di tre miliardi per trasformare l'edificio, fatiscente e imbevuto di umidità, in residence a tutti gli effetti.
Ma soprattutto per sfrattare una volta per tutte lucciole e emissari della "Sesso spa".
Nonostante tutto il Comitato dei condomini onesti alza ancora la voce.
La strada intrapresa è sicuramente quella giusta-dicono-ma tutto è successo dopo la nostra mobilitazione. Eppure ci sono ancora dei nei: la magistratura non interviene, sebbene sia stata più volte chiamata in causa, per punire i proprietari che in modo disinvolto affittano a prostitute e spacciatori. Anche i vigili urbani dovrebbero essere più presenti. Almeno per fare rispettare le regole della convivenza civile. Siamo stanchi di raccogliere i rifiuti abbandonati da altri sulle rampe delle scale, di sopportare rumori molesti a qualsiasi ora del giorno e della notte e di vivere con l'incubo costante delle aggressioni.
I responsabili del Comitato di via Garibaldi 2 promettono però di continuare l'opera di risanamento: lunedì saranno sistemati gli ascensori (bruciati sei mesi fa durante una lite fra lucciole) e le Poste miglioreranno il servizio di recapito con il porta a porta.

Torna su


25 novembre 1997


CASTENASO E CALDERARA

Rapinate due banche e una prostituta



...

Nella notte, invece, è stata aggredita e ripulita una prostituta.
La lucciola, una serba di 21 anni domiciliata al residence a luci rosse "Bologna Due" di Calderara, è stata assalita in via Rigosa di Zola Predosa.
Il rapinatore le ha rubato, sotto la minaccia di una pistola, un miliome e 400mila lire.
Ma i carabinieri della Compagnia di Borgo Panigale sono riusciti a individuarlo e a denunciarlo.
Nei guai è finito un pakistano di 25 anni domiciliato a Vergato.

Torna su


21 novembre 1997


TRATTA DELLE BIANCHE, IL CAPOLINEA SOTTO LE DUE TORRI

Inferno a luci rosse

Catene, botte e droga per 'convincere' le minorenni


Sole, disperate, costrette a subire pestaggi e stupri.
Sono le vittime della tratta delle bianche.
Trenta ragazze di 18 e 22 anni rapite dalla mafia russa al di là degli Urali e vendute alle gang albanesi.
La prima tranche, forse, di un colossale giro di giovanissime da avviare al marciapiede in cambio di armi e dollari.
Destinazione: Bologna, il capolinea dell'eros per il Nord.
A stroncare lo squallido mercato sono stati i carabinieri della Compagnia di Borgo Panigale che, dopo la denuncia della lucciola ridotta in fin di vita tre notti fa al Bargellino, hanno fatto irruzione al "Bologna Due" di Calderara.
Le schiave del sesso erano stipate in tre monolocali da dieci giorni quando sono arrivate a bordo di un pullman scassato con visto turistico.
Ma ben presto il residence si è trasformato in camera di tortura: botte, violenze e droga per convincere le più ribelli a fare la vita.
Altrimenti...
Altrimenti c'è chi scompare nel nulla-hanno rivelato le ragazze-Solo le più carine, pagate a caro prezzo, sono risparmiate.
La mafia ci rapisce mentre andiamo al lavoro. Oppure di sera, quando arrotondiamo servendo ai tavoli dei night. Siamo dei fantasmi. I nostri familiari fanno denuncia ma le carte si perdono nel nulla.
E comincia l'incubo.

Ma, in strada, le holding della "Sesso spa" sono in guerra.
L'altra notte, in viale Vicini, un albanese è rimasto sull'asfalto in un lago di sangue.
Un commando slavo l'ha accoltellato per lanciare l'ultimatum ai rivali.

Servizi all'interno


Crepitano le armi alla luce dei lampioni


Ognuna sembra solo nell'aloncino di luce del rispettivo lampione o falò.
E invece, dietro lo spesso paravento del buio, all'ombra di ogni prostituta, si agita l'esercito degli emissari del mercato dell'eros.
Sono loro che proteggono, sfruttano e costringono le 'lucciole' a vendere amore.
Ma, a volte, capita che qualche ragazza rompa le righe e vuoti il sacco.
Uno squallido copione che, dall'inizio del 1996 a oggi, ha permesso a carabinieri e polizia di scoprire cinque casi internazionali di sfruttamanto.

Gennaio 1996.  Ai margini di via Togliatti due bande di albanesi si fronteggiano a colpi di pistola.
Un protettore è colpito a morte, un altro ferito.
La polizia indaga e viene a galla un giro di 'lucciole' rubate.
Si tratta di cinque bosniache che guadagnano bene e proprio per questo motivo finite nel mirino di una gang appena arrivate nella nostra città.
Scattano le manette e 'una regina del marciapiede' svela il solito retroscena: facili promesse di lavoro nel Bel Paese, illusioni comprate consegnando i passaporti a bande senza scrupoli, violenze e poi la strada.

Marzo 1996.  Altra sparatoria, in via Marco Emilio Lepido, ma il risultato non cambia. Sull'asfalto di Lavino di Mezzo restano due albanesi feriti.
Avevano appena ritirato l'incasso di una decina di 'lucciole'. Ma un commando di avversari li centra mentre stannp per concludere il giro.
E anche stavolta c'è chi parla.
Un'ucraina incastra la sua kapò.
E dal "Bologna Due" saltano fuori otto ragazze appena arrivate dalla Russia.

Ottobre 1996.  I carabinieri di Borgo Panigale irrompono nel residence a luci rosse di Calderara e scoprono due prigioni. Nei monolocali ci sono dieci disperate, sole, senza voce, vittime della tratta delle bianche da Bosnia e Serbia.
Per i tre presunti boss fioccano le denunce ma in stato di irreperibilità.

Febbraio 1997.  Altra perquisizione al "Bologna Due". Settanta prostitute fermate, undici sbarcate da una settimana da Georgia, Ucraina e Croazia.
E per la prima volta i carabinieri salvano anche le figlie delle 'lucciole': due bimbe di cinque anni costrette a vivere con clienti, malavitosi e notti insonni nell'attesa delle mamme.

Ottobre 1997.  Il filone della tratta delle bianche porta sulle tracce di due albanesi che sfruttano cinque ragazze. In piazza del Baraccano ci sono anche gli 007 dell'Arma.
Inseguimento, forse qualche sparo, ma alla fine i 'cattivi' finiscono in trappola.
Controllavano l'importazione di bionde da costringere di fronte ai giardini Margherita.

LA TRATTA DELLE RAGAZZE DELL'EST

Sesso & catene

Rapite dalla mafia russa, 'internate' dalla malavita slava nel 'Bologna Due'


Ecco le vittime della tratta delle bianche.
Rapite dalla mafia russa e vendute alla malavita slava, che gestisce il mercato del sesso, in cambio di armi e dollari.
Poi il lungo viaggio.
Dall'Ucraina e dalla Moldava fino alla frontiera italiana con visto turistico, a bordo di pullman scassati.
Quindi il passaggio indisturbato e il ritiro dei passaporti, da parte dell'organizzazione, per entrare nella clandestinità.
Destinazione: Calderara, la centrale di smistamento delle bionde dell'Est.
Una settimana di reclusione, stipate nei monolocali a luci rosse del residence 'Bologna Due', e le ragazze vengono ridotte in schiavitù.

I racconti.  Altrimenti c'è chi scompare nel nulla-hanno rivelato le schiave del sesso, liberate l'altra notte dai carabinieri della compagnia di Borgo Panigale-.Le più carine, quelle pagate a caro prezzo, vengono risparmiate. Dieci, quindici giorni di droga e anche le più caparbie cedono. Chi reagisce paga sempre...Con il sangue. E le nostre famiglie, là in Ucraina, diventano vittime di orribili ritorsioni.
Ma il dramma inizia al di là degli Urali.
La mafia-hanno spiegato le ragazze, tutte tra i 18 e i 22 anni-ci rapisce davanti a casa, mentre andiamo al lavoro. Oppure di sera, quando cerchiamo di guadagnare servendo ai tavoli dei night frequentati dai turisti occidentali. In un attimo diventiamo dei fantasmi. I nostri familiari fanno denunciama...Ma le carte si perdono nel nulla. E comincia l'incubo. Prima le promesse di un lavoro onesto in Italia, poi le violenze e la strada.

