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Il Resto del Carlino 2001: da giugno a dicembre





19 dicembre 2001 28 novembre 2001
21 novembre 2001 17 novembre 2001
11 novembre 2001 10 novembre 2001
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19 dicembre 2001


CASALECCHIO/Presentato dal sindaco il nuovo comandante della polizia municipale Giorgio Benvenuti


Rilancerò il vigile di quartiere


LASCIA BOLOGNA 2
Giorgio Benvenuti, 39 anni, arriva a Casalecchio da Calderara di Reno


È arrivato da due settimane, e ha già preso contatto con la città, il nuovo comandante dei vigili urbani di Casalecchio Giorgio Benvenuti.
Dopo una fugace apparizione al Forum dei cittadini la scorsa settimana, si è presentato al Consiglio comunale lunedì pomeriggio, mentre ieri ha incontrato la stampa locale.
Nel frattempo, il nuovo comandante, 39 anni, sposato e padre di due figli, laureato in giurisprudenza e residente a Castel San Pietro, è stato contattato da numerosi cittadini e dai rappresentanti di diverse associazioni che gli hanno esposto i loro problemi.
Abbiamo registrato l'esigenza di riorganizzare il corpo di Polizia municipale — spiega il sindaco Luigi Castagna — e di risolvere quella transitorietà che finora ha caratterizzato il vertice dei vigili urbani di Casalecchio.
Numerosi infatti sono gli aspetti con i quali il nuovo comandante, a partire dalle prossime settimane, dovrà confrontarsi.
In cima alla lista spicca innanzitutto il problema della mobilità.
Bisognerà cercare di rendere sopportabile il traffico di attraversamento, in modo che la città risulti più agibile — dice il sindaco — . Si provvederà inoltre a riattivare la figura del vigile di quartiere, per una maggiore presenza della polizia municipale sul piano della sicurezza.
Benvenuti approva.
Tra le priorità si colloca anche il rafforzamento del coordinamento sovra-comunale con Sasso Marconi e Zola Predosa soprattutto per quanto riguarda il servizio notturno e i controlli ambientali.
Ancora in via di definizione è invece il ruolo dei vigili per quanto riguarda il nuovo piano sosta, che dovrebbe entrare in vigore in via sperimentale per quattro mesi, a partire dal 7 gennaio nel piazzalone, mentre dal 31 in poi nelle zone limitrofe.
Intanto le prime impressioni su Casalecchio di Benvenuti sono buone, soprattutto se confrontate con i problemi di criminalità del Bologna Due a Calderara di Reno, dove è stato comandante in questi ultimi tre anni.
«Ritengo che ci siano le condizioni per poter lavorare in modo sereno e positivo — ha detto —. Potrò contare su un organico quasi pieno composto da 22 agenti, 3 ispettori e un amministrativo. Per essere al completo occorrerebbero altri due agenti, anche con questi numeri però il contingente è numericamente sufficiente.


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28 novembre 2001


CALDERARA


Vola dal terzo piano



Viva per miracolo, dopo un volo dal terzo piano.
Al Maggiore c'è finita con parecchie fratture ma nessun graffio alla testa.
È caduta sull'erba e questo l'ha salvata.
Quasi incredibile, dopo un volo di 8-10 metri.
Un banale incidente domestico: questa la causa più accreditata dai carabinieri di Calderara all'origine dell'episodio che per un soffio non è diventato tragedia.
Erano le 9 passate. Una giovane marocchina stava compiendo le pulizie sul terrazzo del suo monolocale, al Bologna Due.
La ragazza, di 22 anni, è salita sul balcone di pietra grigia, per sistemare il tendone anti-pioggia.
All'improvviso sarebbe scivolata e precipitata.
Un salto pauroso, radente alla parete che spiove obliqua sul cortile interno.
Lo schianto sul prato, a pochi centimentri dal cordolo di cemento.
Poi l'arrivo di carabinieri e ambulanze.
Un incidente, dunque.
Ma ieri mattina, nell'androne del palazzaccio, c'era un muro d'omertà.
Non s'è fatta niente – mente un suo connazionale, forse un familiare – , è già a casa!.
Terrazzi pericolosi, quelli al Bologna Due.
Nel '91 un bambino di 7 anni saltò giù con la bicicletta e morì.


