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Il Resto del Carlino 1999: da luglio a dicembre

  17 dicembre 1999
8 dicembre 1999 21 novembre 1999
18 novembre 1999 10 novembre 1999
4 novembre 1999 2 novembre 1999
30 ottobre 1999 19 settembre 1999
27 agosto 1999 1 agosto 1999
22 luglio 1999 16 luglio 1999
2 luglio 1999 1 luglio 1999




17 dicembre 1999


Prima di bruciare la lucciola ucraina i due avidi sfruttatori l'hanno rapinata. Le indagini della Squadra mobile hanno alzato il velo sulla raccapricciante verità

Assassini incastrati dagli anelli della vittima



Un paio di anelli, una catenina d'oro.
Sono questi piccoli gioielli, importanti solo per chi nella vita non ha molto altro, ad aver incastrato i due sfruttatori ucraini che, lo scorso giugno, non ci pensarono due volte ad uccidere e a bruciare con ferocia il corpo di una loro 'protetta' solo perché lei non aveva rispettato i patti.
Zhanna Oleksyk, nata in Ucraina ventisette anni prima, faceva la prostituta, ma non voleva essere una schiava.
Anzi, non solo si prostituiva lei stessa, ma partecipava anche alla gestione di altre ragazze appena arrivate dall'Est.
Per questo, la notte del 3 giugno scorso, i tre discussero per ore ed ore, chiusi in una camera di un albergo di Calcara di Crespellano.
Alla fine, accecati dall'ira, Sergji Myshanskji e Anatoli Skjhnenko non trovarono niente di meglio che uccidere la giovane donna che voleva stare in affari con loro.
Ma nei due l'avidità di guadagno fu comunque più forte delle precauzioni per non far scoprire il delitto.
Prima di portare il corpo di Zhanna lungo un argine fra Crevalcore e Ravarino e darle fuoco, le tolsero i gioielli che indossava e proprio il giorno dopo l'omicidio li rivendettero ad una 'collega' della giovane donna.
Ma le altre donne del gruppo li conoscevamo bene e sono state proprio loro a mettere gli investigatori della Squadra mobile sulla pista dei due 'magnaccia' ucraini che, tra l'altro, pochi giorni prima del delitto erano stati denunciati da un'altra donna per violenza, percosse, rapina e sfruttamento della prostituzione.
Proprio quest'ultima aveva spiegato alla polizia come i due picchiavano le ragazze del loro 'haremo': con una saponetta infilata in una calza di nylon, per far male ma senza lasciare segni visibili.
I due assassini vennero fermati all'inizio di agosto.
In un primo tempo sul loro capo pendeva solo l'imputazione di sfruttamento della prostituzione, ma intanto gli investigatori, diretti dal sostituto procuratore Antonio Rustico, raccoglievano pian piano nuove prove.
I due, in passato, litigavano spesso con la vittima, per il denaro e per lo spaccio di droga.
Nei giorni immediatamente precedenti al delitto avevano deciso di sgomberare il campo da ogni possibile concorrente, proponendosi come gli unici sfruttatori a cui le prostitute dovevano far riferimento in città.
La notte del 3 giugno la Oleksyk non aveva dormito nell'albergo di Calcara dove in pratica risiedeva, anche se era ufficialmente domiciliata al residence Athena di Calderara.
Appena sceso il buio, i due suoi concittadini l'avevano accompagnata in via Marco Emilio Lepido, dove Zhanna si era prostituita più volte.
Poi nessun altro l'aveva più vista viva.
Nell'auto di uno dei due ucraini gli agenti trovarono quattro bottiglie di plastica ed un tubo di gomma con residui di benzina.
Sull'argine, il corpo senza vita della ragazza era stato cosparso di benzina e parzialmente bruciato.
Un goffo tentativo perché il delitto restasse impunito.
Un'ultima prova, poi, è venuto dalla Scientifica.
Sull'argine, vicino al cadavere della donna, c'erano le tracce di un passaggio di un'auto.
Uno dei pneumatici aveva un solco particolare, molto simile a quello di una delle gomme dell'auto degli ucraini.
Ma ad incastrare definitivamente i due assassini sono stati i racconti delle altre prostitute.
Queste, oltre alle violenze subìte, hanno detto ai poliziotti che i due uomini avevano cercato di costruirsi un alibi per la notte dell'omicidio, tentando di costringerle ad avvalorare la loro versione.
Il successo di questa indagine - ha commentato il capo della Mobile Renato Sansò - ci conforta e ci fa sperare di risolvere anche gli ultimi tre delitti rimasti insoliti. Quest'anno, a Bologna, abbiamo avuto un alto numero di omicidi, quattordici, ma undici li abbiamo risolti. Restano i tre più recenti, la prostituta di via Mirasole, il buttafuori e il pensionato nell'orto di Santa Caterina di Quarto. Facendo le indagini classiche, sentendo un'infinità di testimoni e poi cercando di raccogliere il maggior numero di prove possibili, quasi sempre si arriva alla verità.



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8 dicembre 1999


Il sacerdote ha organizzato una fiaccolata

Le famiglie del Bologna 2 in piazza con Don Benzi



Appoggiamo l'intervento di Don Benzi e della sua associazione con cui siamo pronti a collaborare.
Lo scrive in un comunicato, alla vigilia della fiaccolata anti-prostituzione organizzata per stasera a Bologna dal religioso, l'associazione per la rinascita del residence Calderara 2.
I residenti calcolano in 15-20 miliardi annui il fatturato annuo del racket di via Garibaldi 2. Una cifra pari al bilancio annuale del comune di Calderara.
Nella provincia di Bologna e forse nell'intera regione Emilia-Romagna - continua il comunicato dell'associazione - il più alto concentrato di prostitute e papponi si trovano nello stabile di via Garibaldi 2 a Calderara di Reno. Nello stabile (194 monolocali, di cui circa un terzo sono in mano a prostitute e papponi) vivono in uno stato di continuo pericolo famiglie di lavoratori, studenti e pensionati. Ad affittare, quasi sempre in nero, al racket della prostituzione - continua la nota - sono società immobiliari e piccoli proprietari senza scrupoli. È visibile a tutti il viavai notturno di prostitute che accompagnano i clienti negli appartamenti del 'racket'. In questi appartamenti spesso accadono episodi di violenza e vi trovano rifugio immigrati clandestini. Questa situazione dura da anni, ma senza che sia stato trovato un rimedio definitivo.