Il 'Bologna Due'.  È qui, nel palazzone alveare da anni al centro di polemiche, che i boss slavi della 'Vizio international' costringono le loro vittime.
Novanta monolocali, affittati tramite dei prestanome, che diventano il capolinea della tratta delle bianche.
Le kapò controllano le ragazze, le avviano sulla strada, incassano e versano i guadagni agli emissari dell'organizzazione.
E tutte le settimane c'è il ricambio che rende ancora più difficile oil lavoro dei carabinieri.
Le prostitute più gettonate ruotano sui viali controllati dalla holding (via Emilia e Togliatti, via Rigosa, viale Pepoli e Vicini, Porta Saragozza e Castiglione), mentre le ribelli si perdono nel buio di altre città.

Le indagini.  I carabinieri del capitano Giuseppe Arrigo sono riusciti a scoperchiare il colossale giro dopo la denuncia-sfogo di una 'lucciola' per forza.
È stata lei che, esasperata dai continui pestaggi, ha trovata la forza di rompere il muro di silezio e paura.
Ma S.T., 33 anni, ha pagato caro lo sgarro.
Tre notti fa è stata sfregiata al Bargellino.
Eppure, proprio dopo l'agguato ed il fermo di un presunto esecutore e di una kapò, i militari hanno trovato il bandolo della matassa.
E l'irruzione al 'Bologna Due' ha confermato i sospetti.
In tre diversi appartamenti c'erano trenta ragazze.
La procura ha convalidato i fermi e, oggi, dovrebbero scattare gli ordini di cattura.
Almeno una decina, nei confronti dei boss (tutti già identificati).

Guerra a luci rosse.  Mentre l'Arma infligge un colpo al cuore dell'organizzazione, sui viali si sta consumando una vera battaglia per il predominio del mercato del sesso.
Il bollettino di guerra dell'ultimo mese parla chiaro: una prostituta giustiziata con un colpo di pistola alla testa, dieci 'lucciole' pestate, tredici rapinate e due sfregiate.
Sono le vittime dei regolamenti di conti tra slavi e albanesi.
Le schegge impazzite dell'ex Jugoslavia, che dopo lo sbarco della mafia di Tirana avevano via via perso potere, stanno infatti passando al contrattacco.
Ma perché proprio adesso?
Secondo i carabinieri, che da mesi non fermano 'lucciole' albanesi, gli slavi hanno approfittato delle misure restrittive (rimpatrio coatto) applicabili ai clandestini del Paese delle aquile.
Così mentre le bande di Valona cercano rifugi sicuri per riorganizzare il lavoro e reclutare nuove ragazze, serbi e croati fanno piazza pulita.
A suon di agguati ed esecuzioni sommarie.
Ma adesso, con la scoperta della pista della tratta delle bianche, anche gli slavi sono alla sbando.

Torna su


14 novembre 1997


CALDERARA DI RENO

Viabilità e degrado, confronto aperto



Viabilità, degrado ambientale, residence Bologna Due e nuova caserma carabinieri.
Sono le spine nel fianco di Calderara di Reno, i nodi da sciogliere per rilanciare io paese entro il Duemila.
Almeno per l'Ascom che, raccogliendo le preoccupazioni di cittadini e operatori economici, ha chiesto all'amministrazione comunale di intervenire per tamponare e risolvere le situazioni più a rischio.
Un faccia a faccia senza esclusioni di colpi che ha però aperto la strada per rifare il look a Calderara.
Partiamo con la viabilità-dice il presidente Ascom, Franco Bertuzzi-. I tempi lunghi per la realizzazione della tangenziale non hanno ancora dato benefici. Se non al centro del comune. Intanto nella frazione del Lippo continuano gli incidenti. Sia chiaro però che diciamo no alla chiusura di alcune strade che trasformerebbero Calderara in un Comune dormitorio.
Sotto i riflettori dei commercianti anche il degrado ambientale.
Al Lippo-prosegue Bertuzzi-l'illuminazione stradale è carente e in alcuni punti manca. Il verde pubblico, poi, spesso non è fruibile.
Senza contare il caso del residence a luci rosse Bologna Due. Serve una soluzione per toglierci di dosso questo fardello. La comunità è stanca di sopportare
.
Infine dito puntato sul progetto della nuova caserma dei carabinieri.
A suo tempo-taglia corto il presidente Ascom-gli incontri con Arma, Prefettura e Comune avevano dato rassicurazioni: la caserma sarebbe stata fatta rapidamente. A un anno di distanza niente si muove.
Immediata la replica del sindaco che ha dibattuto punto su punto.
Sul versante viario-scrive Massimo Reggiani-abbiamo aperto l'ultimo tratto di tangenziale che collega i due tronchi della provinciale Padullese. Quindi sono scomparsi gli itinerari contorti. Risultato: ci stiamo avviando alla riforma della nostra viabilità con tanto di incarico per la redazione della variante al piano urbano del traffico.
Ma non è tutto
L'illuminazione del Lippo-dice il sindaco-ha dato segni della sua età. Ma sulle strade è tutto a posto. Nonostante tutto stiamo intervenendo per la manutenzione programmata: sia nelle frazioni sia nel capoluogo. E il verde è stato rimesso a posto. Ci affidiamo, comunque, ai comportamenti responsabili e civili dei frequentatori.
Sul fronte della microcriminalità il Comune ha dato una risposta precisa con la riorganizzazione della polizia municipale.
Resta, però, la questione Bologna Due.
Siamo impegnati-conclude Reggiani-per risanare l'immobile. Il piano di fattibilità sarà presentato al consiglio comunale entro la fine dell'anno, in vista delle richieste di aiuti a Regione e Stato. Ma anche in questo caso chiediamo il coinvolgimento della società civile. La caserma dei carabinieri? Il Comune ha fatto davvero quanto era in suo potere per predisporre la realizzazione che compete, sia ben chiaro, al comando generale dell'Arma. Ma attualmente non ci sono arrivate informazioni né siamo a conoscenza di sviluppi positivi.

Torna su


14 ottobre 1997


ZOLA-CALDERARA

Arresti domiciliari
fuggono due giovani



Quando i carabinieri hanno bussato alla porta, per un controllo lampo nel cuore della notte,loro, sebbene dovessero essere nelle rispettive case di Zola Predosa e Calderara di Reno agli arresto domiciliari, non hanno risposto.
Un attimo e sono scattati gli allarmi.
Con i militari della compagnia di Borgo Panigale a passare al setaccio ogni angolo dei paesi alla ricerca degli "evasi".
Risultato: solo uno dei fuggitivi è stato pizzicato e arrestato.
In manette è infatti finita O.T., cagliaritana di 23 anni, ma domiciliata a Monte San Pietro.
La ragazza, che ha alle spalle dei guai per una serie di presunte truffe, è stata fermata intorno alle 2 mentre camminava sulla statale che porta a Zola.
Oggi il processo per direttissima.
È ancora uccell di bosco, invece, un marocchino di 32 anni che era agli arresti domiciliari in un monolocale del residence a luci rosse "Bologna Due" di Calderara, in via Garibaldi 2.
L'immigrato, O.S. e una lunga sfilza di precedenti con la giustizia, era conosciuto come spacciatore di hashish.
Ma i carabinieri, che avevano l'ordine di controllarlo, non l'hanno trovato.
Nè a casa nè per strada.
Le ricerche sono state immediatamente estese a tutta la regione.

Torna su


13 ottobre 1997


ECCO COME CAMBIA IN CITTÀ LA MAPPA DELLA PROSTITUZIONE

Guerra a luci rosse

Gli slavi stanno allontanando a coltellate gli albanesi


Guerra a luci rosse.
Una prostituta giustiziata con un colpo di pistola alla testa, otto lucciole prese a pugni e rapinate e una sfregiata a forbiciate per costringere gli albanesi a cedere il controllo della "Sesso spa".
Subito e soprattutto senza condizioni.
Gli slavi, che dopo lo sbarco della mafia albanese anche sotto le Due Torri hanno via via perso la supremazie nel mercato del vizio, sono tornati per riprendersi a ogni costo i marciapiedi di Bologna.
Tant'è che nel giro di appena quindici giorni i viali e gli stradoni di periferia sono diventati delle arene per violenti regolamenti di conti.
Chi sgarra, dunque, paga con il sangue.
Ma perché è scoppiata proprio adesso questa terribile guerra dell'eros?
Secondo i carabinieri, che stanno scandagliando la sequenza di pestaggi e agguati anche per ricostruire la mappa cittadina del sesso a pagamento, gli slavi hanno approfittato delle misure restrittive (rimpatrio coatto) applicabili ai clandestini del paese delle aquile.
Così mentre le holding albanesi cercano rifugi sicuri per organizzare il lavoro e reclutare nuove ragazze, affidando sempre di più il controllo delle strade ai magrebini (fino ad oggi dediti quasi esclusivamente allo spaccio), le schegge dell'ex Jugoslavia fanno piazza pulita.
Botte e minacce alle lucciole dei concorrenti, rapine e sfregi alle kapò avversarie (l'ultimo due giorni fa in via Rigosa).
E, forse, anche esecuzioni sommarie.
Come lo spietato omicidio della nigeriana, freddata con un colpo alla nuca.
Sui viali regna dunque la paura, le prostitute adesso viaggiano sempre in gruppo, e perfino il residence a luci rosse "Bologna Due" di Calderara, da oltre un anno roccaforte degli albanesi, si sta svuotando.
L'ultimo censimento dei carabinieri, che corrisponde anche al blitz-repulisti dell'altra settimana, non lascia dubbi.
Se fino a un mese fa-sostengono, schede segnaletiche alla mano, gli 007 dell'Arma-su 196 monolocali 88 erano abitati da più di novantasei prostitute, ora le lucciole non arrivano a quarantacinque.
Così come sono scomparsi quasi totalmente gli spacciatori albanesi.
Nel residence sono rimasti i magrebini, le ucraine autonome che lavorano in casa e una decina di tossicodipendenti.