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21 novembre 2001


BANCA DATI


Contro il crimine



Le prostitute stazionano perennemente lungo un viale nemmeno tanto periferico?
I furti negli appartamenti non fanno dormire gli abitanti di un quartiere?
Le rapine assillano le banche e i negozi del centro?
Ebbene, i comuni della provincia di Bologna che non avessero ancora trovato una risposta convincente a questi problemi, da oggi hanno un aiuto in più: il sito web www.minguzzi.provincia.bologna.it/sicurezza.htm, oppure il Centro servizi per la sicurezza urbana e i diritti sociali dei cittadini che gestisce il sito e che da ieri funziona in via Sant'Isaia 90, nella sede dell'Istituto "Minguzzi".
Attivati da questo glorioso istituto con il contributo fattivo della Provincia, il sito web e il Centro servizi sono in grado di fornire ai comuni una banca dati sui tipi di intervento già messi in atto in altre aree problematiche.
Un progetto consultabile, per esempio, è quello di riqualificazione e recupero del tristemente noto "Residence Bologna 2" di Calderara.
Inoltre, i Comuni che non avessero mezzi e capacità, possono chiedere e ottenere una consulenza sulla creazione di un progetto anticrimine, che sarà elaborato da un gruppo di esperti.
Quindi, basta un clic e attraverso l'indirizzo citato, oppure tramite l'home page della Provincia (www.provincia.bologna.it) si può accedere (tutte le mattine dalle 9 alle 12, dal lunedì al venerdì) ai servizi e ai consigli del Centro servizi.
Secondo una nostra recente indagine — ha affermato Tiberio Rabboni, vice presidente della Provincia, presentando ieri il sito e il Centro — il crimine è la principale preoccupazione degli abitanti di Bologna e provincia. E questo nonostante siano diminuiti rapine, scippi e furti. Ora, crediamo che le azioni necessarie per rispondere a queste preoccupazioni consistano nella creazione di associazioni tra i comuni su progetti specifici.


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17 novembre 2001


CALDERARA/Lucchesi (Forza Italia) si dichiara favorevole alla soluzione,
garantendo un equo trattamento ai proprietari


Avanti col piano di recupero del 'Bologna Due': nell'interesse di tutti



Nuovi segnali distensivi dopo le polemiche dei giorni scorsi sui costi del piano di recupero del residence 'Bologna Due' di Calderara.
Riteniamo positivo — dichiara Maurizio Lucchesi, capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale — che all'orizzonte si intraveda l'opportunità di risolvere l'annoso problema di via Garibaldi, anche se sarà sempre troppo tardi per chi ha vissuto sulla propria pelle una vicenda che più volte ha assunto toni drammatici. Non possiamo del resto dimenticare che quello del 'Bologna Due' è un nodo creato dalle amministrazioni passate: finalmente la sinistra pone mano a un problema che lei stessa aveva creato.
Se il consigliere azzurro in Regione, Salomoni, avanza perplessità sull'opportunità di continuare a finanziare il progetto con soldi pubblici, Lucchesi garantisce che Forza Italia manterrà un atteggiamento responsabile, controllando l'applicazione del piano di recupero e tenendo bene a mente un solo obiettivo: riqualificare la zona e liberare Calderara da una sacca di degrado da tempo disonorevole per il paese.
E sulla vicenda dei costi aggiunge: È fondamentale che si garantisca un equo trattamento ai proprietari degli appartamenti. All'indomani delle proposte lanciate da alcune proprietà per l'esosità della quota richiesta, constatiamo con soddisfazione che si sta giungendo a una mediazione accettabile da entrambe le parti. L'interesse pubblico, alla fine, dovrà prevalere».