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21 novembre 1999


Alloggi a luci rosse
Sfuma il sequestro

La Procura aveva chiesto il sequestro preventivo di 33 appartementi a luci rosse del residence Bologna 2 di Calderara, ma l'istanza è è stata respinta dal Gip e dal Tribunale del riesame


Servizio all'interno


CALDERARA

Il porno-residence va sequestrato. Anzi no



Il sequestro preventivo di 33 appartamenti di un residence, l'Athena Bologna Due di Calderara, considerati corpo del reato per l'esercizio del favoreggiamento della prostituzione: è quanto ha chiesto la Procura della Repubblica al giudice delle indagini preliminari (Gip) prima e al Tribunale del riesame poi.
A opporsi al sequestro era stato l'amministratore del residence, assistito dall'avvocato Savino Lupo.
La Procura aveva chiesto una ventina di giorni fa al Gip Orazio Pescatore il sequestro dei 33 appartamenti affittati a donne extracomunitarie.
Secondo l'accusa, l'amministratore, che è indagato, avrebbe dato in affitto i miniappartamenti sapendo che poi sarebbero serviti per l'esercizio della prostituzione.
Secondo quanto ha sostenuto l'avvocato Lupo, invece, la situazione sarebbe diversa: gli appartamenti sono stati affittati a persone che svolgono la loro attività altrove e che nel residence fanno la normale vita di qualunque inquilino, seppure in un contesto di degrado.
Il Gip ha respinto l'istanza, e così la Procura l'ha portata davanti al Tribunale del riesame, che però ha confermato il no al sequestro.
Per denunciare il degrado in cui si vive nel 'Bologna Due', che è stato più volte teatro di episodi di cronaca nera, un gruppo di inquilini aveva pure aperto un sito Internet.



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18 novembre 1999


CALDERARA

Chi si loda ...



Il sindaco di Calderara esalta l'operato della giunta, snocciolando i numeri miliardari degli investimenti, e Forza Italia grida allo scandalo.
Caro sindaco, stai mettendo in mostra una grande sensibilità per le luci della ribalta - ironizza il consigliere comunale del Polo Maurizio Lucchesi -. Ti informo però che la campagna elettorale è finita da un pezzo. Di conseguenza le tante e affascinanti promesse che hai fatto ai cittadini è ora di cominciare a tradurle in pratica.
E ancora una volta viene a galla il macigno del residence 'Bologna Due' di via Garibaldi.
Le giunte che si sono avvicendate da una decina di anni a questa parte - continua Lucchesi - non solo si portano addosso la responsabilità del degrado che ci circonda, ma non hanno mai fatto nulla di concreto per rimediare a una situazione che da tempo è insostenibile.
E, peggio ancora, non offre segnali di miglioramento.
Il consigliere di Forza Italia alza il tiro: Gli interventi che il sindaco ha assicurato non fanno altro che affiancarsi ai tanti altri che nel recente passato sono stati sbandierati a parole e puntualmente mai tradotti in pratica. È ovvio che per il bene di tutti i cittadini ci auguriamo che questa sia la volta buona. Anche se avremmo gradito, da parte del sindaco, maggiore riservatezza.



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10 novembre 1999


Via Bastia off limits
Gli imprenditori sono in rivolta

Degrado e prostituzione, miscela esplosiva per chi lavora e vive nella zona del Bargellino


Servizio all'interno


La Cna, gli imprenditori e i residenti della Bassa insorgono contro il degrado e la prostituzione

"Riprendiamoci il Bargellino"

Una raccolta di firme e un 'pacchetto' di provvedimenti già varati: più pattuglie, più illuminazione e più contravvenzioni


Degrado e prostituzione.
Con tutte le conseguenze immaginabili e la malavita che di notte la fa da padrona.
Ormai al Bargellino via Bastia è diventata impraticabile, la Persicetana quando calano le tenebre (ma spesso anche di giorno) è bloccata da auto e camion, e gli angoli bui delle strade pieni di sporcizia e impraticabili.
Una situazione di pesante degrado e di grave rischio per gli abitanti di Calderara di Reno, in particolare quelli del Bargellino, dove operano centinaia di piccole e medie aziende.
La Cna e altri imprenditori (molti di questi vivono nel Comune della Bassa dove svolgono l'attività) hanno detto "basta", e hanno raccolto 550 firme chiedendo al sindaco di Calderara, al comandante dei vigili urbani, al prefetto e al questore di Bologna dei provvedimenti concreti.
La situazione - hanno scritto nella denuncia di cinque pagine consegnata alle autorità - è diventata ormai intollerabile e pericolosa per i residenti e per le imprese che operano nell'area del consorzio industriale e artigianale.
La serietà della situazione (l'immagine di Calderara, tra l'altro, rischia di essere pesantemente compromessa) ha fatto scattare le prime misure da parte del Comune, seriamente preoccupato per l'insostenbile degrado che da anni si annida nel territorio.
Così il sindaco Matteo Prencipe, ha varato provvedimenti urgenti per contenere e contrastare il fenomeno che riguardano il rafforzamento delle pattuglie di vigilanza e il potenziamento dell'illuminazione pubblica, carente in molte strade di Calderara e soprattutto del Bargellino.
Vogliamo riprenderci una zona che è nostra - ha detto il sindaco incontrando una rappresentanza della Cna e di altri imprenditori - ma è necessaria la collaborazione di tutti, anche quella degli imprenditori. Per uscire da questa situazione di degrado abbiamo bisogno di tutti, cittadinanza e persone che lavorano a Calderara. Solo così riusciremo a rendere ancora più efficaci le misure adottate e quelle che saranno prese nell'immediato futuro.
L'ultimo grave episodio risale a giovedì scorso, quando uno scontro tra bande rivali che controllano lo squallido mercato della prostituzione ha cinto letteralmente d'assedio la zona, innescando una situazione di pericolo per la gente che stava rientrando nelle proprie case.
Il programma anti degrado messo a punto dal sindaco Prencipe prevede l'attivazione di misure di "deterrenza" previste dal codice della strada.
In sostanza, cartelli con divieti di sosta e rimozione forzata, che rendono possibili le contravvenzioni ai trasgressori, il rafforzamento delle pattuglie notturne in attesa che sia formalizzato (entro poche settimane) un maggiore impegno da parte della prefettura e delle forze dell'ordine per il Bargellino e per "Bologna 2".
Inoltre il pacchetto varato dal sindaco di Calderara prevede l'attuazione della convenzione sottoscritta tra i Comuni dell'area persicetana che coordina l'impiego dei vigili sulla base delle necessità segnalate nelle zone più a rischio.
Saranno anche potenziati i servizi di igiene e pulizia, e si avvierà il progetto di potenziamento della illuminazione pubblica.