Insomma le bande slave stanno riprendendo voce a suon di agguati.
E sui viali più redditizi ritornano le parate di serbe, croate e montenegrine.
Le albanesi doc-continuano i carabinieri-sono quasi del tutto scomparsi.
Al contrario c'è stata una sensibile impennata di ragazze slave, tutte giovanissime e con la paura negli occhi.
Addosso non hanno documenti, nè elementi che possano permetterci l'identificazione.
E di soldi nemmeno l'ombra.
I protettori slavi sono furbi: passano a ritirare l'incasso subito, appena le ragazze scendono dalla macchina del cliente di turno.
E poi cambiano ragazze due, tre volte al mese.

Un tourbillon che, spesso, vanifica il lavoro delle forze dell'ordine.
I provvedimenti di diffida e i fogli di via si perdono quindi nell'aria della notte.

Torna su


8 ottobre 1997


QUATTRO FINISCONO IN CARCERE

Banda slava sfruttava prostitute ucraine



Padre e figlio specializzati in prostitute.
Ne sfruttavano almeno una dozzina, tutte provenienti dall'Ucraina, con i sistemi barbari ormai tristemente noti alle cronache: botte e persino stupri se non raggiungevano l'incasso previsto, 22 milioni al mese con prestazioni da cinquantamila lire ciascuna.
Rifat Bonesta, 37 anni, nativo di Titograd nell'ex Jugoslavia e il figlio Fahri, 20 anni, sono stati arrestati in una operazione durata alcuni mesi e condotta dalla sezione Buoncostume della polizia, diretta da Silvio Torri.
Con loro sono finiti al carcere alri due slavi, un uomo e una donna, Besim Krasniqi, 30 anni, e Malina Marzena Katarzina, 21.
Proprio con l'arresto di Rifat, il presunto capo del gruppo, avvenuto la notte fra venerdì e sabato, si è conclusa l'indagine.
L'uomo era considerato un "imprendibile", per la sua abitudine di cambiare continuamente alloggio: alberghi, campi-nomadi della provincia, appartamenti nel residence Athena di Calderara.
L'indagine, coordinata dal pubblico ministero Valter Giovannini, era iniziataa metà luglio dalla constatazione che sullo "stradone" di Borgo Panigale, di solito popolato da prostitute negre o albanesi, erano arrivate le ucraine.
Qualcuna delle ragazze ha parlato e così si era arrivati agli arresti dei tre "riscossori".
Ma il capo era irrintracciabile.
Però, avendo perso i complici, Rifat si è visto costretto ad agire in prima persona e a mettere da parte le cautele.
Ha spostato le sue prostitute sui viali e ogni notte si è trovato costretto a fare il giro per riscuotere gli incassi.
Proprio mentre ritirava il denato a una lucciola l'ex "uccel di bosco" è stato identificato e arrestato.
Le ragazze sfruttate (la polizia ne ha rintracciate undici) provenivano tutte dall',Ucraina ed erano di età compresa fra i 20 e i 25 anni.

Torna su


27 settembre 1997


PROVINCIA


CALDERARA. Al residence "Bologna Due" di Calderara di Reno sembra essere tornata di nuovo la calma.
Dopo una settimana di blitz e controlli a tappeto dei carabinieri (l'ultimo è dell'altra notte con maxi-retata di "pusher" e lucciole clandestine dell'ex Jugoslavia e dell'Albania), nel residence si stanno spegnendo quasi tutte le luci rosse.
Intanto l'Amministrazione comunale ha messo nero su bianco per il primo progetto di ristrutturazione del palazzone-alveare.

Servizio all'interno


CALDERARA

Meno luci rosse al Bologna Due

Nuovo blitz dei carabinieri e il Comune delibera la ristrutturazione del residence


Il condizionale è ancora d'obbligo, ma al residence "Bologna Due" di Calderara di Reno sembra essere di nuovo tornata la calma.
Dopo una settimana di blitz e controlli a tappeto dei carabinieri della compagnia di Borgo Panigale (l'ultima è dell'altra notte con maxi-retata di pusher e lucciole clandestine arrivate chissà come dall'ex Jugoslavia e dall'Albania), nel residence si stanno spegnendo quasi tutte le luci rosse.
Con conseguente diminuzione di liti a colpi di coltello e sparatorie fra bande per la guerra del marciapiede.
Ma soprattutto è crollata la presenza di prostitute.
Secondo l'ultimissimo censimento dell'Arma le schiave del sesso sarebbero passate da 112 a 64.
Dimezzate, quindi.
Intanto l'amministrazione comunale, sollecitata dal Comitato spontaneo di via Garibaldi 2 (in pratica i condomini che da anni lamentano condizioni di vita impossibili), ha messo nero su bianco il primo progetto di ristrutturazione del palazzone-alveare.
Con un piccolo stanziamento di venti milioni per le spese tecniche urgenti.
Una goccia nel mare dei lavori che, secondo le prime stime, ammonterebbero a oltre tre miliardi.
Davvero troppo per i bilanci del Comune di Calderara che ha chiesto "aiuto" a Provincia e Regione.
Ma, almeno per adesso, le istituzioni non hanno dato nessuna risposta.
Sul piede di guerra anche i commercianti che comunque esprimono soddisfazione per le operazioni massicce dei carabinieri.
Un applauso all'impegno dell'Arma-commenta il presidente dell'Ascom, Franco Bertuzzi-che ha sempre lavorato a tutela della sicurezza e tranquillità dei cittadini.
Ma al di là dei ringraziamenti i commercianti chiedono la soluzione finale.
La parola d'ordine è: risanare immediatamente l'immobile e sgomberare su due piedi clandestini e lucciole multicolore.
Esprimiamo l'urgente necessità di porre fine agli episodi di criminalità-sostiene ancora Bertuzzi-che da tempo minano la tranquillità e la convivenza pacifica dei cittadini onesti del residence "Bologna Due".
Auspichiamo interventi risolutori non solo da parte dell'amministrazione comunale.
Ma soprattutto delle forze dell'ordine e della magistratura bolognese

Per il momento, però, la Procura non ha ancora aperto un'inchiesta su cbi affitta i monolocali a prostitute e clandestini.