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11 novembre 2001


'Bologna Due', Forza Italia va all'attacco



Nuove critiche al piano di recupero del 'Bologna Due' di Calderara.
Ubaldo Salomoni, consigliere regionale di Forza Italia, in un'interrogazione accusa il Comune di comportamento ambiguo.
In estate era arrivato a chiedere ai proprietari 70 milioni per appartamento, come quota di cofinanziamento del progetto. Una somma spropositata, attacca l'esponente azzurro.
Nel frattempo il sindaco ha rettificato la cifra, abbassandola a 25-30 milioni.
E Salomoni ora chiede un intervento risoluto della Regione, in quanto partecipe del piano (11 miliardi di finanziamenti sui 48 complessivi), per verificare se ancora ci sono le condizioni per liquidare i contributi.
Alla luce di questa situazione — dice — ho chiesto al consiglio regionale di conoscere nel dettaglio il progetto per il quale sono stati assegnati i primi miliardi, sapere da chi deve essere elargita la parte mancante di finanziamenti e in base a quali parametri economici il Comune chiede ai privati cifre che cambiano continuamente di valore.


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10 novembre 2001


CALDERARA/Veleni sul piano di recupero del 'Bologna Due'


Il sindaco non può diffamare i residenti che si rifiutano di sborsare somme folli

Trenta milioni sono ancora troppi, dice Zanni (Uppi)
Prencipe: Siamo pronti a trattare


A cosa si riferisce il sindaco quando parla di cittadini del 'Bologna Due' con interessi particolari da difendere? Droga, prostituzione? I residenti che hanno aderito all'Uppi per essere tutelati non sono criminali, né l'associazione si è mai prestata a difendere interessi illegali.
Ancora polemiche e veleni attorno al piano di recupero del residence.
Alberto Zanni, segretario dell'Unione piccoli proprietari immobiliari, si scaglia contro il sindaco di Caldarara.
Dichiarazioni a dir poco infelici, le definisce.
Poi entra nel merito della proposta del primo cittadino: «Trenta milioni anziché settanta? Sono comunque troppi, almeno per certe famiglie. Queste persone, fino a prova contraria, sono a casa loro e le minacce d'esproprio non stanno in piedi. Casomai la vendita degli appartamenti andrà concordata».
Per Zanni la ghigliottina degli espropri, sui quali minaccia ricorsi al Tar a cascata, non sarebbe poi così automatica: Dov'è l'interesse pubblico prevalente? Deve passare una ferrovia, un'autostrada?.
E ad Angelo Rizzi, che accusa l'Uppi di volere bloccare il piano di recupero, manda a dire: Il suo è un comitato fantomatico, la nostra un'associazione che conta 6000 iscritti in provincia.
Vogliamo arrivare a una trattativa tranquilla e partecipare alla ristrutturazione del 'Bologna Due' — aggiunge Zanni —, dove fra l'altro abbiamo intenzione di aprire uno sportello Uppi. Ma se il Comune vuole il braccio di ferro, non ci tireremo indietro.
Nessun muro contro muro — tende la mano il sindaco Matteo Prencipe, che vuole smorzare i toni —. Siamo pronti a collaborare con l'Uppi e con tutti i residenti. Ma ribadisco che la proposta dei cinque milioni, per partecipare al progetto, è inopportuna e fa sorridere, tende solo ad agitare le acque ed è lontana dall'esprimere una reale volontà di cambiamento per una situazione, quella del residence, al momento intollerabile.
E sulla questione esproprio Prencipe precisa: Niente minacce. Troveremo una mediazione con tutti i soggetti privati interessati all'operazione.