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4 novembre 1999


Dieci mesi di criminalità: furte e truffe a domicilio a più 13%, calano rapine e spaccio

I soliti ignoti sono alla porta

Arrestati dai carabinieri 298 ladri, denunciati altri 400: in maggioranza magrebini, slavi, albanesi


Dieci mesi ai raggi X: calano le rapine e i fenomeni di spaccio, ma aumentano i furti e le piccole truffe.
Risultato: chi abita in provincia, anche nei paesi più piccoli e lontani dalla città, all'improvviso ha dovuto fare i conti con la paura di trovare la casa svaligiata, il negozio svuotato o l'anziano parente raggirato da finti dipendenti pubblici e da maestri del bidone mascherati da tecnici delle caldaie.
Insomma i raid dei ladri (circa il 13 per cento in più rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso) sono ormai un vero e proprio incubo per la maggior parte dei bolognesi che adesso hanno deciso di vivere blindati.
Il 1998 è stato infatti l' anno boom dei sistemi di allarme e delle sirene, delle potenti inferriate alle finestre e delle ronde degli istituti di vigilanza privata.
Un business per il commercio della sicurezza, una spina nel fianco per gli enti locali, spesso accusati (com'è successo a Crespellano, Castenaso, Granarolo e Bazzano, tanto per fare alcuni esempi) di eccessivo buonismo.
Ma le forze dell'ordine non sono state con le mani in mano.
Per i carabinieri parlano i numeri: i servizi antirapina sono aumentati del 30 per cento (tant'è che i colpi sono diminuiti di oltre il 50 per cento), così come i blitz contro il mercato della droga che, soprattutto nei paesi che si affacciano su Bazzanese e San Vitale, è stato praticamente sconfitto con 167 arresti e 600 denunce a piede libero.
Adesso dunque nel mirino dell'Arma ci sono ladri e professionisti del bidone.
A fronte dell'aumento del fenomeno c'è stato però anche un incremento di manette e denunce: i carabinieri sono riusciti ad assicurare alle patrie galere 298 Lupin e a bloccarne più di 400, per la maggior parte di provenienza magrebina, slava e albanese.
E per la metà dei ladri stranieri è già arrivata anche l'espulsione forzata dal territorio nazionale.
Merito di una rinnovata collaborazione tra carabinieri e Ufficio stranieri della Questura.
In diminuzione, secondo le statistiche della Benemerita, anche la prostituzione.
Soprattutto nel triangolo di pianura compreso tra Zola, Anzola e San Giovanni.
Idem per Calderara: nel residence 'Bologna Due' le 'lucciole' sono diminuite del 35 per cento.
Il primo risultato visibile dopo oltre 275 controlli a tappeto.



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2 novembre 1999


Contro il degrado
poliziotti-inquilini

Per battere il degrado, l'Amministrazione comunale di Calderara si prepara ad acquistare 20 dei 196 monolocali del residence 'Bologna Due' con l'idea di inserire nello stabile famiglie per bene, magari dei poliziotti


Servizio all'interno


CALDERARA

Agenti al 'Bologna Due': in affitto



La riqualificazione urbana arriva tra i banchi della Provincia e riscoppia prepotentemente la discussione sul residence Bologna Due, il 'palazzone della vergogna', da anni il caso più grave di degrado metropolitano.
Risultato: il Pdci (il partito di Cossutta) alza gli scudi della protesta e l'amministrazione comunale si prepara ad acquistare venti dei 196 monolocali, attualmente sotto sequestro giudiziario.
Obiettivo: togliere spazio alle società che fanno affari d'oro affittando alla 'Sesso spa' e inserire nel bunker delle famiglie perbene.
Magari dei poliziotti con la necessità di una casa a prezzo agevolato.
Un sogno? Forse, ma Comune e Lisipo (Libero sindacato di polizia) sono in trattativa ufficiosa per trovare una soluzione di comodo per tutti.
Intanto però l'Associazione per la rinascita di via Garibaldi 2 - costituita un lustro fa dai condomini onesti- chiede giustizia e lancia strali contro le istituzioni.
Un vero e proprio atto di accusa che il portavoce del Comitato ha 'gridato' durante l'incontro a Palazzo Malvezzi sulle proposte di riqualificazione urbana nel Bolognese.
Frutto di un'errata pianificazione urbanistica e di speculazioni private - attacca duro Angelo Rizzi -, il famigerato residence è a soli dieci chilometri da piazza Maggiore. Eppure noialtri dobbiamo convivere con il degrado sociale e una forte concentrazione di malavitosi. Un pericolo per i nuclei di lavoratori e pensionati onesti.
E poi giù con le bacchettate:
I signori della Regione hanno fatto fuori il piano di recupero dell'immobile presentato dal Comune. E il tavolo metropolitano, approvato con ordine del giorno dal consiglio comunale di Bologna per risolvere il caso Calderara, è rimasto purtroppo lettera morta. Cosa dobbiamo pensare? La verità è che la città ci ha dimenticati.