Torna su


29 settembre 1997


LA DONNA, INCINTA, ARRESTATA PER IL POSSESSO DI UNA SEMIAUTOMATICA BERETTA

Delitto, manette a sfruttatrice slava

È stata identificata la lucciola "giustiziata" con un colpo di pistola. I periti esaminano il proiettile


Trent'anni, nigeriana, al secolo Nosa Lovett Eghreuba.
Dovrebbe chiamarsi così la lucciola uccisa con un colpo di pistola alla nuca poco dopo la mezzanotte di venerdì scorso, mentre camminava in cortile tra viale Togliatti e via Vittoria, al quartiere Santa Viola.
L'identità della donna, non ancora ufficiale, viene dalla ricerca che gli inquirenti hanno fatto tra i conoscenti della vittima, che per altro sui viali della periferia cittadina era "Linda" per tutti.
Lavorando sui numeri di telefono trovati nell'agendina rinvenuta nel suo appartamento di Verona, dove i poliziotti della Mobile bolognese sono andati a fare una perquisizione già l'altro pomeriggio, sono arrivate le prime conferme.
La lucciola uccisa a tradimento dovrebbe essere propria Nosa Lovett.
Ma perché e chi l'ha giustiziata?
Chi poteva avere interesse a farlo?
Chi l'ha convinta a imboccare in tutta tranquillità il vialetto che costeggia le scuole elementari "Drusiani"?
Quesiti ancora non risolti, anche perché nessuno ha visto o sentito niente al di là del colpo di pistola.
Gli inquirenti non credono all'omicidio per rapina o al cliente assassino, anche perché "Linda" è stata uccisa in un luogo diverso da quelli in cui le prostitute si appartano di solito.
E allora non resta che una possibilità, e cioè che la nigeriana sia un'altra vittima delle lotte violente fra i clan di sfruttatori.
E proprio in merito va detto che i carabinieri di Borgo Panigale hanno arrestato una slava, Olivera Turocovic, 27 anni, lucciola riposo per stato interessante.
Nel suo appartamento al residence "Bologna 2" di Calderara i militari hanno trovato una pistola semiautomatica Beretta calibro 7,65 (risultata rubata e con alcuni colpi nel caricatore).
Inoltre nascondeva alcuni milioni di lire.
Frutto, si ritiene, del guadagno delle lucciole slave da lei gestite, ragazze che proprio nei giorni scorsi avevano discusso con il gruppo delle nigeriane di cui Linda facava parte.
Le indagini continuano senza sosta e la pistola sequestrata è al vaglio della scinetifica per la comparazione con il piombo dell'ogiva recuperata dal cranio della vittima.
Comunque in attesa degli accertamenti Olivera Turocovic, una che conta nell'organizzazione del sesso a ore, è finita in manette non per omicidio ma per detenzione abusiva della pistola e per sfruttamento.

Torna su


27 settembre 1997


PROVINCIA


CALDERARA. Il Bologna Due, il residence a luci rosse di Calderara, è da sempre zona franca per malviventi e clandestini.
I carabinieri di Borgo Panigale sono passati all'offensiva.
Una settimana di blitz e controlli a tappeto, manette e espulsioni che, per ora hanno riportato la situazione alla semi-normalità.
Servizio all'interno


CALDERARA

Dimezzate le "lucciole"

Una settimana di "pulizia" dei carabinieri nel Bologna Due


Agguati, pestaggi a sangue e regolamenti di conti con coltelli per &guerra" del marciapiede.
Poi sparatorie e sangue fra bande di spacciatori che, ormai da tempo, si contendono il mercato della droga.
Insomma, gli androni bui e il parcheggio del Bologna Due, il residence a luci rosse di Calderara, sono da sempre zona franca per malviventi e clandestini di tutte le razze.
Con i condomini perbene, soprattutto operai e pensionati, che lamentano condizioni di vita al limite del sopportabile.
Risultato: i carabinieri di Borgo Panigale sono passati all'offensiva.
Una settimana di blitz e controlli a tappeto, manette e espulsioni che, per adesso, hannp riportato la situazione alla semi-normalità.
Tant'è che anche le prostitute dei Paesi dell'Est, che da anni popolano il palazzone alveare, sono sensibilmente diminuite: da 114 a 68, almeno secondo il "censimento" dell'altra notte.
La situazione-scrivono i condomini che si sono riuniti in comitato-era e resta esplosiva.
Spaccio, sfruttamento della prostituzione, controllo del territorio da parte di bande criminali sono per noi pane quotidiano.
Chiediamo, quindi, un presidio fisso di forze dell'ordine.
Sappiamo però che questo nostro stabile deve essere risanato e gestito al meglio, soprattutto da chi ci abita tutto l'anno
.
Non a caso il Comitato è riuscito ad ottenere un primo interessamento dell'amministrazione comunale.
La giunta sta infatti cercando di avviare un piano di recupero genrale del residence.
Uno solo il problema: servirebbero tre miliardi che, a conti fatti, ancora non ci sono.
Che la magistratura intervenga-urlano i condomini-e le istituzioni locali facciano la loro parte.
Sconfiggere la criminalità che alberga qui è interesse di tutta Bologna"


Torna su


20 settembre 1997


CALDERARA

Sfruttatori di "lucciole" inseguiti fino al mare



La mattina a reclutare nuove prostitute, la notte a controllare i marciapiedi del vizio della via Emilia e a riscuotere gli incassi.
Una vera e propria "Sesso spa" con sede in uno squallido monolocale del Bologna Due, il residence a luci rosse di Calderara.
Ma quelle facce, mai viste prima sulla strada del sesso a pagamento, hanno insospettito gli 007 dell'Arma.
E, l'altra notte, è scattato il blitz.
Con tanto di rocambolesco inseguimento, da Calderara a Lido di Dante, sulla costa ravennate, per incastrare il presunto capo e i soci dell'organizzazione.
I carabinieri della stazione Bologna Borgo Panigale, coordinati dal pm Andrea Materazzo, sono infatti riusciti a stroncare un nuovo giro di sfruttamento di giovanissime lucciole.
Per H.M.H., un tunisino di 33 anni residente a Castel San Pietro, e per la sua convivente-sorvegliante delle prostitute, L.V., slava di 34 anni, è scattato il fermo di polizia giudiziaria.
Il presunto complice, C.M., 23 anni di Imola, è stato invece denunciato a piede libero.
Per tutti l'ipotesi di accusa è associazione a delinquere finalizzata al reclutamento e allo sfruttamento della prostituzione, sequestro di persona e percosse.
Il trio, secondo i carabinieri, aveva appena reclutato tre giovani ucraine e un'albanese.
Con un unico scopo: portarle in un angolo di via Emilia per soddisfare le esigenze del mercato del sesso.
E, in caso di rifiuti e sgarri, giù botte da orbi.
Ma i carabinieri hanno scoperto il nuovo giro entrando subito in azione.
Il capo, ormai braccato, è fuggito alla guida della sua auto.
Sgommate, brusche frenate e corse a più di 150 all'ora.
Da Calderara fino alla costa romagnola.
Una fuga inutile.
Il tunisino, seguito a ruota dalle radiomobili di Borgo Panigale, è incappato in un posto di blocco dell'Arma di Ravenna.
Immediate le manette.

Torna su


16 settembre 1997


BENTIVOGLIO E CALDERARA

...
Un africano denunciato per evasione



...
I carabinieri di Borgo Panigale, di ronda al Bologna 2 di Calderara, nell'ambito dei servizi di repressione dell'attività criminale ai danni della proprietà, hanno notato il marocchino O.S. di 32 anni, sottoposto al regime restrittivo degli arresti domiciliari per precedenti reati, aggirarrsi fuori dal suo alloggio con l'evidente intento di andarsene, trasgredendo così alle limitazioni imposte dalla autorità giudiziaria.
Lo hanno fermato e perquisito, trovandolo in possesso di un coltello.
La pattuglia di carabinieri ha provveduto a denunciare a piede libero l'uomo per evasione e porto abusivo di armi e a riportarlo al domicilio.
Gli è stato ripristinato il vincolo degli arresti domiciliari.

Torna su


14 settembre 1997


CALDERARA

Napoletano identificato nell'autore del
"regolamento di conti"



È già stata scoperta dai carabinieri di Borgo Panigale l'identità dell'uomo che l'altra notte ha sparato cinque colpi di pistola calibro 7,65 contro un tunisino di 37 anni, Ben Halì Mugi, con precedenti per spaccio di droga e residente a Calderara, all'Athena.
Ad aver fatto fuoco sarebbe stato un napoletano, anche lui una vecchia conoscenza delle forze dell'ordine, e l'avrebbe fatto per regolare i conti a proposito di una partita di droga.
I carabinieri sono arrivati alla verità dopo aver setacciato l'intero residence "Bologna due" e, tra l'altro, avere smascherato sei albanesi clandestini che sono già stati proposti per l'espulsione.
Nei guai è finito anche il tunisino (ferito ai piedi e alle gambe) che non ha collaborato con i militari pur sapendo chi fosse il suo giustiziere ed è stato arrestato (è difeso dall'avvocato Elena Grossi) per favoreggiamento personale.