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8 novembre 2001


CALDERARA/Ultimatum del sindaco ai residenti riottosi


Per restare nel 'Bologna Due' risanato bisognerà pagare 25-30 milioni a testa



Troppi 70 milioni, troppo pochi 5 milioni. Chi non vuole pagare di più è giusto che resti alla porta.
Il piano di recupero del 'Bologna Due' si sta rilevando un percorso a ostacoli.
Le trattative fra la giunta di Calderara e i residenti stanno mettendo in luce discordie e frizioni.
Dopo le accuse mosse al Comune dall'Unione piccoli proprietari immobiliari (Uppi) di volersi sbarazzare dei condòmini meno abbienti attraverso la rischiesta di contributi esorbitanti, pena l'esproprio, è scoppiata la 'bagarre'.
Il sindaco Matteo Prencipe si scaglia contro i residenti - una decina - che proprio tramite l'Uppi hanno fatto sapere di non voler sborsare più di 5 milioni a testa.
Queste sono le persone che hanno sempre osteggiato qualsiasi cambiamento nel 'residence' - accusa -. Forse perché hanno interessi particolari da conservare.
Anche Prencipe, dopo l'assessore Lanzarini, ammette e spiega il perché di un riaggiustamento rispetto alle richieste di spesa (70 milioni), fatte in estate, a carico dei condòmini: Sono arrivate, nel frattempo, notizie rassicuranti dalla Regione e dalle grosse proprietà, che hanno mutato il quadro. Nessuna volontà di vessare i piccoli proprietari, per i quali un contributo ragionevole potrebbe aggirarsi sui 25-30 milioni.
Sulla stessa linea Angelo Rizzi, portavoce del 'Comitato per la rinascita dell'area di via Garibaldi': Ci sono famiglie di extracomunitari che preferiscono cedere l'alloggio e andare in affitto in case popolari. E, in questi casi, perciò, ben venga l'esproprio. Altre, invece, sono intenzionate a rientrare nel 'Bologna Due' ristrutturato, discutendo costi, tempi e modi. E poi il 'target' dei residenti, contrariamente a ciò che dice l'Uppi deve cambiare a tutti i costi: non è tollerabile la presenza di famiglie di otto persone con bambini in locali di 50 mq. Il 'pressing' di magistratura e forze dell'ordine ha convinto le proprietà che speculavano sul degrado a disfarsi degli appartamenti. Le proposte dell'Uppi, che parlano di cinque milioni sottovaluta lo sforzo da compiere, avrebbero il risultato di lasciare la situazione immutata.
Ma il tempo delle speculazioni al 'Bologna Due', denuncia Rizzi, non sarebbe finito.
Agenzie immobiliari, notai e banche sono di nuovo nel mirino.
Su 75 proprietari residenti, la maggioranza sono nuclei di immigrati - racconta -. Le ultime vendite, per le quali sono partite querele, sono state viziate da atti notarili ai limiti della legalità: molti acquirenti extracomunitari, infatti, non sono stati informati del piano di ristrutturazione, né del fatto che dovranno accollarsi ulteriori spese.


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4 novembre 2001


CALDERARA

O pagate oppure arriva l'esproprio


Per il recupero del residence "Bologna 2" chiesti ai proprietari degli alloggi contributi salatissimi. I residenti: "Così ci cacciate"


Servizio all'interno


CALDERARA/Chiesti contributi milionari ai proprietari per il recupero del residence


Carissimo 'Bologna Due'

L'Uppi denuncia "Qui vogliono fare una 'rottamazione'"
L'Sos dei residenti: "Non cacciateci"

ESOSI  Il casermone del 'Bologna Due'. In estate il Comune fece richieste esorbitanti ai proprietari degli appartamenti per contribuire al piano di recupero (48 miliardi complessivamente, di cui solo 11 di fondi pubblici). Siamo stati troppo bruschi, le cifre ora si sono ridimensionate, garantisce l'assessore Giancarlo Lanzarini