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30 ottobre 1999


A caccia di lucciole straniere nel residence di Calderara



Toc, toc: e alle sette e mezza di ieri mattina carabinieri e vigili urbani hanno bussato alla porta delle ragazze che vivono di notte e abitano a Bologna Due, nel solito "alveare" di Calderara di Reno.
Decine di militari, guidati dalla compagnia di Borgo Panigale, hanno controllato decine di ragazze.
Venti di loro, bosniache e ucraine soprattutto, sono state denunciate perché non erano in regola con le leggi sul permesso di soggiorno; una giovane moldava è stata espulsa e accompagnata all'ufficio stranieri.
In questura la ragazza si è trovata in buona compagnia.
C'erano undici nigeriane, pronte per essere scortate fino ai centri di temporanea permanenza di Roma e Milano.
La polizia le aveva raccolte durante un controllo straordinario lungo i viali della città.
In tutto, 24 lucciole sono state accompagnate in questura per essere fotosegnalate e identificate.
Tra loro le undici di colore.
E dovrà essere espulso anche l'algerino di 24 anni sorpreso giovedì mattina dagli agenti di una volante in una casa abbandonata di via Gobetti, vicino al campo nomadi.
Era assieme a un marocchino di 25 anni, arrestato perché doveva scontare 5 mesi e 20 giorni per furto.
Aveva un debito con la giustizia anche il terzo uomo, un marocchino di 22 anni condannato dal tribunale di Padova per reati di droga.



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19 settembre 1999
Cresce incessantemente il numero delle lucciole e dei loro sfruttatori. E lo spaccio di droga dilaga nelle strade del centro


Siamo la Mecca delle prostitute

Preziosa: Ridare ai vigili la loro professionalità
Le forze dell'ordine non hanno auto per coprire i turni


La sai l'ultima su Bologna?
Le lucciole sono sempre di più, sempre più nude, anche in pieno giorno, e guardarci bene sono sempre più carine.
Prova che il mercato tira bene da queste parti se il racket esibisce il meglio.
Poi ci sono gli spacciatori.
Questi non sono più carini come le donnine che popolano i viali, ma anche loro sono sempre di più.
Eppoi ci sono i clandestini che per vivere sono costretti a rubare, rapinare, sfruttare.
Infine, ci sono anche le forze dell'ordine, che, armate di un cucchiaio che assomiglia a un mestolo forato, cercano vanamente di pescare prede in un mare di criminalità sempre più torbido e profondo.
Sì, la verità è questa, Bologna, come Milano e come Brescia e come il resto d'Italia, rischia di affogarci in questa melma di insicurezza e non è un caso che quattro bolognesi su dieci iniziano a vedere male lo straniero che arriva in città.
Non è ancora razzismo ma rischia di diventarlo, e la colpa è di una microcriminalità dilagante che uccide la tolleranza.
Ecco che cosa c'è di nuovo in città: un bel niente, solo il solito ritornello angosciante che i bolognesi vorrebbero non acoltare più, una volta per tutte.
Un argomento, l'emergenza insicurezza, su cui non si può certo scherzare, e che non permette a nessuno di perdere dell'altro tempo.
La mappa della criminalità è sempre quella, con il neo più grosso nella cittadella universitaria e zona stazione, se parliamo di droga, e col racket del sesso che spadroneggia sui viali.
Poi, per chi vuole fare un salto poco più in là delle porte, ecco Calderara col 'Bologna Due', un residence che meriterebbe da solo l'operazione dei 'vespri siciliani' con tanto di esercito schierato.
Vivere a Bologna può essere pericoloso, e non a caso in via Galliera l'altra notte quattro persone si son prese una sfilza di schiaffi e pugni solo perchè volevano entrare a casa loro a dispetto di cinque spacciatori accampati sui gradini d'ingresso, la base per commerciare cocaina e hashish. ...
Che fare?
Dell'insicurezza dei cittadini abbiamo parlato con l'assessore alla sicurezza Giovanni Preziosa.
Politico oggi, poliziotto ieri.
Bisogna rendersi conto che sicurezza e tolleranza non sono in antitesti - dice Preziosa - ... anzi può nascere la tolleranza. Bisogna restituire fiducia alla gente, allora questa sarà disponibile.
Già, ma che fare subito, anzi, subitissimo?
Occorre bonificare quelle zone della città conquistate dalla microcriminalità per lo più fatta di extracomunitari clandestini. Occorre, come lo chiamo io, scendere in campo per combattere quel 'conflitto non violento' che deve riportare i bolognesi e chi abita questa città a gestire intere zone sacrificate da una cattiva gestione della cosa pubblica e della pubblica sicurezza. Comune e forze dell'ordine debbono entrambe fare un passo avanti per cancellare quella zona grigia che tempo addietro consentiva di giocare a scaricabarile tra Amministrazione comunale e forze dell'ordine. Occorre più controllo del territorio, occorre una polizia municipale finalmente all'altezza delle professionalità che già racchiude e che tuttavia non è mai stata valorizzata. Occorre stare di più tra la gente, conoscere e vivere i quartieri, avere occhi e orecchi ovunque anche grazie all'aiuto del volontariato e delle varie associazioni che operano sul territorio. Se questa rete di forze saprà fondersi in un'unica direzione - spiega Giovanni Preziosa - Bologna tornerà ad essere presto dei bolognesi.
L'esercito dei senza nome
Nessuno forse sa - dice ancora l'assessore alla sicurezza - che sono gli immigrati onesti a chiedere rapidi interventi per regolare l'afflusso dei clandestini, e nessuno forse sa che spesso, a causa dei giudici che non danno il permesso, non riusciamo ad espellere quei cittadini stranieri che stanno in Italia a compiere malefatte. Io dico che in fondo le leggi buone ci sono già, solo che dovrebbe esserci un intento comune nell'applicarle. Politici, forze dell'ordine e magistrati inquirenti e giudicanti dovrebbero concentrarsi verso un unico obiettivo. Speriamo infine che si apra presto il centro di permanenza per extracomunitari previsto all'ex caserma 'Chiarini' sarà un modo per mandare a casa in fretta chi lo merita. Lo ripeto, un cittadino sicuro tollera meglio chi arriva da fuori, e stabilire regole certe non può che andare bene anche a chi nella nostra città viene per vivere onestamente.
L'offensiva di polizia e carabinieri non basta più
Nulla di nuovo a Bologna, si diceva.
Ma a dire il vero è innegabile che carabinieri e polizia anche in questi giorni stiano mettendo in pratica uno sforzo immane per rastrellare il territorio e consegnare alla giustizia spacciatori.
In soli quattro giorni sono ad esempio più di duecento le 'lucciole' tolte dai viali e dalla periferia di Borgo Panigale, e per un ulteriore dato non si può non tenere conto che ogni notte che Dio manda in terra poliziotti e militari dell'Arma fanno scattare le manette ad almeno sei o sette malviventi che spacciano o rubano.
Col loro cucchiaio forato (le forze dell'ordine non hanno neppure abbastanza auto sufficienti per organizzare le pattuglie su tutti i turni) le nostre divise fanno miracoli.
Ma neppure questo basta più.