Torna su


13 settembre 1997


Sparatoria a Calderara:
gambizzato un albanese



Un extracomunitario albanese è stato ferito a colpi di pistola al residence "Bologna due" di Calderara di Reno.
A trovarlo, alle 22,30, sono stati alcuni suoi connazionali.
L'uomo, trasportato in ambulanza all'ospedale Maggiore, è stato centrato alle gambe da due colpi, ma non è in pericolo di vita.
Sul luogo della sparatoria sono immediatamente intervenute numerose pattuglie dei carabinieri che per tutta la notte hanno eseguito controlli nella zona e nell'edificio.
Per ora nessuna traccia di chi ha fatto fuoco.
Tra gli abitanti del residence, già teatro di vari episodi di cronaca nera, ci sono infatti pregiudicati legati alla prostituzione e allo spaccio di stupefacenti.
E infatti gli investigatori ritengono che l'episodio di ieri sera potrebbe rientrare in una guerra tra "bande" di extracomunitari o essere l'epilogo di un regolamento di conti per uno sgarro.

Torna su


27 agosto 1997


(-oggi il Carlino ci dedica ben due articoli!!!-)

Al supermercato della refurtiva



C'erano anche un calice da Messa e un portaostie, nella refurtiva trovata dai carabinieri di Borgo Panigale nelle abitazioni di otto nordafricani (sette tunisini e un marocchino), al residence "Bologna 2" di Calderara di Reno.
Gli extracomunitari, che hanno un'età compresa tra i 25 e i 34 anni, sono stati denunciati a piede libero per ricettazione.
Nei loro appartamenti è stata trovata merce varia per alcune decine di milioni.


Donna serba in carriera:
ha "comprato" tre ucraine



È accusata di aver "comprato" da uno slavo, per dieci milioni, tre giovani ucraine che voleva far prostituire.
E di aver picchiato una albanese per costringerla a lasciare alle proprie ragazze il tratto di marciapiede su cui lavorava, a Borgo Panigale.
Vera Latas, clandestina serba di 34 anni, con precedenti per reati legati alla prostituzione, è stata fermata dai carabinieri della Compagnia di Borgo Panigale che hanno denunciato tre uomini, ora irreperibili: il tunisino compagno della donna, un italiano di Castel San Pietro che lavorava con la coppia e lo slavo che ha venduto le tre ragazze.
Per tutti, l'ipotesi di reato è associazione a delinquere finalizzata al reclutamento per la prostituzione, istigazione, favoreggiamento e sfruttamento.
La donna e il convivente sono accusati anche di sequestro di persona e percosse nei confronti delle ragazze.
È stata l'albanese a denunciare la Latas.
I militari hanno così scoperto che la donna, concluso l'acquisto delle tre ucraine, le ha rinchiuse in una stanza del "Bologna 2" di Calderara (dove abita) per un giorno intero, facendole uscire solo quando hanno accettato di prostituirsi.
Ma sono intervenuti i carabinieri.

Torna su


27 luglio 1997


CALDERARA

Le fiamme e poi il buio



Un incendio al residence "Calderara 2" provoca un black-out


Fiamme nella notte al residence Calderara 2.
Intorno alle due e trenta di ieri, forse a seguito di una disattenzione da parte di qualche sbandato che frequenta la zona, il quadro elettrico dello stabile di via Garibaldi 2 a Calderara, nei pressi dell'hotel Meeting, si è incendiato lasciando al buio numerose famiglie.
Il rogo, di proporzioni nel complesso ridotte, si è sprigionato da un mucchietto di immondizia accumulato ai piedi del quadro rendendo inservibili i contatori più vicini al suolo.
Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco per domare l'incendio e fare i rilevamenti del caso.
A parte il forzato black-out cui alcuni residenti saranno costretti nelle prossime ore, non sono stati registrati danni di particolari entità.
L'episodio, comunque, rappresenta solo l'ennesimo esempio di una emergenza degrado che caratterizza quella zona di Calderara.
Un allarme contro il quale ora si leva la protesta dei residenti. L'incendio dell'altra notte-spiega Angelo Rizzi, rappresentante di un comitato di condomini-ha un'origine probabilmente dolosa.
Del resto, proprio nei pressi di quel quadro elettrico spesso abbiamo trovato sbandati che passavano la notte accampati: senza contare che tossicodipendenza e prostituzione sono all'ordine del giorno da queste parti.

Gli abitanti, per far cessare questa situazione, sono pronti ad impegnarsi in prima persona ma chiedono maggiore aiuto alle istituzioni.
Faremo di tutto per rendere più sicuri i nostri condominii-continua Rizzi-e per evitare che altri episodi del genere si verifichino.
Presto terremo una riunione durante la quale decideremo come preservare l'impianto elettrico da incidenti come quello dell'altra notte.

Ma gli sforzi dei privati, ormai esasperati dalle scorribande di vandali e piccoli criminali non bastano: I rappresentanti del Comune stanno iniziando a interessarsi ai nostri problemi, partecipano spesso alle riunioni di condominio e noi non possiamo fare altro che apprezzare tutto questo.
Occorrono però molti più controlli, anche da parte delle forze dell'ordine, in modo tale che i balordi che frequentano la zona desistano dall'abitudine di bivaccare sotto le nostre finestre.


Torna su


22 giugno 1997

CALDERARA

Regolamento di conti (con coltello) tra protettori



Un "commando" di albanesi ha aggredito e ferito un connazionale che non avrebbe "rispettato i confini del marciapiede"


Ancora violenza, un altro regolamento di conti fra protettori finito nel sangue.
Uno sgarro al racket che controlla i marciapiedi della via Emilia ed ecco la spedizione punitiva.
Calci, pugni, il luccichio delle lame.
Uno, due, tre fendenti a vuoto e poi il colpo proibito.
Una potente coltellata al fondo schiena dell'"infame" che è stramazzato a terra in un lago di sangue.
Quindi la fuga, sotto gli occhi di una decina di schiave dl sesso e dell'omertà.
Teatro dell'ennesimo agguato, gli androni del residence a luci rosse "Bologna Due" di Calderara di Reno. La vittima è un albanese di 30 anni, già noto ai carabinieri, che adesso è ricoverato in gravi condizioni all'ospedale Maggiore.
È successo l'altra notte in via Garibaldi, l'estrema periferia di Calderara dominata dal residence-alveare in balìa di spacciatori, lucciole ed emissari della "Vizio spa".
Erano da poco passate le 23 quando la vittima (sospettata di essere uno dei "boss" della prostituzione e che adesso rischia l'arresto per favoreggiamento) è rientrata al "Bologna Due" forse per ritirare i primi incassi della serata.
Ma ad attenderlo c'erano altri due connazionali armati di coltello.
Gli aggressori, arrivati in taxi da un bar del centro di Bologna, l'hanno subito accerchiato e bloccato.
Ma lui è riuscito a liberarsi dalla morsa cercando scampo lungo le scale. Tutto inutile.
Il "commando" l'ha raggiunto.
"Uppercut" e colpi bassi a non finire,quindi la coltellata al fondo schiena.
L'albanese, con la faccia livida, è caduto sul pavimento senza più rialzarsi. E, tutt'intorno, il sangue.
Subito è scattato l'allarme.
Un condomino per bene ha allertato il 118 e carabinieri della compagnia di Borgo Panigale.
L'aggredito è stato trasportato e ricoverata al Maggiore, mentre i militari del nucleo operativo e radiomobile hanno iniziato le ricerche degli accoltellatori.
Degli aggressori però nessuna traccia.
Ma gli 007 dell'Arma, che hanno ascoltato decine di prostitute dell'Est, sanno già dove indirizzare le indagini.
Il cerchio starebbe infatti per chiudersi: nelle prime ore del pomeriggio di ieri due albanesi, in odore di mafia, sono stati fermati.
L'interrogatorio è ancora in corso nel massimo riserbo.
Intanto i condomini perbene del "Bologna Due" chiedono più sicurezza, raccogliendo firme di protesta e incalzando il comune perchè passi al setaccio gli affittuari e le società immobiliari che gestiscono il mercato della locazione.
Siamo pronti a denunciare-affermano i condomini onesti-i proprietari disinvolti per i traffici illeciti che svolgono nei loro appartamenti e chiediamo un risarcimento per il deprezzamento costante delle nostre proprietà.

Torna su


17 giugno 1997

Spaccio Poliziotti assaliti al Bologna 2


Momenti di tensione ieri pomeriggio al residence Athena-Bologna 2 di Calderara di Reno.
Gli agenti di una volante del 113 che stavano accompagnando nel suo alloggio un marocchino hanno sorpreso altri cinque nordafricani intenti a preparare dosi di eroina.
Alla vista della polizia, questi ultimi hanno assalito gli agenti.
Due sono stati bloccati e denunciati per resistenza a pubblico ufficiale.