Settanta milioni chiesti a ciascun proprietario per contribuire al piano di recupero, oppure l'esproprio.
Prendere (anzi, dare) o lasciare.
Dopo l'Sos criminalità, al 'Bologna Due' di Calderara scoppia un'altra mina vagante: l'emergenza sociale.
L'aut aut, denuncia l'Uppi, l'Unione piccoli proprietari immobiliari, era stato lanciato in estate dal Comune, creando una forte tensione fra gli abitanti (per bene) del turbolento 'residence'.
Che oggi, temendo di essere cacciati, lanciano un grido d'allarme.
Pretese assurde - accusa Alberto Zanni, presidente provinciale e segretario nazionale dell'Uppi - nei confronti di persone che, proprio perché vivono al 'Bologna Due', non navigano certo nell'oro. È come dire: non potete pagare? Andatevene.
Ma in Comune fanno subito sapere che la situazione oggi è un'altra.
Anzi, l'assessore all'edilizia privata, Giancarlo Lanzarini, chiede persino scusa: C'è stata una cattiva comunicazione, ma poi abbiamo chiarito tutto con i proprietari. Sì - ammette - in effetti l'approccio fu effettivamente brusco. Oggi si parla di altre cifre, ben più accessibili. Le definiremo quando avremo messo ordine nella situazione catastale del complesso.
Il progetto di recupero prevede un investimento di 48 miliardi, di cui 11 a carico della Regione (6 già stanziati).
Gli altri 37 hanno la coda lunga.
Di qui la necessità di un intervento massiccio da parte dei privati.
A seguito del fallimento della società immobiliare travolta dallo scandalo delle camere a luci rosse, il numero dei proprietari è più che raddoppiato: oggi sono circa una settantina su un totale di 190 alloggi.
La metà sono nuclei di extracomunitari, indebitati fino al collo con le banche.
Come il condominio, nei confronti dei fornitori di acqua e gas.
Una situazione esplosa in corso d'opera, che rischia di mandare all'aria le prospettive del piano di ridurre il carico residenziale.
In questo scenario poco rassicurante, una ventina di proprietari si sono iscritti all'Uppi per avere tutela.
Le famiglie sono allarmate dalla minaccia dell'esproprio - prosegue Zanni -, Il sospetto è che con questo metodo il Comune voglia modificare il 'target' dei condomini, allontanando le persone meno abbienti da sostituire con proprietari più facoltosi. In pratica una sorta di 'rottamazione'. Il nostro compito è quello di verificare che ciò non avvenga.
All'inizio mi avevano chiesto 70 milioni per contribuire al recupero del mio appartamento - testimonia Ugo Domenichini, uno dei proprietari -, L'approccio del Comune è stato un po' rude, ma oggi so che c'è stato un ripensamento, almeno a parole. Vogliamo restare proprietari e non andare a nutrire la schiera degli assistiti sociali e degli inquilini di case popolari. Il piano di recupero, cui vogliamo contribuire senza restarne vittime, oltre a migliorare l'aspetto urbanistico non deve peggiorare la situazione patrimoniale, già precaria, dei residenti.
Fermi tutti, non vogliamo allontanare nessuno - replica Lanzarini -, né arrivare al muro contro muro. Il piano di recupero vede coinvolti molti soggetti ed è nel nostro interesse trovare un accordo con tutti. Non ci sarà spazio per le speculazioni e le 'rottamazioni': la Regione non ci darebbe più una lira. Su questo saremo dei mastini.


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2 ottobre 2001


In una lettera l'assessore Kolletzek minaccia denunce in sede penale per i trasgressori