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27 agosto 1999
CALDERARA


Ancora vandalismi al residence 'Bologna Due'



Due cassonetti dell'immondizia incendiati, due buche delle lettere fatte esplodere con petardi, un'auto danneggiata e altre due con le gomme tagliate.
E gli inquilini perbene del residence 'Bologna 2' di Calderara di Reno alzano di nuovo la voce della protesta.
Siamo di fronte a una nuova ondata di teppismo — gridano i condomini che hanno costituito l'associazione per la rinascita di via Garibaldi 2 — che offende non solo noialtri, ma anche i cittadini di Calderara e le forze dell'ordine si stanno facendo in quattro per recuperare lo stabile. Insomma questi attacchi sono gesti gravi che si inquadrano in un sistematico sabotaggio del lavoro di chi si sta impegnando a fondo per mantenere pulita l'area del palazzo.
Risultato finale: i condomini non risparmiano le critiche alla Regione, rea di avere boccciato il piano di ristrutturazione generale dell'immobile della vergogna.
Rinnoviamo l'invito — scrivono gli inquilini in una lettera inviata alle istituzioni locali — a tutte le forze dell' area metropolitana a riavviare con forza il progetto di recupero del 'Bologna Due'. In particolare invitiamo il nuovo presidente della Regione a fare una gita in via Garibaldi. Così avrà modo di verificare personalmente se il recupero dell'area sia di rilevanza sociale o no.



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1 agosto 1999

CALDERARA


È già resa dei conti



Il nuovo consiglio comunale di Calderara di Reno non approva il conto consuntivo 1998 e...apriti cielo.
Polo e Lega alzano la voce e c'è chi chiede addirittura la testa del neo sindaco.
Insomma, le minoranze gridano allo scandalo.
Ed è bagarre.
Una vera e propria rivolta, con tanto di plateali proteste che fanno tremare i banchi dell'aula consiliare.
Ergo: il nuovo primo cittadino fa sentire i 'gomiti', cercando di difendere l'operato dell'amministrazione.
La polemica - attacca subito Matteo Prencipe - è diventata stucchevole, pretestuosa e strumentale. Ecco come sono andati i fatti. La precedente amministrazione ha ritenuto che un passaggio formale, come quello dell'approvazione dei numeri relativi al bilancio 1998, potesse essere affrontato anche dal nuovo consiglio. E così è stato: tutto nero su bianco, all'ordine del giorno del primo consiglio, il 29 giugno. Ma i rappresentanti del Polo e della Lega hanno protestato per non aver avuto a disposizione i previsti venti giorni per esaminare gli atti. Ma il 9 giugno a chi dovevamo trasmetterli? Ai consiglieri decaduti dall'incarico o a quelli nuovi? Pur nell'assoluta convinzione della legittimità delle argomentazioni ho rinnviato la discussione al consiglio successivo.
Tre nuovi consiglieri della maggioranza non hanno però avallato la scelta di aprire alle opposizioni, dando così il fiato alle trombe delle minoranze.
E il gruppo Sinistra Reno-Rifondazione comunista rincara la dose sbandierando che il Comune è in ritardo con il pagamento ai fornitori e con i rimborsi ai cittadini.
I consiglieri - prosegue il sindaco - dovrebbero sapere che quelle spese si affrontano con la parte corrente prevista dal bilancio e non con risorse economiche già impegnate nel corso dell'anno precedente. Se invece ci si riferisce all'impiego dell'avanzo di amministrazione, tutti dovrebbero sapere che va utilizzato per investimenti e non per saldare debiti. Comunque, gli avanzi non subiranno ritardi.
Poi Prencipe si sfoga:
Non mi stancherò mai di contestare lo stereotipo che si vuole solitamente proporre ai cittadini: Calderara tristemente famosa per traffici e attività più o meno illeciti. Non siamo il Bronx del Bolognese e i problemi del 'Bologna Due' non possono essere usati per strumentalizzazioni politiche di bassa leva.