Torna su


9 maggio 1997

CALDERARA

Rubate e ritrovate 10 auto

Dieci auto rubate, dal tramonto all'alba a Zola Predosa e a Calderara, e poi ritrovate nel parcheggio del residence a luci rosse "Bologna Due" di via Garibaldi
(-evidenziazione nostra-)
proprio a Calderara.
È successo l'altro giorno con i carabinieri della Compagnia di Borgo Panigale che, dopo una breve indagine, sono riusciti a recuperare tutta la refurtiva e a denunciare a piede libero quattro giovani bolognesi.
Dopo le segnalazioni dei derubati, gli investigatori hanno puntato direttamente sul palazzone-alveare.
In decine di monolocali abitano prostitute dei Paesi dell'Est ma anche e soprattutto gli emissari della "Sesso spa" e bande di delinquenti dediti allo spaccio di stupefacenti e ai furti.

(-di nuovo sottolineatura nostra-)
Risultato: quattro Fiat "Uno", due Y 10, tre "Punto" e una Citroen "Zx", tutte rubate nella notte, erano parcheggiate proprio nel piazzale del condominio hard core.
(-di nuovo nostra-)
E a poca distanza i presunti ladri.
Nei guai sono così finiti due tossicodipendenti di 26 anni residenti in città, un 33enne di San Lazzaro e un operaio di 25 anni di Calderara.
Il quartetto, che ha alle spalle dei precedenti con la giustizia, dopo gli accertamenti, è stato denunciato in stato di libertà per ricettazione.
Secondo i carabinieri, le automobili sarebbero poi state utilizzate per compiere delle rapine.

Torna su


30 aprile 1997

CALDERARA

Le "ronde" al residence a luci rosse?



Dopo una settimana di perquisizioni a tappeto dei carabinieri, con arresto di tre spacciatori e ottanta prostitute denunciate, al Bologna Due di Calderara non è cambiato nulla.
Sesso e degrado è ormai l'etichetta del residence a luci rosse.
E i condomini perbene, ormai costretti a vivere blindati in casa, sono scesi sul piede di guerra: cinquanta firme raccolte in un giorno a corredo di un esposto che ieri è stato spedito a prefetto, presidente del Tribunale, procuratore della Repubblica e questore.
Obiettivo: denunciare lo stato di criminalità, la cronica mancanza di fondi dovuta a chi non paga le quote condominiali e il disinteresse degli enti locali.
Le lungaggini della giustizia-si legge nell'esposto-non consentono di dare corso ai decreti ingiuntivi per i morosi.
Così i debiti non vengono sanati.
Soprattutto nei confronti della Seabo: ci faranno causa per un ammanco di 90 milioni di acqua e gas.
Alla sbarra anche il menefreghismo e la colpevole incuranza di quanti, società e privati, affittano gli appartamenti a malavitosi, prostitute e spacciatori.
Sono loro che hanno ridotto il residence a un livello intollerabile di decenza e al limite della viviilità.

E poi giù altre bordate.
La totale assenza delle istituzioni-lamentano i firmatari della denuncia-Comune e forza pubblica, ha di fatto instaurato un clima di terrore tra i residenti.
Specialmente nelle ore notturne in cui succede di tutto: scorribande, schiamazzi, risse, lotte tra racket.

Dopo le denunce arrivano anche gli avvertimenti, gli ultimatum ai rappresentanti della pubblica amministrazione.
Lo stato di degrado-tagliano corto i condomini-, anche delle strutture dell'immobile, contribuisce ad accrescere il malcontento tra i proprietari perbene.
Tanto da fare aleggiare proposte di ronde notturne e di manifestazioni forti, per scuotere chi dovrebbe occuparsi di queste cose.

I firmatari dell'esposto chiedono che prefetto, presidente del Tribunale, procuratore e questore nominino subito un amministratore giudiziario che possa garantire il pagamento delle bollette e faccia un censimento di cbi vive nel residence.
Per identificare i nuclei malavitosi e allontanarli definitivamente.
Infine, i condomini reclamano una presenza più costante e massiccia delle forze dell'ordine per ridare tranquillità e serenità alla gente onesta.

Torna su


26 aprile 1997

Scatta l'allarme per i piccoli segregati nel residence dell'eros

Baby-dannati a luci rosse

Controlli a tappeto dopo la bimba 'liberata' dai carabinieri


Bambini 'dannati' nell'inferno del sesso.
(- le sottolineture col bold sono sempre nostre-)
Lasciati tutti soli, la notte dalle madri che sotto la minaccia dei protettori vanno a popolare i vialoni di periferia dedicati all'amore mercenario.
Ma quanti ce ne saranno al residence Bologna 2 di Calderara di Reno?
L'altra sera, durante un blitz, i carabinieri hanno scoperto che una bambina albanese di otto anni viveva praticamente segregata.
Senza scuola, senza le vaccinazioni obbligatorie, senza un libro, senza un giocattolo.
La bimba, che già da mesi per intervento del Tribunale dei minori era stata strappata alla madre e alla zia, due 'lucciole' di 27 e 23 anni, è stata "rapita" e riportata a vivere nelle "cellette" di quell'alveare triste che è il residence Athena
(-ci risiamo-)
La bambina liberata da quel freddo squallore grazie ai carabinieri, ora si trova ricoverata in una casa protetta tenuta segreta.
Ma c'è grande preoccupazione per gli altri bambini che, sempre sistemati nel palazzone di Calderara di Reno, potrebbero trovarsi nelle stesse condizioni della piccola albanese.
Già dalle prossime ore forze dell' e assistenti sociali su mandato della Magistratura potrebbero far scattare un altro blitz per censire i minori e segnalare le situazioni più difficili.

Servizi all'interno


Bologna 2/Presto un censimento dei minori nel "ghetto" di Calderara

Quanti casi Amira nel residence?

La bimba albanese chiusa in casa da sola ogni notte, è stata affidata al Tribunale dei minori
Amira, otto anni appena compiuti, non va a scuola. Amira non ha una bambola. Non ha compagni di giochi e neppure un padre.
Amira, nata in Albania, la notte dorme tutta sola in in una "celletta" di quell'alveare strano che è il "Bologna 2", in attesa che la madre e la zia, donne da marciapiede, 27 e 23 anni, scendano dall'auto dell'ultimo cliente e tornino da lei.
Eccola qui l'alba di Amira.
Sempre uguale, sempre triste, così a Natale come in un qualunque anonimo martedì.
La madre e la zia rientrano trotterellando stanche sulle scarpe che sembrano dei trampoli e lei, donnina di casa, prima di infilarsi di nuovo sotto le lenzuola prepara per loro qualcosa di caldo.
Non è strano, per lei, vedere calze a rete e guèpiere di ogni colore, e non è strano, per chi dovrebbe farla diventare grande, tenerla segregata lì dentro.
Anche perchè uscire dal giro della prostituzione è pericoloso, quasi impossibile.
E la madre della bimba, picchiata a sangue dai protettori tutte e due le volte che ci ha provato, lo sa bene.
La brutta storia di Amira l'hanno scoperchiata i carabinieri l'altra mattina, quando hanno fatto scattare una maxi-perquisizione al residence &#quot;Athena&#quot;.
I militari andavano a caccia di spacciatori, certo, a caccia di albanesi clandestini e magnaccia, certo, e andavano a caccia di "lucciole" già colpite da un provvedimento di espulsione, certo, ma oltre a tutto questo hanno tovato anche la piccola Amira.
Una bambina, forse non la sola del residence Bologna 2, condannate praticamente a non vivere. Quasi segregata. Neppure mai vaccinata.
Tempo fa i carabinieri, dopo aver segnalato il caso al Tribunale dei minori, l'avevano presa e portata in una casa protetta assieme alla madre.
Poi erano arrivate le assistenti sociali, l'iscrizione a una scuola. Persino i giocattoli.
Ma la favola di Amira (un nome finto per un dramma vero) è durata un battito di ciglia.
L'organizzazione albanese che gestisce il sesso a ore sui vialoni di periferia l'ha ritrovata in fretta, e a suon di legnate ha convinto sua madre a tornare al suo posto.
Di notte sulla strada, a battere, e di giorno nella "celletta" del Bologna 2, a Calderara di Reno.
Dunque eccola lì di nuovo, la piccola Amira. Ancora senza scuola. Ancor senza bambole.
L'altra mattina, quando un maresciallo ha allungato le braccia per tirarla a sè perché non si spaventasse troppo durante la perquisizione, lei si è messa a giocare coi bottoni della sua divisa color argento.
Non ha detto una parola.
Adesso, per cercare di darle la possibilità di vivere la sua infanzia in un ambiente più adatto, l'assistente sociale (che già aveva seguito il suo caso prima della sparizione con la madre e la zia da una casa protetta a Casalecchio) ha deciso di separare totalmente la piccola dalle due donne, che alla fine sono state denunciate per resistenza a pubblico ufficiale, oltraggio e sottrazione di minore.
Ieri la bambina è stata accompagnata in un'altra casa protetta, tenuta segreta questa volta, e contro la madre è stata avviata la pratica per ottenere la sospensione della patria potestà sulla figlia.
Ma il timore del Tribunale dei minori di Bologna è che al residence di Calderara ci siano altri bambini nelle condizioni di Amira, e così nelle prossime ore le forze dell'ordine e gli assistenti sociali avranno il compito di passare al setaccio quel grigio alveare e fare un esatto censimento dei minori segnalando alla magistratura i casi più difficili.