Strade invase dall'immondizia, aziende che scaricano nei fossi prodotti inquinanti, la campagna costellata di tante piccole discariche abusive.
A Calderara scatta l'emergenza ambientale.
Lavatrici, elettrodomestici, bombole del gas e bidoni di oli esausti sono stati rinvenuti nei giorni scorsi dalla polizia municipale e dai volontari delle guardie ambientali.
E in Comune è partita la crociata contro l'abbandono indiscriminato dei rifiuti.
L'assessore all'ambiente, Gianfranco Kolletzek, ha scritto a tutte le aziende del comune.
Molte di loro, infatti, sarebbero fra le principali indiziate di un fenomeno che, a Calderara, non è del tutto nuovo.
Circa due anni fa, infatti, i carabinieri avevano messo i sigilli per inquinamento ad una ditta di via Armaroli che immetteva in un canale di bonifica gli scarti della lavorazione: liquidi talmente tossici che avevano finito per mandare in tilt il depuratore comunale e sfiorato la contaminazione dell'acqua potabile.
E oggi lo scenario non sarebbe del tutto dissimile.
Le zone più bersagliate da questa nuova forma di emergenza, secondo gli accertamenti svolti dal Comune, sono il Bargellino, l'area del 'Bologna 2', la zona industriale di Lippo e via Aldina.
E lungo il fosso adiacente alla via Stradone sarebbero state trovate sostanze inquinanti.
A seguito di innumerevoli segnalazioni da parte di cittadini e delle verifiche conseguenti — scrive Kolletzek — è emerso che molte attività produttive del nostro territorio, anziché smaltire i rifiuti tramite le aziende abilitate, provvedono ad abbandonare gli scarti in prossimità di cassonetti o ai bordi delle strade, determinando un degrado della zona e l'aggravio dei costi di smaltimento.
Una denuncia gravissima, quella dell'assessore, che ha già intensificato il servizio di vigilanza ambientale.
Kolletzek lancia l'Sos (occorre sensibilizzare i cittadini e dissuaderli dal compiere certe iniziative) e nel frattempo si dice pronto a passare alle sanzioni: Si tratta di comportamenti che violano la legge sui rifiuti (decreto Ronchi, ndr), ma possono essere anche perseguiti dal punto di vista penale. Le responsabilità non saranno solo delle aziende inadempienti, bensì anche del personale dipendente che materialmente effettua l'abbandono dei rifiuti in dispregio delle norme».


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21 settembre 2001


Ronde notturne contro i ladri



Quaranta furti in due mesi, anche se quelli denunciati ai carabinieri sarebbero solo sette.
Comunque, un'ondata senza precedenti per i cittadini di Calderara, che lanciano un grido d'allarme.
In particolare l'escalation ha interessato la zona di Longara, dove da agosto gli abitanti devono fare i conti con l'incubo di svegliarsi con la casa svaligiata oppure di trovarsi faccia a faccia con i ladri: ricordate la signora di Loiano morta per la paura? E con i soliti ignoti alla porta, la gente è costretta a vivere blindata fra le mura domestiche.
Inferriate alle finestre e sistemi d'allarme pare non siano più sufficienti a dissuadere gli scomodi visitatori.
Meta dei 'topi d'appartamento', nelle ultime settimane, sono state le villette immerse nella campagna.
È qui, dove le strade buie finiscono all'orizzonte e le vie di fuga sono più d'una, che i malviventi prediligono entrare in azione.
Quale strategia per dare più sicurezza e porre un freno al fenomeno?
Gli abitanti di Longara si sono riuniti, l'altra sera, per discutere dell'emergenza.
Erano una sessantina. Fra questi un signore che di furti ne avrebbe subiti addirittura otto, tutti a distanza di poco tempo.
A Longara, una grossa frazione di tremila abitanti, la tensione cresce giorno dopo giorno.
Con l'esasperazione scavata nei volti, qualcuno è arrivato a proporre la carta delle ronde notturne.
Oppure assoldiamo dei vigilantes, è stato detto.
Mentre monta la paura, le forze dell'ordine non se ne stanno certo con le mani in mano.
Anzi, la task force dei controlli a tappeto è già cominciata.
I carabinieri hanno intensificato la sorveglianza con posti di blocco e pattuglie notturne.
Quello della criminalità a Calderara, purtroppo, è un problema antico — interviene Maurizio Lucchesi, consigliere comunale di Forza Italia e abitante di Longara —. Senza bisogno di ricordare la situazione di degrado cronico al residence Bologna 2, ho l'impressione che in questo caso siamo di fronte a un fenomeno ancor più allarmante. Da qualche tempo i cittadini di Calderara si sentono meno sicuri. Occorre che il Comune si impegni a garantire un'azione continua e più efficace di controllo.
Ho ascoltato con attenzione le lamentele dei cittadini — risponde il sindaco, Matteo Prencipe —, e immediatamente mi sono attivato per segnalare l'emergenza a carabinieri, Questura e Prefettura. Obiettivo: mettere a punto un'azione coordinata per prevenire nuove incursioni e dare un segnale di sicurezza agli abitanti. Ai sindaci del Persicetano, inoltre, ho chiesto la disponibilità a intensificare in questo periodo i controlli sul nostro territorio da parte dei corpi di polizia municipale che operano in forma associata».