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22 luglio 1999


Setacciato
il 'Bologna 2'

Ieri mattina polizia e carabinieri hanno fatto un blitz al residence "Bologna Due" di Calderara. Nella rete sono finiti prostitute e spacciatori


Servizio all'interno


CALDERARA

Assalto alla 'Mala Spa'



Calderara, ore 5,30: assalto delle forze dell'ordine al bunker della mala.
L'ennesima operazione di controllo a tappeto dei 196 monolocali-alveare del 'Bologna Due'.
Un assedio in grande stile quello ordinato dal Comando provinciale dell'Arma e, con la collaborazione della Questura, trasformato in realtà da più di duecento militari e poliziotti che, di colpo, hanno circondato e bloccato tutte le vie di fuga del 'palazzone della vergogna'.
Risultato: tutti giù dal letto, compresi i condomini perbene che da anni si battono per il recupero dell'immobile.
Meglio così, hanno ripetuto all'infinito gli inquilini onesti che ben volentieri hanno accolto la 'visita' delle divise sperando in un "repulisti" generale.
E così è stato.
I carabinieri e i poliziotti hanno fermato una sessantina di prostitute (meno della metà rispetto al 1998, passato alla 'storia' come l'anno più "hard" e violento dello stabile), di cui una dozzina senza permesso di soggiorno e documenti di identità, venti extracomunitari già noti agli archivi della legge per storie di droga e coltelli e sette piccoli spacciatori che sono stati denunciati in tronco.
Ma c'è dell'altro.
La Pretura ha messo all'asta 21 appartamenti a luci rosse e nominato un custode giudiziario.
Nonostante tutto - denuncia Angelo Rizzi, portavoce del Comitato degli inquilini onesti per la rinascita dell'area di via Garibaldi 2 -, buona parte di questi alloggi continuano a essere usati dalle prostitute. Dato che la presenza delle 'lucciole' in questi monolocali è totalmente abusiva, come mai nessuno fino a oggi è intervenuto? Perché bisogna sempre aspettare i blitz delle forze dell'ordine per tirare un sospiro di sollievo?
Parole pesanti come macigni che poi diventano anche un duro atto d'accusa nei confronti del racket del sesso.
Non hanno paura i condomini perbene e alzano il tiro della protesta.
Chi continua a speculare - attacca ancora Rizzi - sugli enormi guadagni delle 'lucciole'? A chi le prostitute versano il 'pizzo' per potere agire con massima tranquillità? Abbiamo fatto un paio di conti e, più o meno, siamo riusciti a stimare il "business" 'Bologna Due'. Insomma siamo convinti che in via Garibaldi 2 ci sia un giro da 15-20 miliardi all'anno. È una cifra enorme, pari all'intero bilancio dell'amministrazione comunale di Calderara. È una cifra che deve fare riflettere...



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16 luglio 1999


A Corticella un casolare 'imbottito' di droga

Blitz fra i nomadi del campo di Santa Caterina


Blitz antidroga dell'ufficio stranieri della Questura in un casolare abbandonato fuori Corticella, utilizzato come bivacco da extracomunitari senza fissa dimora.
L'altra mattina i poliziotti sono arrivati in forze e nonostante il fuggi fuggi generale, sono comunque riusciti a bloccare tre tunisini, tutti clandestino, di età compresa fra i i 22 e i 28 anni.
Addosso gli spacciatori nascondevano complessivamente una cinquantina di grammi di cocaina, diversi ovuli termosaldati di eroina e anche un flacone di metadone.
Nascondiglio prediletto della droga, hanno potuto appurare ogni volta i poliziotti, erano gli slip.
Ai tre stranieri è stato sequestrato anche denaro contante, quasi mezzo milione in banconote di piccolo taglio che si ritiene provento dell'attività di spaccio.
Nell'ambito dello stesso servizio, questa volta nella zona di Piazza XX Settembre, gli agenti dell'ufficio-stranieri hanno controllato una quindicina di immigrati: due tunisini sono stati espulsi stamane e rimpatriati.
Gli agenti li hanno scortati fino a Genova e messi su un volo per Tunisi.
Meta del blitz anche Calderara di Reno, al residence Bologna Due, dove sono state identificate una decina di prostitute moldave.
Anche per loro è già scattato il rimpatrio.
Ieri pomeriggio, inoltre, sempre la polizia ha fatto irruzione al campo nomadi di Santa Caterina di Quarto.
Decreti di perquisizione alla mano, ben sedici, gli agenti hanno controllato e identificato 56 persone, sequestrando merce di provenienza furtiva per alcuni mlioni di lire: anche posate d'argento, monili, un motorino smontato e persino due targhe rubate.


CALDERARA


Novità in caserma



È il maresciallo capo Maurizio Candiago il nuovo comandante della stazione dei carabinieri di Calderara di Reno.
Trentasei anni, da 18 nell'Arma, il maresciallo Candiago proviene da un'esperienza cittadina nella caserma di Bologna principale.
Il neo comandante, che da 13 anni opera nel bolognese, avrà giurisdizione su uno dei territori più grandi e complessi della provincia.
Calderara, con la sua zona industriale che fa corpo unico con l'area produttiva della città e la famigerata presenza del residence a luci rosse 'Bologna Due', è infatti paese di confine per scambi commerciali di rilievo ma anche di traffici illeciti.
Dalla redazione del Carlino Bologna gli auguri per un buon lavoro.



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2 luglio 1999


Pagine nazionali


Bologna, la vittima era originaria di Crotone


Morto l'uomo picchiato
dal fidanzato della lucciola



BOLOGNA - È morto all'Ospedale Maggiore di Bologna, Giuseppe Greco, l'uomo originario di Crotone ma residente a Bologna, che era stato trovato in fin di vita con la giugulare tranciata, dopo un pestaggio che Massimo Lauria, 27 anni, di Reggio Emilia, gli aveva inflitto per aver picchiato la fidanzata, prostituta moldava.
Proprio ieri Lauria era stato portato davanti al gip Stefano Marinelli in stato di fermo per tentativo di omicidio.
Il giudice aveva peraltro non convalidato il fermo, notando che non c'era pericolo di fuga (l'uomo, che ha ammesso il pestaggio, ha domicilio nel residence Bologna 2 a Calderara di Reno), ma aveva disposto la custodia cautelare in carcere per lesioni gravi, a causa della pericolosità.
Il Pm Lucia Musti, che ha affidato una perizia al medico legale Anna Vercelli, cambierà l'accusa in omicidio preterintenzionale.
La moldava era stata ricoverata la stessa notte e aveva spiegato che Greco, con cui si era appartata in un camion, l'aveva picchiata perchè lei rifiutava un rapporto non protetto.
Fuggita, aveva chiamato il fidanzato, che dormiva vicino in auto, che l'ha 'vendicata' a pugni e con una chiave inglese.
È stato fermato in ospedale, vicino alla sua donna, con le mani gonfie.
Si indaga per chiarire come mai Greco, quattro figlie da due donne diverse, da tempo avesse fatto perdere sue notizie (si dice sia stato in Russia) e se ciò possa significare un coinvolgimento nel giro della prostituzione.