Bologna2 Gli inquilini perbene:
"È permesso tutto, siamo assediati"


Aggressioni, risse tra papponi e spacciatori, spari e rapimenti...Sono almeno cinque anni che denunciamo episodi di ordinaria violenza.
Nulla. Nessuno ha mai mosso un dito e non è stata ancora presa una posizione decisa.
Sì, certo, ci sono le irruzione e le retate di polizia e carabinieri.
Ma, dopo qualche giorno di pace e calma apparente, siamo di nuovo in allarme rosso coi criminali a farla da padroni.

I condòmini per bene del residence Bologna 2 di Calderara hanno fatto il callo a tutto. Non si stupiscono di niente: sanno soltanto che sono costretti a vivere blindati.
E, perfino di fronte al rapimento a lieto fine della bambina di otto anni figlia di una lucciola albanese vittima del racket del sesso, alzano le spalle.
Sia molto chiaro -incalzano quelli del Comitato di via Garibaldi 2- che non siamo dei menefreghisti.
I nostri timori non sono mai stati infondati.
E adesso dobbiamo fare i conti anche con chi specula, e senza scrupoli, sull'infanzia.
I bambini non sono merce di scambio.
Ma qui sembra che tutto sia permesso.
Serve un'azione forte per fare un vero e proprio repulisti generale.

E la richiesta pare sia stata accolta subito dal Tribunale dei minorenni che ha delegato i servizi sociali a segnalare tutti i casi a rischio.
Un lavoro duro, difficile, che sarà condotto in stretta collaborazione con le forze dell'ordine.
Secondo gli investigatori, nelle "case chiuse" del residence a luci rosse ci sarebbero almeno dieci bimbi, figli d'altrettanto giovani lucciole dell'Est costretti a convivere con clienti, droga e protettori.
Daremo il nostro appoggio alle assistenti sociali.
-promettono i condomini onesti, quasi tutti studenti-lavoratori, pensionati e operai-
Siamo gli unici a sapere i movimenti segreti di lucciole, spacciatori, sfruttatori.
Prima o poi però qualcuno dovrà aiutare anche noi.
Le tasse le paghiamo e abbiamo diritto ad essere ascoltati.
Così com'è il residence scoppia di umidità e degrado.

Tant'è che l'altro giorno alcuni extracomunitari hanno sgozzato una capra nel giardino-discarica a cielo aperto dell'edificio.
Poi hanno lasciato sangue e interiora sul prato.
Ma c'è anche chi-lamentano i proprietari- lancia rusco e elettrodomestici fuori uso dalle finestre come se il parco fosse un porcile. E il Comune non fa niente di niente.
Sesso e degrado, questo il binomio che sta mandando in malora il Bologna Due.
Una casa albergo nata alla fine degli anno Settanta per ospitare professionisti e lavoratori di passaggio che invece si è trasformata in un ghetto.
Allo studio di Comune e Regione c'è un progetto di ristrutturazione a nove zeri.
Per adesso però la pubblica amministrazione ha deliberato "ben" 24 milioni. Una goccia.

Torna su


23 aprile 1997

NUOVO BLITZ DEI CARABINIERI AL "BOLOGNA DUE"

Grand Hotel malavita

Immigrati e prostitute stipati negli alloggo. Decine di denunce

Scacco matto al residence "Bologna Due" di Calderara di Reno.
Il blitz dell'Arma è scattato all'alba, proprio mentre 80 lucciole albanesi stavano rientrando dopo una lunga notte sui marciapiedi della via Emilia e Borgo Panigale.
È stato il finimondo: cento carabinieri hanno fatto irruzione in cinquanta monolocali affittati da prostitute, extracomunitari, clandestini ed emissari della "Sesso spa".
C'è stato chi ha tentato di scappare lanciandosi da finestre e terrazzi, chi ha cercato un rifugio, altri che hanno preferito la via dei campi.
Inutile, la zona era accerchiata e tutti i fuggitivi sono stati individuati e bloccati.
Risultato: pioggia di denunce per resistenza a pubblico ufficiale.
Poi i controlli a tappeto fino a tarda mattinata.
Ogni mini-alloggio era stato preso in affitto temporaneamente da almeno una prostituta ma di fatto subaffittato ad altre due o tre colleghe.
Per i padroni di casa quindi saranno guai.
I carabinieri hanno rilevato un elenco interminabile di infrazioni e multe per oltre venti milioni.
I verbali con le relative sanzioni da capogiro non sono ancora state notificate, ma oggi i militari ascolteranno i proprietari per ricostruire, nei particolari, il giro delle "case chiuse".
Dopo il blitz è scoppiata anche la protesta di tutti i residenti perbene.
Il "Bologna Due" è infatti abitato anche da pensionati, operai, studenti-lavoratori.
È ormai da anni che i condomini alzano la voce, vivono blindati e chiedono "pulizia".
E ieri è partito l'ennesimo esposto al sindaco di Calderara e alla magistratura.
Chiediamo -si legge nell'esposto- che vengano eseguite le visure degli appartamenti in affitto, e si porti alla luce il mercato clandestino delle schiave del sesso.
Non ne possiamo più di vivere nel degrado.
Intanto, Comune e Regione hanno deliberato "ben" ventiquattro milioni per studiare il primo piano di recupero del palazzo a luce rosse.
Una goccia: secondo le stime dei condomini servirebbero, subito, almeno trecento milioni.

Torna su


18 aprile 1997


IL RESIDENCE "BOLOGNA DUE" ANCORA NEL MIRINO DEI CARABINIERI

Al bazar della merce rubata

Computer, cellulari, gioielli: irruzione in un appartamento e quattro arresti

Spacciatori sì, ma col cuore tenero. E se i loro clienti non avevano i soldi per pagare l'eroina poco importava,
avrebbero potuto pagare le dosi con qualcosa di valore soffiata chissà dove e chissà come.
Occhiali, computer, macchine fotografiche, argenteria, preziosi, camicie, scarpe, cravatte appena rubate, e ancora binocoli e telefonini cellulari.
Ecco il bazar scoperto l'altro pomeriggio dai carabinieri del Reparto operativo al residence "Bologna due" di Calderara di Reno,
all'interno di una stanza occupata da tre tunisini e un israeliano impegnati a smerciare droga.
Ai quattro i militari hanno trovato addosso sessanta grammi di eroina e per questo li hanno arrestati con l'accusa di detenzione a scopo di spaccio.
Mentre sono stati solo denunciati per la ricettazione del materiale (50 milioni di roba) certamente trafugato da negozi e abitazioni dei bolognesi.
Gli extracomunitari spacciatori smascherati dai carabinieri sono i tunisini Alì Ben Farhat, 31 anni, Abdelouhaed Alovani, 46, Mahmud Ben Mourad Arfaoui, 24,
e l'israeliano Said Fathi, 26enne. Tra la refurtiva recuperata ci sono anche molte schede telefoniche rubate in una
tabaccheria della periferia cittadina solo qualche settimana fa, e ora i carabinieri stanno cercando di appurare chi siano i proprietari dell' altra merce sequestrata.