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1 settembre 2001


CALDERARA

Notti di paura al residence dei dannati



Vetri rotti, scale insanguinate e un'accetta nascosta dietro una siepe.
Delitto imperfetto? No, solo una notte come tante nel residence Bologna Due di Calderara.
Alle tre e mezzo di venerdì un inquilino ha visto un extracomunitario che vagava armato di accetta e si è giustamente impensierito.
Ha chiamato il 112, in pochi minuti sono arrivati carabinieri in divisa e in borghese.
I militari hanno ritrovato l'accetta — pulita —, hanno seguito le macchie di sangue, lungo le scale, e le tracce di vetri rotti nell'atrio.
C'era anche una scia di farina, scarpe e altri oggetti personali.
Insomma, un putiferio.
I carabinieri di Borgo Panigale hanno trascorso la notte in bianco, prima di poter escludere che qualcuno fosse stato ucciso o ferito a morte.
Ma allora cos'era successo nell'atrio del residence un tempo famoso per le 'lucciole' che sembrano tornate in forze?
Di sicuro chi abita al 'Bologna Due' ha sentito litigare a suon di bottigliate, tra mezzanotte e l'una.
Poi due ore di pausa, fino all'arrivo dei carabinieri.
Dalle testimonianze, si può tentare una ricostruzione possibile della nottata.
C'è stato chi, per vendicarsi di qualche spinta che lo ha fatto finire contro un vetro — ferita leggera, a giudicare dalle tracce di sangue —, è andato a prendere l'accetta in casa e si è armato per saldare il conto.
Ma a quanto pare non ha fatto in tempo, perché intanto era scattato l'allarme.
Così l'accetta è finita dietro la siepe.
Lì ò stata ritrovata dai carabinieri, che sono andati a colpo sicuro, dopo aver fatto qualche domanda in giro.
E tutto questo sembra più che normale. Per convincersene basta mettere il naso sotto la veranda del 'Bologna Due'.
Dieci ore dopo ci sono ancora i vetri e il sangue, ma c'è anche troppo sporco, per accorgersene.
Ci sono i segni di un vecchio incendio e un gruppetto di nordafricani.
Qui le cose vanno bene, quelle che raccontano sono storie, sonnecchia uno.
Mentre un connazionale squadra l'estraneo e neanche fa la fatica di alzarsi dalla sua branda.
Altri sono in attesa: ma di che?


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2 luglio 2001


DITELO AL CARLINO

EX BOLOGNA 2

C'è una banda che spadroneggia


Negli ultimi mesi la situazione è diventata grave all'ex residence Bologna 2.
Abbiamo inviato una petizione, con più di 50 firme, al sindaco di Calderara e al Prefetto.
Da diversi mesi una banda di malavitosi spadroneggia mettendo a rischio la vita e i beni di abitanti e proprietari: furti e danneggiamenti ad alloggi, auto e motorini.
La droga è smerciata ad ogni ora sotto gli occhi di tutti; lo sfruttamento della prostituzione è praticato in diversi appartamenti; i nostri spostamenti sono controllati da 'vedette' della banda e le minacce sono ormai ordinarie.
A fine maggio un'escalation: sono state incendiate diverse auto nei parcheggi con danni gli appartamenti sovrastanti.
Sollecitiamo, accanto a un lavoro di 'intelligence', una prevenzione e un costante controllo dell'area dello stabile.

Angelo Rizzi, portavoce dell'associazione per la Rinascita dell'area di Via Garibaldi 2




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