Pagine locali


Pestaggio mortale

È morto senza aver ripreso conoscenza l'uomo trovato in fin di vita lunedì notte in un campo di Borgo Panigale dopo che s'era appartato con una 'lucciola' moldava


Servizio all'interno


CALDERARA DI RENO

Una croce sul viale delle 'lucciole'

È deceduto il cliente percosso dal fidanzato della ragazza moldava alloggiata a Bologna 2


Avrebbe dovuto spiegare molte cose, alla polizia.
È morto senza riprendere mai conoscenza e senza poter rivedere i suoi figli.
Per loro era tornato a Bologna dopo un lungo periodo all'estero.
Non ce l'ha fatta Giuseppe Greco, 49 anni, l'uomo che un'ambulanza aveva raccolto in fin di vita, in piena notte, in un campo di Borgo Panigale.
Pestato a sangue da Massimo Lauria, 27 anni, reggiano, "accasato" da due mesi nel residence Bologna Due, a Calderara, l'alveare delle lucciole.
Il pm Lucia Musti, che ha affidato una perizia al medico legale Anna Vercelli, cambierà il capo di accusa: da tentato omicidio a omicidio preterintenzionale.
Ieri mattina, davanti al giudice delle indagini preliminari Stefano Marinelli (Greco era ancora vivo) Lauria aveva confessato di aver punito quell'uomo perché aveva alzato le mani sulla sua donna, una lucciola moldava di 23 anni.
Lui, il cliente, voleva fare l'amore senza preservativo.
Lei ha detto no.
Questo, almeno, il racconto di Lauria.
Confermato, con qualche variante, dalla "fidanzata", che nel frattempo ha lasciato l'ospedale.
Sì, l'ho picchiato, ma quando me ne sono andato quell'uomo si è alzato e ha preso in mano una valigetta, ha giurato ieri mattina Lauria, difeso dagli avvocati Federico Tosel e Maria Grazia Rezzadore.
Il giudice non ha convalidato il fermo ma ha disposto la custodia cautelare in carcere.
Il ragazzo ha raccontato di aver preso a pugni Greco, che non aveva mai visto prima, e di averlo anche colpito in testa (una volta) con una chiave inglese che aveva in auto.
Si era sistemato lì, a dormire, per tenere d'occhio la sua donna, che quella sera non aveva con sè il cellulare. Non ero tranquillo.
Ho sentito le grida - è ancora la sua versione - e l'ho vista arrivare mezza nuda. Piangeva. Non ci ho visto più. Sono andato là e l'ho picchiato.
Eppure in questa storia restano ancora molti misteri.
Ad esempio, quante persone erano presenti, sul luogo del pestaggio?
Che cosa ci faceva Giuseppe Greco a piedi, in piena notte, lungo i viali di Borgo Panigale, con una valigetta e un coltello?
La ragazza ha detto di essere stata minacciata anche con una lama: la scientifica ha raccolto nel campo un manico di coltello e biancheria intima femminile.



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1 luglio 1999


Pagine nazionali


Calabrese a Bologna. Fermato il "fidanzato" reggiano di lei: l'accusa è tentato omicidio


Massacrato per una lucciola



BOLOGNA - Una lucciola moldava picchiata da un cliente, ridotto per questo in fin di vita dal fidanzato di lei.
Per ora è solo un canovaccio.
La squadra mobile di Bologna ha ricostruito così una storia di sesso e violenza che si è consumata nella notte di Borgo Panigale, il quartiere a luci rosse alle porte della città.
Una vicenda ancora in chiaro-scuro, con molti punti interrogativi.
Le indagini dovranno rispondere a tutto.
Intanto G.G., 49 anni, crotonese trapiantato a Bologna, lotta contro la morte in un letto del Maggiore.
Devastante un colpo a una giugulare.
Tentato omicidio: con quest'accusa è stato fermato M.L., 27 anni, reggiano, che stamane sarà davanti al giudice per le indagini preliminari.
Voleva farlo senza preservativo, ha raccontato la lucciola alla polizia, che dovrà interrogarla ancora.
La donna ha detto anche di essere stata minacciata con un coltello, che il cliente avrebbe estratto da una valigetta.
Lei è riuscita a scappare, sostiene, ma non sa niente di quel che è successo dopo.
Non sa niente del pestaggio a sangue.
G.G. è stato raccolto da un'ambulanza del 118.
L'uomo, che era tornato da poco in città dopo aver trascorso un lungo periodo all'estero. è stato trovato in un campo, alle 4,30 di martedì.
Lì, nel pomeriggio, gli uomini della scientifica hanno sequestrato un manico di coltello e biancheria intima della donna.
La scena di una violenza.
Ma c'è uno iato, tra il primo e il secondo tempo.
Un salto che rende complicata la ricostruzione di questa sceneggiatura.
C'è una mezza giornata di mezzo.
Perché nessuno, lì per lì, aveva collegato le due storie.
C'era una giovane moldava, accompagnata all'ospedale da un ragazzo che lei chiama fidanzato.
E c'era un uomo raccolto agonizzante in un campo di periferia e trasportato all'ospedale dall'ambulanza nello stesso pronto soccorso.
È stata la polizia del Maggiore a insospettirsi per prima.
M.L. non si sentiva in pericolo: lo hanno trovato acconto alla sua donna.
Ma come va scritta, questa storia?
Chi è la vittima e chi è il carnefice?
È una faccenda di sesso mercenario o c'è qualcosa di più?
G.G. è solo un cliente o c'entra fino al collo, nel giro vorticoso di squillo che ruotano attorno al solito residence Bologna Due, a Calderara di Reno?
Lì abitava la giovane moldava.
Lì vivono molte altre "ragazze" che lavorano sui viali di Borgo Panigale.
Qualcuno parla di "simbolo rosso" per il quartiere.
Ma stavolta la politica non c'entra.