Torna su


17 aprile 1997


AGGUATO A LUCI ROSSE NEL RESIDENCE "BOLOGNA DUE"

Sesso e botte da orbi

Picchiato e rapinato dopo l'incontro con una lucciola albanese

Agguato a luci rosse, in uno dei 196 appartamenti del residence del vizio (-come al solito sottolineatura nostra-) "Bologna Due" di Calderara.
Un magazziniere di 36 anni del Persicetano è stato picchiato e rapinato da cinque emissari del racket della prostituzione
dopo mezz'ora d'amore con una lucciola albanese. Un pestaggio in piena regola, per appena 200 mila lire, con la complicità
della ragazza da marciapiede. È stata lei a aprire la porta di casa agli esattori della "Sesso spa". E per l'ignaro cliente
sono state botte a non finire nell'appartamento e giù per le scale. Quattro piani di terrore con un'ultima raffica di pugni all'entrata
del palazzone. La vittima, sanguinante, è riuscita a raccogliere le forze per andare dai carabinieri per sporgere denuncia. Immediati i controlli
dell'Arma. Della lucciola e dei picchiatori nessuna traccia. L'ennesimo episodio di violenza, che costringe i condomini perbene a vivere barricati in casa,
è successo la notte scorsa. Era da poco passata l'una quando il persicetano ha passato in rassegna la parata di cosce in via Togliatti, a Borgo Panigale,
Poi il solito copione: il finestrino abbassato, la veloce contrattazione, il viaggio furtivo. Destinazione: il "Bologna Due". Ma qui, tra le pareti squallide di un monolocale, la prostituta ha gettato la maschera. Un balzo e ha aperto la porta. E il cliente non ha nemmeno avuto il tempo di chiedere aiuto.
Cinque albanesi l' assalito e rapinato.

Servizio all'interno


IL PESTAGGIO CON RAPINA AI DANNI DEL CLIENTE DI UNA PROSTITUTA ALBANESE

Sangue nel residence a luci rosse

L'uomo picchiato selvaggiamente da cinque energumeni anche lungo le scale. Per 200mila lire

Picchiato a sangue e rapinato da cinque emissari del racket della prostituzione. Dopo un incontro a pagamento con una giovane "lucciola" albanese
in uno dei 196 appartamenti del residence (-corsivo del Carlino, stavolta-) a luci rosse "Bologna Due" di Calderara.
Un vero agguato, premeditato con la complicità della ragazza da marciapiede di proprietà della holding del vizio.
È stata proprio lei, dopo aver consumato la prestazione, ad aprire la porta di casa agli esattori della "Sesso spa".
E per l&#ignaro cliente è cominciato l'incubo. Un inferno di calci e pugni per appena 200mila lire. Poi ancora schiaffi e
spintoni giù per le scale: quattro piani di terrore con un'ultima raffica di diretti al volto. La vittima, con la faccia tumefatta,
è riuscita a raccogliere le forze per salire in macchina e andare alla caserma di carabinieri per sporgere denuncia. Immediati i controlli
dell'Arma. Tutto inutile, però. Della "lucciola" e dei picchiatori nessuna traccia.
L'ennesimo episodio di violenza, che costringe i condomini perbene del "Bologna Due" a vivere barricati in casa, è successo
l'altra notte. Tutto è iniziato in via Togliatti, il rettilineo del sesso a pagamento di Borgo Panigale. Era da poco passata
la mezzanotte quando la vittima predestinata, un magazziniere di 36 anni che abita nel Persicetano, ha passato in rassegna la parata di cosce
a bordo della sua Punto. Poi il solito copione: il finestrino abbassato, la veloce contrattazione, il viaggio furtivo per consumare la prestazione.
Un paio di chilometri ed ecco il palazzone-alveare "Bologna Due". La coppia clandestina è salita nell'appartamento della lucciola
usando le scale di emergenza. Quindi l'"amore" per 100mila lire. Ma tra le pareti squallide del monolocale la prostituta
(una giovane albanese che avrebbe detto di chiamarsi Kristine) ha gettato la maschera. Un balzo e ha aperto la porta. E il cliente, che si stava
rivestendo non ha avuto nemmeno il tempo di chiedere aiuto. Cinque individui robusti, presumibilmente albanesi, gli sono saltati addosso
riempendolo di calci e pugni. Fuori i soldi, avrebbero urlato gli aggresssori, continuando a menare le mani. E giù colpi bassi
fino a quando il malcapitato non ha consegnato il portafogli con 200mila lire. Troppo poche per gli esattori del racket che si sono sfogati
a furia di schiaffi e uppercut. Un pestaggio che è andato avanti per mezz'ora: dall'appartamento fino all'entrata
del residence. L'uomo, sanguinante, è finalmente riuscito a scappare. Il racconto-denuncia ai carabinieri, i controlli
e da oggi perquisizioni a raffica.

Torna su


10 aprile 1997


Calderara

"Bologna Due" nella bufera



Dopo la protesta dei condomini perbene del residence "Bologna Due" di Calderara, da anni invaso da pusher e
lucciole, anche i commercianti prendono posizione. Così, mentre i carabinieri passano al setaccio tutte
le case chiuse del palazzone-alveare, (196 alloggi, di cui almeno 50 in affitto a prostitute, protettori e spacciatori),
gli associati Ascom chiedono a tutte le autorità competenti di intervenire per sanare una realtà-ghetto
che rischia di minare la sicurezza del paese. Chiediamo-incalza il presidente dell'Ascom locale
Franco Bertuzzi-che magistratura e amministrazione comunale si adoperino davvero, appoggiando il lavoro delle
forze dell'ordine, perchè venga ristabilita la pacifica convivenza. Obiettivo: i cittadini onesti e irreprensibili del "Bologna Due" possano porre fine, subito, alle loro preoccupazioni ed ansie.

Intanto, Comune e Regione hanno stanziato 24 milioni per dare inizio ai lavori di progettazione, per recuperare
lo stabile, adesso abbandonato al suo triste destino di degrado e incuria.Bisogna che i
i controlli vengano rafforzati ulteriormente
-continua Bertuzzi-e che l'amministrazione
intervenga. Soprattutto, dal punto di vista finanziario. La ristrutturazione immediata, reale, del residence
è una necessità: bisogna subito iniziare i lavori per renderlo più vivibile
e quindi in regola con le norme igieniche e sanitarie.

Da parte loro, i cittadini perbene annunciano che da oggi partiranno le denunce con i nomi e i cognomi
di tutti i balordi che abitano in via Garibaldi 2.
C'è la necessità di aprire un tavolo di confronto-dice infine Bertuzzi-
coinvolgendo tutte le autorità: la priorità assoluta deve essere quella di risolvere il caso.

Torna su


9 aprile 1997


I CONDOMINI DEL RESIDENCE "BOLOGNA DUE" IN ASSEMBLEA: SIAMO COSTRETTI A NON USCIRE PIU' DA CASA

Basta con lucciole e spacciatori



Sesso, droga e degrado: il residence "Bologna Due" di Calderara come il Bronx.
Lucciole e clienti a tutte le ore, schiamazzi, risse tra bande di protettori e continuo via-vai di balordi e sballati alla ricerca della dose. Con il giardino ridotto ad una discarica a cielo aperto: sudiciume e sacchetti di rusco ovunque.
E sangue.
(la nostra sottolineatura è lunga stavolta perchè questo pezzo è una perla!-)
Quello di un capretto sgozzato nel bel mezzo del prato da due extracomunitari. Con i condomini perbene costretti a blindarsi in casa per non rischiare ritorsioni e minacce.
Studenti, lavoratori, pensionati sono ormai al limite della sopportazione e alzano gli scudi della protesta. L'altra sera hanno indetto un'assemblea pubblica per denunciare il grave stato di abbandono della stuttura. Un palazzone-alveare in cemento armato costruito alla fine degli anni Settanta: 196 appartamenti di cui almeno 50 in affitto a prostitute, immigrati e pusher. Gente disperata che non paga le bollette. E la casa-albergo di via Garibaldi 2 ha accumulato con la Seabo (ex Acoser) un debito di oltre 90 milioni.
Questo scandalo deve finire -attaccano i residenti "storici"-.Adesso partiranno le denunce con nomi,cognomi e attività di chi viola sistematicamente la legge. Ma per riuscire a fare intervenire forze dell'ordine ed enti locali dobbiamo sensibilizzare subito tutti i condomini. La verità è che ci hanno abbandonato al nostro triste destino: siamo soli. Il residence è un mondo a parte che nessuno vuole vedere.
Alla riunione erano presenti anche gli amministratori dell'edificio.
Vivere nel condominio non è facile -dicono con toni pacati-.Le denunce? Ne abbiamo fatte più volte, ma il cittadino deve muoversi. La nostra parte l'abbiamo fatta scrivendo a tutte le autorità competenti. Una cosa è certa: se il "Bologna Due" fosse stato in centro a Calderara tutto questo caos non sarebbe mai successo. La verità è che il palazzo è considerato un ghetto.
Intanto la struttura scoppia di umidità e va in malora. Per iniziare i lavori di restauro servirebbero più di 300 milioni. Comune e Regione ne hanno stanziati appena 24, con l'assicurazione che i tecnici studieranno e seguiranno di persona il progetto: una goccia nell'oceano del degrado.

Torna su