Pagine locali




Trovato in fin di vita
in un fosso di periferia

L'uomo, 49 anni, sarebbe stato pestato con ferocia dall'amico (subito arrestato) di una lucciola moldava dalla quale aveva preteso un rapporto non protetto


Servizio all'interno


CALDERARA

Pestato e abbandonato in fin di vita

Poco prima l'aggredito avrebbe picchiato una 'lucciola'. Un fermo per tentato omicidio.


Pestato a sangue, a forza di pugni e colpi di chiave inglese.
Picchiato selvaggiamente e abbandonato in un campo, lungo via Marco Emilio Lepido.
Punito per aver alzato le mani (e forse un coltello) su una giovane lucciola moldava.
G.G., 49 anni, origini calabresi, lotta contro la morte.
Se ce la fa, rischia di rimanere paralizzato.
Sarebbe stato il "fidanzato" della prostituta a ridurlo così.
Ne sono convinti gli uomini della squadra mobile, che in tempi record hanno fermato M.L., 27 anni, reggiano, per tanto omicidio.
Il pm Lucia Musti ha chiesto la convalida al gip, che stamane dovrà decidere se disporre la custodia cautelare in carcere.
La polizia non ha dovuto fare molta strada per trovare il "vendicatore".
Il giovane reggiano, che a quanto pare conviveva con la ragazza nel residence Bologna Due, era accanto alla sua donna, dolorante in un letto del Maggiore.
Un piano sopra, G.G.
Sono stati gli agenti dell'ospedale a insospettirsi e a collegare gli episodi.
La scientifica ha trovato nel campo di Borgo un manico di coltello, borsetta, pantofole e biancheria intima da donna.
La chiave inglese sarebbe stata sequestrata nell'auto del fermato.
Ci sono ancora molti punti da chiarire, in questa storia.
Ci sono ruoli ambigui che ancora devono essere tratteggiati.
Il "fidanzato" è proprio un fidanzato?
Ha detto alla polizia che l'altra notte stava dormendo in auto.
Lo hanno svegliato le grida di aiuto della sua donna.
È corso a soccorrerla.
La ragazza, invece, afferma che lui era a casa.
L'avrebbe chiamato con il telefonino.
E li cliente?
La polizia non ha trovato auto.
Che cosa ci faceva a piedi, nel cuore della notte, a Borgo Panigale?
Voleva concedersi un'emozione particolare o anche lui c'entra qualcosa con il giro vorticoso di squillo che ruota attorno al Bologna Due?
Ha estratto una lama da una valigetta, ha raccontato la giovane moldava alla polizia.
Ci sono punti interrogativi, in questa storia, ma ci sono anche certezze.
Bisogna fare i conti con un uomo abbandonato in fin di vita in un campo e raccolto alle 4,30 di notte da un'ambulanza del 118.
Una scena da altre latitudini o forse no.
Perché l'alveare di Calderara continua ad essere un problema.
Grave e per nulla risolto.
Ecco, per capire cosa succede la notte (e non solo) dalle parti del solito residence, bisogna varcare la soglia della terapia postintensiva, al Maggiore.
Dove G.G., qualunque sia la sua parte in questa storia, lotta per non morire.


La Lolita moldava dal letto dell'ospedale racconta la notte violenta sul marciapiede di Borgo Panigale


Un viso da Lolita, un corpo da adolescente, infagottato in un pigiama da bambina.
Se non fosse per l'occhio destro devastato dalle botte, gonfio e rosso, la ragazza dai capelli lunghi stesa in un letto dell'Ospedale Maggiore, passerebbe inosservata.
Si esprime a fatica in italiano, dice di essere arrivata a Calderara un mese fa.
Si aiuta con i gesti.
Nel suo vocabolario ci sono tre parole chiave: amore (con una variante più esplicita), preservativi e soldi
Come sta?
Ho male
Che cosa le è successo?
È stato un cliente. Non l'avevo mai visto prima. Ero al mio posto, a Borgo Panigale. Gli amici erano tornati a casa. Mi ha chiesto: quanto? Ho detto 50mila in auto, 100mila in casa. Non aveva macchina. Siamo andati a piedi verso un camion. Voleva senza preservativo.
Per questo l'ha picchiata?
Ha preso una chiave, grossa. Aveva anche una lama.
Poi la giovane lucciola spiega, a gesti, che l'uomo le ha stretto le mani attorno al collo e lei si è sentita svenire.
Racconta di essere scappata, dopo.
Era mezza nuda.
Dice di aver chiamato 'il suo fidanzato' (lo definisce così), che l'ha accompagnata all'ospedale.
È stato lui a picchiare il cliente?
Lui? No.
E allora chi?
Fa lo sguardo smarrito, potrebbe essere una liceale che confessa al professore: non ho studiato.
Invece dice, tentando l'espressione più naturale del mondo: Non so, io sono scappata.
Ma il suo fidanzato cosa ne pensa, del lavoro che fa?
Non gli piace.
Perché non cambia mestiere?
Avevo bisogno di soldi. Ma a settembre lui mi sposa. Prima torno a casa, prendo la mia bambina e la porto qui. È piccola, ha 4 anni.
Come è arrivata a Calderara?
È complicato, da dire.
L'ha portata il suo fidanzato, in Italia?
No, lui l'ho conosciuto in discoteca, ero con un'amica.
E quanto guadagna a Borgo Panigale?
Bene.
Che significa?
Stavolta sorride. Ah no, questo non lo dico.



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